Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno – Recensione del film di Christopher Nolan

Ecco il film di Christopher Nolan con Christian Bale, Tom Hardy e Anne Hathaway

Il Cavaliere Oscuro Il Ritorno recensione del film di Christopher Nolan che chiude l’amata trilogia sul Pipistrello, iniziata con Batman Begins nel 2005. Nolan conclude la Trilogia in un modo memorabile, restituendo credibilità e valore a un franchise che prima del 2005 stava lentamente morendo. Girato e sceneggiato con molta maestria dal regista britannico, il film non manca però di qualche incoerenza a livello di struttura drammaturgica che impedisce a Il Ritorno di elevarsi a vero e proprio cult.

Nel cast ritroviamo, tra gli altri, i soliti Christian Bale (Batman), Gary Oldman (Gordon) e Michael Caine (Alfred). Si aggiungono ai soliti noti i superlativi Tom Hardy nei panni dell’antagonista Bane e Anne Hathaway, capace di dar vita a un’indimenticabile Selina Kyle. Da non dimenticare nemmeno Joseph Gordon-Levitt nel ruolo di John Blake e Marion Cotillard nei panni della misteriosa Miranda Tate.

Il Cavaliere Oscuro Il Ritorno: recensione del film di Christopher Nolan

Sono passati otto anni dalla morte di Harvey Dent, falsamente idolatrato come salvatore di Gotham. Grazie al suo finto sacrificio Gotham è diventata una città apparentemente pulita, con un tasso di criminalità ai minimi storici. La morte di Harvey infatti ha permesso la promulgazione del Decreto Dent, il quale ha concesso poteri illimitati alla polizia di Gotham per combattere il crimine e sconfiggere la malavita organizzata.

Batman è fuggito e da quella notte non si hanno più sue notizie. Bruce Wayne vive ritirato in un’autoesclusione dalla società alle prese con il dolore e i sensi di colpa per la morte dell’amata Rachel. A tirare fuori Bruce da questa condotta di vita eremitica sarà l’avvento di Bane, mercenario mostruoso con il volto coperto da una maschera antidolorifica, che minaccerà Gotham prima riducendo la Wayne Enterprises in bancarotta e poi rubando il segretissimo reattore nucleare di Bruce Wayne. Il reattore, pensato per produrre energia pulita, verrà trasformato in un inarrestabile ordigno atomico.

Il confronto tra Bruce e l’antagonista Bane non finirà bene per il Pipistrello, lasciando la strada spianata al mercenario per imporre un regime del terrore a Gotham City. Batman per la prima volta sarà veramente costretto a guardarsi dentro per guarire ferite insanabili, diventando così finalmente completo e pronto a salvare Gotham una volta per tutte.

Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno: I debiti fumettistici di Nolan

  La struttura

Christopher Nolan decide di dare una svolta netta alla struttura drammaturgica del film, utilizzandone una più fumettistica, dopo aver lavorato duramente per costruire la storia di Batman in un contesto reale. Si potrebbe immaginare ogni fase del film come un numero singolo del fumetto, con l’introduzione di nuovi personaggi e dinamiche originali in grado di mutare lo status quo corrente. Ne Il Ritorno ogni personaggio viene sviluppato, proprio come nei fumetti, attraverso una serie di episodi e incidenti interrelati fino al punto di svolta narrativo: Bane rompe la schiena a Batman.

È qualcosa di molto diverso rispetto a quello fatto da Nolan in passato, ma si adegua bene con la storia. Ne ll Cavaliere Oscuro il ritmo senza sosta e intenso, si sposava perfettamente con la figura del Joker. Infatti difficilmente subiva interruzioni per prendere fiato ed era caratterizzato da un procedere caotico che rifletteva perfettamente il suo villain anarchico e lunatico.

Ma Bane è diverso e la nuova struttura narrativa si costruisce proprio intorno a questa diversità. Bane non terrorizza Gotham per piacere o per provare qualche disegno astratto più grande di lui. Vuole distruggerla secondo un piano concreto e la struttura ne risente. È rigida e segmentata, segue degli step, diventando sempre più frenetica con il procedere del film. Se la struttura ne Il Cavaliere Oscuro avvolgeva il chaos del Joker, in questo capitolo predilige la terrificante organizzazione.

