Perfetti Sconosciuti: spiegazione del finale
Spiegazione del finale del film di Paolo Genovese
Perfetti Sconosciuti, lungometraggio datato 2016, è considerato uno dei film italiani più interessanti degli ultimi anni. Vincitore di due David di Donatello, tre Nastri d’Argento e numerosi altri premi, racconta la vita segreta di sette amici, ben celata dietro lo schermo dei loro smartphone. Il finale, tuttavia, presenta alcune difficoltà di lettura, che noi di FilmPost.it cercheremo di spiegare.
Il finale di Perfetti Sconosciuti: la spiegazione
Peppe, Carlotta, Rocco, Cosimo, Lele, Bianca ed Eva sono amici inseparabili da molti anni. I sette si ritrovano tutti attorno alla stessa tavola, quella di Rocco ed Eva, in occasione di una normalissima cena tra amici. E sin qui tutto bene. I dialoghi tra loro sono però spesso interrotti dal fastidioso squillo dei loro cellulari, che ormai sono diventati parte integrante della vita di tutti. Eva, incuriosita e scocciata dalla situazione, propone allora un gioco, che metterà proprio gli smartphone al centro della narrazione.
In realtà quello che Eva (Kasia Smutniak) mette in pratica è un suicidio sociale, una bomba ad orologeria che esplode solo nel finale. I cellulari, sembra suggerirci il film, sono un’arma a doppio taglio: ci sono utili per comunicare rapidamente e ovunque con i nostri contatti ma, allo stesso tempo, sono la nostra arma di autodistruzione. Chi ha molto da nascondere tra i chip e gli schermi ha solo molto più da perdere, se questi segreti verranno svelati.
Eva propone infatti di mettere tutti i cellulari al centro del tavolo e leggere a voce alta i messaggi ricevuti da ognuno. Analogamente anche le chiamate dovranno essere messe in vivavoce, in modo tale da essere ascoltate da tutti. Inutile dirlo, tale gioco comincia a diventare pericoloso e gli equilibri tra i partecipanti diventano molto più fragili.
Perfetti Sconosciuti: sinossi
La deriva leggermente scontata del film si risolve in un finale che lascia lo spettatore perplesso. I vari tradimenti, gli intrecci tra i protagonisti, le cattiverie tra amici e i giochi online perversi saranno tutti posti sotto la luce della verità. Ogni squillo diventa un segnale di pericolo, una fonte d’ansia e l’incipit di una crisi imminente.
Il gioco di Eva ha portato quindi alla scoperta di tutti gli altarini nascosti dai sette protagonisti. Ma cosa succede dopo? Nelle toccanti scene dei minuti finali del film, tutti i personaggi sono ormai completamente spogliati delle loro barriere. Sono come bambini, indifesi e nudi, privi di ogni corazza. Sono ormai fragili, pronti ad esplodere, ma non ancora pronti ad affrontare le conseguenze della verità.
Eva e Rocco (Marco Giallini), tuttavia, sembrano essere la coppia più matura di tutte, e nonostante le bugie e i tradimenti sembrano pronti a lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare da zero. Lo stesso non si può certo dire per la coppia di neo-sposini Bianca e Cosimo (Alba Rohrwacher ed Edoardo Leo), il cui rapporto è irreparabilmente compromesso. Carlotta e Lele (Anna Foglietta e Valerio Mastandrea) recitano invece la parte dei giovani trasgressivi, reazione all’età che avanza e al carattere ormai abitudinario del loro matrimonio. Peppe (Giuseppe Battiston), infine, nasconde la propria omosessualità sotto le mentite spoglie di una fidanzata immaginaria.
Perfetti Sconosciuti: spiegazione del finale ambiguo
Insomma, tutti e sette nascondono delle zone di loro stessi ai propri amici e ai propri partner. Ma perché, allora, nel finale tutto sembra essere perfettamente al suo posto? È questa la domanda che si pongono molti spettatori e che fa decretare il finale di Perfetti Sconosciuti come ambiguo o mal scritto. Ma non si tratta di cattiva sceneggiatura o altro, bensì di una tecnica che Genovese utilizza sapientemente per creare un senso di spaesamento e ambiguità.