 Da Knightfall al Il Ritorno

La struttura episodica non è l’unica cosa che Nolan prende in prestito dalla narrazione a fumetti. In questo film, infatti il regista riesce nell’intento di essere ancora più fedele alla mitologia di Batman, introducendo elementi classici come la Batcaverna e dotando il nostro eroe di risorse hi-tech molto diversificate. Soprattutto introduce più personaggi capaci di attirare su sé stessi molta attenzione.

Ad esempio il mercenario Bane che presenta sì delle differenze, ma che trova in Tom Hardy un buon interprete. Gigantesco, mostruoso e pericoloso, Nolan è capace di dotarlo di grande presenza scenica. Purtroppo la maschera che copre l’intero volto di Hardy non rende piena giustizia al grande lavoro dell’attore. La sua immagine è comunque terrificante e il lavoro sulla voce (distrutto dal doppiaggio di Filippo Timi) è superlativo. Hardy riesce a giocare in modo unico con gli elementi visivi e sonori del cinema, ma al tempo stesso rimane radicato nel concept del fumetto.

Nolan infatti ha preso spunto dall’arco narrativo più iconico di Bane, Batman: Knightfall, prendendo in prestito una scelta narrativa importante. Il conflitto tra Bane e Batman è rappresentato più o meno fedelmente e nel loro primo scontro, il mercenario rompe la schiena al Pipistrello, proprio come in Knightfall.  Inoltre, l’imprigionamento nel Pozzo di Lazzaro di Batman è un altro degli elementi chiave, dove Bruce userà il tempo per guarire per studiare il nemico e le sue debolezze.

Il Cavaliere Oscuro Il Ritorno:  L’influenza sotterranea di Dickens

L’ineguaglianza sociale

La struttura de Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno è molto intelligente anche per l’inaspettata influenza di Racconto di due città (A Tale of Two Cities), romanzo storico di Charles Dickens. Il più ovvio paragone tematico con il libro è l’ineguaglianza sociale. Infatti il romanzo, ambientato durante la Rivoluzione francese, rappresenta un’aristocrazia decadente che abusa ampiamente dei suoi poteri. In modo simile, il film mette in scena un conflitto di classe tramite la rivoluzione di Bane. Ma dove Racconto di due città riesce egregiamente nel tentativo di rappresentare la decadenza e la corruzione della classe elitaria che sfociano in disordini sociali, Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno ci dà una vaga e non troppo sensata rappresentazione delle tensioni sociali che portano alla falsa rivoluzione di Bane contro la classe abbiente.

Ne Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno però la domanda posta da Nolan è chiara. Se la società ha ulteriormente fallito e non può più essere guarita dall’interno, una rivoluzione senza confini è giustificata? La risposta sembra essere negativa. La voce della rivoluzione è infatti quella di Bane, che crede che non sia possibile più alcuna ricostruzione della società di Gotham. La corruzione, la disparità economica e la mancanza di mobilità sociale sono diventati problemi troppo enormi per essere ignorati. La rivoluzione si accende quindi come un ultimo lampo di speranza per il proletariato sottomesso, prima che il disastro nucleare spazzi via tutto.

Resurrezione

Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno recensione

Un altro tema importante è quello della resurrezione. In Racconto di due città, Dickens utilizza frequentemente la frase “recalled to life” per riferirsi a qualche personaggio metaforicamente riportato in vita dal regno dei morti. Uno dei protagonisti del romanzo ritorna appunto in vita quando rivede sua figlia dopo 18 anni di prigionia nella Bastiglia. Allo stesso modo, Bruce Wayne riappare in società quando Catwoman ruba le sue impronte digitali, forzandolo a lasciare la Wayne Manor dopo 8 anni di isolamento auto-imposto.

Carton, un altro personaggio del romanzo di Dickens,  viene moralmente resuscitato quando sacrificherà sé stesso per salvare Darnay, dando un senso alla sua vita fino allora vuota. Lo stesso arco narrativo si riflette in Catwoman, che raggiungerà la sua personale catarsi, superando il suo egoismo per salvare Batman. A tal proposito la storia di Lazzaro torna sia in Dickens per bocca di Carton, sia ne Il Ritorno con Bruce Wayne che torna alla vita scalando le mura del Pozzo di Lazzaro. Lo stesso Bruce avrà una seconda chance per vivere un vita più tranquilla e gratificante, quando scopriamo che alla fine non è morto veramente.

Ulteriori connessioni con il romanzo di Dickens si possono riscontrare nel capitolo 23 di Racconto di Due Città, intitolato proprio Fire Rises. Non a caso, il titolo originale del film è The Dark Knight Rises, così come non casuale è la scelta di inserire nel poster del film quasi una fenice al posto del pipistrello. Inoltre al funerale di Batman, il commissario Gordon legge un estratto dal romanzo preso in esame, riguardante proprio la resurrezione morale di Carton.

Quel che faccio è certo il meglio, di gran lunga, di quanto abbia mai fatto e quel che mi attende è di gran lunga il riposo più dolce che abbia mai conosciuto.

 Doppio

Infine c’è il tema del doppio.  Nel romanzo sono presenti dualismi del calibro di tempi migliori e peggiori, l’età della saggezza e della follia, l’epoca della fede e dello scetticismo. Vengono rappresentate due città, Londra e Parigi, così come in Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno. Egregia infatti la decisione di dare al film una doppia ambientazione, quella di Gotham e quella sotterranea dove Bane trama i suoi piani.

Batman e Bane possono essere visti l’uno il doppio dell’altro. Entrambi discepoli della Setta delle Ombre, entrambi si sono allontanati dal credo di Ra’s al Ghul. Bruce è nato nel privilegio, Bane invece all’inferno. Entrambi inoltre sono due orfani, che hanno dovuto fare i conti con la propria ira. Dunque, Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno rappresenta probabilmente il più elegante adattamento tematico di un classico all’interno di un cine-comic. I problemi arrivano però quando il film deve destreggiarsi con le tematiche lasciate in eredità da Il Cavaliere Oscuro.

Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno:  Verità e menzogna

Le conseguenze di una bugia a fin di bene

Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno recensione

Uno dei temi principali de Il Cavaliere Oscuro – Ritorno è sicuramente verità contro menzogna, tema che porta avanti dalla fine del capitolo precedente. Batman al termine de Il Cavaliere Oscuro si assumeva la responsabilità per le vittime di Harvey Dent così da evitare la caduta del falso salvatore di Gotham e preservare la sua immagine come simbolo di giustizia e speranza. Qui, al tempo stesso, risiede però una delle grandi occasioni sprecate del film.

Utilizzando sempre la letteratura come termine di paragone, è possibile notare come molti lavori finiscano con una cosiddetta “noble lie”. In Heart of Darkness di Joseph Conrad, per esempio, Marlowe mente alla vedova del colonnello Kurz, dicendo che le sue ultime parole erano state il nome della moglie, salvandola così dalla verità della sua morte in preda alla follia. Un altro esempio può essere Watchmen di Alan Moore. Infatti, il team di supereroi accetta di preservare la bugia di Ozymandias che milioni di persone sono state uccise da forze extraterrestri per mantenere così la pace tra USA e USSR. Entrambe le opere si concludono senza che la verità salti fuori, lasciando un dubbio nel lettore. Cos’è più importante? La verità o una bugia a fin di bene?

Il falso status di Harvey Dent

La fine de Il Cavaliere Oscuro lascia lo spettatore nella stessa condizione, ma ne Il Ritorno la menzogna viene esposta alla volgare verità. Il film però incespica nei meandri di questo tema narrativo. Agli inizi de Il Ritorno, veniamo a conoscenza del fatto che l’utilizzo della nobile bugia ha portato alla promulgazione del Decreto Dent, che concede poteri illimitati ai poliziotti per perseguire il crimine organizzato. Alcuni critici hanno interpretato il Decreto, come un doppio metaforico del Patriot Act, una legge anti-terrorismo del governo americano molto criticata.

Inoltre, Harvey Dent è stato innalzato al ruolo di falso idolo, una figura cristologica senza resurrezione, necessario per mantenere pace e speranza. Gli abitanti di Gotham celebreranno il lascito di Dent addirittura con un giorno festivo dedicato al falso eroe. Il Decreto Dent così può essere in un certo senso paragonato al modo in cui la religione è stata usata per giustificare esplosioni e abusi di potere come l’istituzione dell’Inquisizione. Il problema è che, per quanto intrigante possa sembrare, il film non agevola evidenze di corruzione e malcontenti riguardo al Decreto Dent. Sarà solo quando Bane istituirà il suo regime del terrore che Harvey Dent verrà smascherato e ciò porterà a una non troppo sensata rivoluzione.