È Bianca la prima a comportarsi in modo ambiguo, ma non troppo. La ragazza, infatti, si chiude dentro il bagno di Rocco ed Eva, e se la situazione fa presagire le peggiori intenzioni, una volta sfondata la porta la prevedibilità che aveva caratterizzato la prima parte del film sparisce in un colpo solo. La ragazza è concentrata nell’atto di truccarsi e sembra in uno stato quasi catatonico. Informa tutti di essere incinta e poi, quasi come in trance, si sfila la fede dal dito e la lascia rotolare sul tavolo di cucina; quel tavolo che tanti problemi ha portato al gruppo.
La porta d’ingresso dell’appartamento di Rocco ed Eva, da qui in poi, diventa una sorta di luogo di transizione. Il tempo non ha più le stesse regole. Tutto ciò che è successo al di là della porta, infatti, non è mai veramente accaduto. La cena si è svolta nel più normale dei modi. I sette amici hanno mangiato, bevuto, riso e chiacchierato come sempre. I loro segreti non sono mai stati rivelati e il gioco dei cellulari non è mai stato fatto.
Perfetti sconosciuti: il finale
Bianca scende le scale del palazzo, con passo svelto. Ma l’asse di movimento, in questo caso, inganna lo spettatore. Se infatti la colonna sonora non s’interrompe, ciò che cambia è l’assetto spazio-temporale. È vero infatti che la neo-sposa scende le scale dopo aver chiuso la porta, ma lo fa in una cornice totalmente diversa. È totalmente inconsapevole dei tradimenti di suo marito, e lo apprendiamo dal fatto che i due si prendono per mano mentre guardano la luna.
Ad esplicitare la situazione anche Lele, che li rimprovera per il loro eccesso di affetto. Carlotta, allo stesso tempo, lo chiama “amore”, mentre fuma una sigaretta in tranquillità. Peppe chiede conferma per il calcetto del giorno successivo, ma lo spettatore sa che i suoi amici lo hanno escluso. Solo lui infatti ne è inconsapevole. La sua omosessualità non è mai stata rivelata e di conseguenza continua con la bugia della sua finta ragazza.
Successivamente possiamo vedere Eva e Rocco, a fine serata. La donna qui svela il finale, esplicitando il fatto che il gioco non è mai stato fatto. Accusa il marito di avere qualcosa da nascondere, mentre si toglie gli orecchini regalatigli dal suo amante Cosimo. Il finale prosegue, così come le normali (ma insincere) vite dei protagonisti. I segreti che nascondono, però, sono stati ormai svelati da quella che si può definire la proiezione di ciò che sarebbe successo se avessero partecipato al gioco. Lo squallore delle piccole o grandi bugie e infedeltà ci viene mostrato, negli ultimi minuti del film, in tutta la sua potenza. I piccoli gesti sbagliati che i personaggi compiono sembrano ora insopportabili.
Perfetti Sconosciuti: conclusioni
Come Sliding Doors di Peter Wowitt, il film di Genovese propone due facce della stessa realtà. La pellicola ci mostra infatti cosa sarebbe successo se il gioco fosse stato fatto, ma la realtà del finale, che è anche quella diegetica, è ben diversa. Il gioco è stato difatti sì proposto da Eva, ma nessuno dei partecipanti ha dato la propria adesione. Le bugie, i tradimenti e le slealtà compiute dai protagonisti sono reali, ma non sono mai state svelate. Ognuno deve infatti convivere con la propria coscienza, continuando a mentire e a vivere una doppia vita.
Il finale non è, quindi, mal scritto o sconclusionato, ma sapientemente scritto e messo in scena. Le due facce della stessa realtà sono state proposte agli spettatori, che dovranno, a film concluso, ragionare sulla morale proposta, e, perché no, farsi un esame di coscienza.
Sì, il finale è molto amaro appunto nel mostrare quanto lontani tra loro sono i due universi alternativi, quanto sia facile nascondere il lato segreto delle nostre vite dietro il nostro smartphone, e rischioso lasciare che qualcun altro acceda ai segreti lì nascosti, anche se proposto sotto forma di ‘gioco’. Il finale costringe lo spettatore a vedere il film una seconda volta per notare i piccoli particolari che sfuggono a una prima visione, quella in cui noi spettatori ‘crediamo’ che il gioco si sia svolto veramente. Per es. capiamo perché di tutti e sette sia stata proprio Eva a proporre il gioco: il suo ‘segreto’ è la relazione con Cosimo e lui è lì presente e mai le avrebbe inviato un messaggio compromettente durante la cena, quindi lei era l’unica a non avere nulla da perdere con il gioco.