 L’esplosione del contesto sociopolitico

Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno recensione

Il contesto sociopolitico è sempre stato molto importante nella Trilogia de Il Cavaliere Oscuro, con Nolan che ha spesso prediletto importanti tematiche sociali. La società di Gotham è sempre stata rappresentata come profondamente malata a partire dai capitoli precedenti. Ma uno dei problemi della struttura narrativa de Il Ritorno ruota intorno alla poca chiarezza del peso del Decreto Dent. L’abuso di potere da parte dei poliziotti lamentato da Bane nella sua rivoluzione non ci viene mostrato, ma anzi nello scontro finale le forze dell’ordine sono dalla parte del bene. Inoltre non è assolutamente chiaro come il Decreto Dent o la prigione di Blackgate, simbolo di oppressione, privi il proletariato dei propri diritti da causare una rivoluzione contro i benestanti.

Nolan sembra quasi mostrarci fin dall’inizio una società che cerca vendetta sui benestanti per nessun’altra ragione al di là del fatto che siano ricchi. Manca dunque l’elemento fondamentale che ci permetta di capire contro cosa l’armata di Bane si ribelli. Molti critici hanno letto in questa rivoluzione una propaganda Occupy Wall Street, movimento per la denuncia degli abusi del capitalismo finanziaro. Ciò renderebbe sempre più chiaro il legame tra Gotham e l’America, ma nel film non si ritrova un vero e proprio fondamento.

La risoluzione tematica

Bane in un certo senso dovrebbe essere il risultato di una bugia tossica, così come il Joker era il prodotto di un’escalation di corruzione divampante. Ma laddove ne Il Cavaliere Oscuro assistiamo a una chiarissima esposizione dello stato societario che porta all’ascesa di Joker, ne Il Ritorno non abbiamo la stessa chiarezza. Non ci vengono infatti mostrate le conseguenze negative di un abuso di potere e di una sorveglianza invasiva. Anzi, Catwoman verrà salvata proprio grazie a questo eccesso di potere della polizia.

Se il tema della menzogna fosse stato veramente sviluppato, ci saremmo trovati davanti a uno scenario dove il rivelare la bugia sarebbe stato molto più vantaggioso della distruzione di Gotham. Invece dopo quasi tre ore di film, Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno finisce esattamente come il capitolo precedente. Si rende necessaria così un’altra bugia (la morte di Batman) per riuscire a ispirare ancora fiducia nella giustizia, assurgendo al ruolo di vero e proprio simbolo. Il film spreca così l’opportunità di mostrare come i potenti utilizzino menzogne per giustificare un’eccessiva autorità, oltre al fatto di non approfondire abbastanza l’importante tematica della bugia bianca.

Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno: paura, caos, dolore: la rinascita

 Batman e Bane figli del dolore

Christopher Nolan in diverse interviste ha indicato il dolore come la tematica chiave nel terzo capitolo della trilogia. Dove Batman Begins aveva la sua tematica nella paura, il Cavaliere Oscuro nel caos, il terzo affronta entrambi i temi abbinati all’importanza di superare la paura e il dolore. La prima volta che vediamo Bruce è l’ombra di sé stesso, dopo le ferite fisiche e mentali causategli dal Joker. Lo vediamo girare con il bastone, invecchiato, cercando di recuperare dai propri dolori, senza mai uscire dalla sua casa.

Più ampiamente è Batman stesso ad essere modellato dal dolore, fin dalla tragedia dei suoi genitori. In questo film però il Pipistrello si confronta con un antagonista particolare, costruito prettamente intorno al significato di dolore. Bane, nato nella sofferenza, non solo romperà la schiena a Bruce, ma torturerà sadicamente anche Gotham, portando il nostro eroe a reagire e a dominare il dolore. Bruce infatti capirà che non riuscirà mai a salvare veramente Gotham se non troverà una connessione con il suo lato umano, diventando un tutt’uno con il Cavaliere Oscuro.

Anche il commissario Gordon è tormentato, in un certo senso, dal dolore dovuto all’aver contribuito alla creazione del falso idolo di Harvey Dent. Ma il dolore è necessario per l’evoluzione e il progresso di tutti i personaggi de Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno e solo superandolo possono raggiungere il loro vero potenziale eroico.

 Il Pozzo di Lazzaro

Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno recensione

Nella svolta narrativa del film, Bane spezza la schiena a Batman e lo getta nella prigione Pozzo di Lazzaro, costringendolo a guardare la sua amata Gotham bruciare. È chiaro il tentativo da parte di Bane di infliggere un danno mentale non indifferente a Bruce Wayne. In un certo senso Bane, privando Bruce di Batman, costringerà il nostro eroe a fare i conti solo con sé stesso e a confrontarsi il suo spirito distrutto. Nel Pozzo cercherà di riunire tutti i frammenti della sua personalità in un’unità identità, cercando di giungere a una profonda comprensione di corpo e mente. Solo così Bruce riuscirà a scalare il Pozzo e a uscire completo dal suo stato di prigionia.

Inizialmente Bruce prova a scalare il Pozzo in preda alla disperazione, ma questo non provocherà alcuna catarsi. Prova successivamente con la rabbia, ma si accorgerà che la rabbia offusca la ragione e lo costringe a terra, impedendogli di risorgere. Sarà così la paura, il tema del primo film, ad aiutarlo. Non della morte come si dice, ma del fallimento. Accettata quindi questa paura nel suo cuore, privato di illusioni, l’anima di Bruce guarisce, elemento essenziale per ricostruire la propria identità.

Bruce così è in grado di diventare prima Batman e poi simbolo di Gotham. In un certo senso Bruce deve morire per rinascere completo, con ogni frammento di identità sintetizzata in una sola, forte e salda, insegnando alla gente di Gotham che l’impossibilità di fare qualcosa non è motivo per arrendersi, ma per cambiare.

Il Cavaliere Oscuro Il Ritorno: L’importanza del simbolo

Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno recensione

Robin

Alla fine de Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, Bruce Wayne inscena la sua morte per rendere eterno il suo simbolo, così che la gente di Gotham e quelli che conoscono la sua vera identità piangano per lui. In questo modo, le azioni di Batman rimarranno salde nella memoria di tutta Gotham. Solo così potrà innalzarsi a quel simbolo di speranza, unità e progresso che Bruce ha sempre cercato di rappresentare. Verrà eretta una statua in onore del vigilante e il Bat segnale tornerà  a prendere posto sui tetti della centrale di polizia.

L’esempio più calzante dell’eredità di Batman riguarda l’influenza avuta sul detective John Blake (Joseph Gordon-Levitt). Blake rappresenta ciò che le azioni di Batman hanno significato per la generazione più giovane, ispirata nel rendere Gotham un posto migliore, cercando di essere tutti nel proprio piccolo degli eroi. Sarà così che Blake compirà la sua trasformazione in Robin, ripercorrendo la mitologia di Batman secondo lo stesso pattern del Cavaliere Oscuro. Gotham avrà sempre bisogno di eroi e Robin è pronto a non deluderla. Bruce, invece, mantiene la promessa fatta a Rachel ne Il Cavaliere Oscuro di lasciare l’identità di Batman e di vivere una vita normale. Lo farà insieme a un’altra anima perduta: Selina Kyle.

 Selina

Bruce Wayne e Selina Kyle (Anne Hathaway) sono due personaggi molto più simili di quel che sembra. Il primo è un uomo benestante che vive la sua vita all’insegna dell’opulenza. La seconda invece è una ladra dalla dubbia moralità. Nessuno dei due però è giustificato nelle loro azioni, nemmeno Selina, costretta a rubare per sopravvivere in una vita fatta di povertà e disperata. Ne Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, Bruce vede però della legittimità nelle azioni di Selina e cercherà di indirizzare la sua rabbia verso una strada più edificante.

La rabbia è un elemento essenziale perché è ciò che ha dato vita a Batman. Per questo Bruce conosce molto bene il sentimento e lotta per evitare che lo consumi. Selina invece è in un certo senso già consumata dalla rabbia, esprimendo una passione capace di grandi azioni, ma al tempo stesso di dolore. Batman, grazie al suo esempio, riuscirà a riportare Catwoman sulla retta via, correggendo i suoi metodi senza respingere mai i suoi sentimenti. Ci viene dunque mostrato come l’estremo incorporato da Bane e da Talia al Ghul (Marion Cotillard) non sia mai la soluzione.

Cambiamenti positivi devono essere ispirati a livello individuale, cercando di rendere migliori le persone in modo da cambiare la società. Grazie a Batman e alla sua eredità, Gotham ha ancora un corpo di polizia in cui credere, e ogni singolo cittadino inizia a fare la propria parte per cambiare il mondo. Batman ha dunque dimostrato che la rivoluzione non è la risposta, ma che esistono altre possibili vie per creare un nuovo sistema funzionante.

Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno: innovazioni stilistiche e il successo dell’Imax

Il Cavaliere Oscuro - Il Ritorno recensione

Abbiamo già discusso degli aspetti emozionali e tematici che Nolan inserisce ne Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, ma è impossibile non menzionare l’egregio lavoro stilistico compiuto. L’attenzione certosina del dettaglio di Nolan ha reso quella sulla figura di Batman, una delle migliori trilogie cinematografiche del cinema moderno. Il regista ha infatti girato il film cercando di ricorrere alla CGI solo quando strettamente necessario. Nonostante ciò, ha utilizzato comunque il maggior numero di comparse possibile per dare rilievo alle scene di maggior impatto (11,000 comparse solo nella scena dello stadio).

Il film merita assolutamente una visione in IMAX 70mm, per poter godere appieno del sofisticato lavoro di Nolan e del direttore della fotografia Wally Pfister. L’attacco alla borsa girato a Wall Street, la battaglia finale tra gli uomini di Bane e la polizia di Gotham, l’inseguimento aereo finale, sono scene tutte ricche di tensione ed emozione. Ogni scena è ricca di dettagli che rendono alla perfezione il caos, la frenesia e  la devastazione ma senza perdere in chiarezza e coerenza. Nolan è sicuramente migliorato nella regia delle scene d’azione rispetto a Batman Begins.

Il successo definitivo è dato sicuramente dalla fotografia con camere IMAX, capaci di  rendere tutta la chiarezza e la potenza del mezzo cinema, specialmente nell’esteso climax finale. I colori sono incredibilmente ricchi, il contrasto è perfettamente bilanciato e il dettaglio maniacale. L’immagine è più ricca e intensa di quel che l’occhio umano può percepire e l’esperienza si rivela totalmente immersiva.

 La continuità musicale di Hans Zimmer

Non si può non menzionare l’enorme contributo musicale di Hans Zimmer. La colonna sonora è corposa e apocalittica, in grado di terrorizzare e trasmettere enorme speranza. Il tema di Bane (il misterioso canto ottenuto con un coro di partecipanti online) è terrificante, un inarrestabile assalto musicale che si sposa perfettamente con la performance di Tom Hardy. Il tema diventerà sempre più potente e irrequieto man mano che la storia si avvicina alla sua conclusione. L’intensità ipnotica di Zimmer però si supera nel finale, quando mischia praticamente ogni tratto musicale.

Allo stesso tempo, Zimmer sviluppa temi e motivi già introdotti nei primi due film. Il tema di Bruce, composto sempre da due note, finalmente si espande completamente in questo episodio conclusivo, quando Batman vola via con il reattore nucleare. Sembra quasi che il tema completato stia a significare che Batman abbia finalmente sconfitto i suoi demoni, trovando una pace interiore. Ogni capitolo è sempre stato contraddistinto dal suo gusto musicale e Hans Zimmer, sviluppando la sua colonna sonora in tandem con lo sviluppo della storia, ha dimostrato che la continuità musicale è uno degli aspetti chiave per il successo delle storie a più capitoli.

Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno: Conclusioni

Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno non è un film perfetto, risultando sicuramente inferiore al secondo episodio della saga, ma rimane comunque uno dei migliori terzi episodi di sempre, chiudendo la trilogia di Christopher Nolan in modo spettacolare e commovente. Si può parlare della giusta conclusione di una saga che da anni è diventata il punto di riferimento per chiunque intenda rilanciare un franchise supereroistico.

Il film sarebbe sicuramente stato migliore se alcune delle tematiche fossero state sviluppate con più accortezza e probabilmente risente di una densità narrativa che rende lo svolgimento piuttosto complicato da seguire. Non si può però negare quanto ci sia di buono a partire dal lato tecnico di altissimo livello. Inoltre vanta di  un’estetica elegante e asciutta, in grado di accompagnare egregiamente ascese e cadute del Pipistrello, trattando contemporaneamente tematiche importanti. Nel complesso si tratta di un film corale capace di garantire immortalità al nostro eroe, grazie a un finale memorabile quanto commovente.

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