Restano in piedi delle questioni irrisolte o segreti non interamente rivelati a tutti (nell’universo in cui il gioco si è svolto): Carlotta lascia l’appartamento prima che Peppe rivela agli amici che è lui, e non Lele, a essere omosessuale. Perché Peppe sembra prendersela quasi con tutti per la loro omofobia, quando in realtà è solo Cosimo a mostrare disprezzo e intolleranza alla rivelazione di Peppe? Lele persino gli ‘tiene il gioco’ per un bel po’ e non smentisce Peppe ma è Peppe a rivelare la sua sessualità. Bianca sa più di quanto appare? Tutto il dramma della rivelazione di Peppe e del fatto che “Lucilla” è in realtà “Lucio” si svolge mentre lei è chiusa in bagno, eppure alla fine lei si mostra molto carina e protettiva con Peppe come se fosse stata presente a questa rivelazione e alla reazione degli amici…
PS Quando Bianca esce dal bagno credo che la rivelazione di essere incinta non riguardi lei, ma Marika, l’amante (una delle amanti) di Cosimo. Bianca ha solo detto alla madre di Cosimo che lui avrà un figlio (se non ricordo male), ma non chi è la donna che aspetta un figlio da lui…
Cara Paola, ti ringrazio molto per aver letto l’articolo e per questo tuo commento. Hai colto dei particolari interessanti del film, e questo dimostra che hai uno sguardo critico molto fine. Complimenti! Ti auguro una buona giornata e una buona visione, oltre naturalmente ad una buona lettura!
Bello l’articolo, mi ha proposto una nuova interpretazione del film che io non avevo ancora colto! Mi piace anche la visione di Paola. Io però ho avuto una diversa interpretazione del film: fate caso come il gioco dei cellulari scoperti (e le confessioni delle verità nascoste conseguenti ad esso) si svolge in tutto l’arco di tempo nel quale la luna è in eclissi, e quindi in tutto questo tempo emergono le doppie realtà dei personaggi. Infatti all’inizio del film la luna è ancora piena, ma inizia ad eclissarsi proprio quando inizia il gioco. Verso il finale invece, quando tutti tornano alla normalità come se niente fosse accaduto (cioè quando Bianca scende dalle scale e si riconcilia con Cosimo) la luna è ritornata piena, così come era all’inizio del film. Non so se Genovese sia amante dei Pink Floyd, ma io ci ho visto una sorta di ispirazione (o forse ce l’ho voluta vedere solo io) a Dark Side of The Moon, soprattutto alla frase che chiude il disco “there is no dark side of the moon really, matter of facts it’s all dark”, sarebbe a dire che “non esiste realmente un lato oscuro della luna, difatti la luna è tutta oscura” e che quindi ognuno dei personaggi difatti vive quotidianamente un suo lato oscuro. Che ne pensate?
Caro Francesco, la tua analisi del film è molto acuta. Sicuramente il dettaglio della Luna è una possibile chiave di lettura del film, in quanto ci sono delle scene interamente dedicate a questo aspetto. Il significato del film, comunque, è molto aperto a diverse interpretazioni; nell’articolo ho dato la più immediata e visibile. Ti ringrazio per l’intervento e per i complimenti. E mi congratulo con te per la citazione dei Pink Floyd. Buona giornata e a presto!
Bello l’articolo, mi ha proposto una nuova interpretazione del film che io non avevo ancora colto! Mi piace anche la visione di Paola. Io però ho avuto una diversa interpretazione del film: fate caso come il gioco dei cellulari scoperti (e le confessioni delle verità nascoste conseguenti ad esso) si svolge in tutto l’arco di tempo nel quale la luna è in eclissi, e quindi in tutto questo tempo emergono le doppie realtà dei personaggi. Infatti all’inizio del film la luna è ancora piena, ma inizia ad eclissarsi proprio quando inizia il gioco. Verso il finale invece, quando tutti tornano alla normalità come se niente fosse accaduto (cioè quando Bianca scende dalle scale e si riconcilia con Cosimo) la luna è ritornata piena, così come era all’inizio del film. Non so se Genovese sia amante dei Pink Floyd, ma io ci ho visto una sorta di ispirazione (o forse ce l’ho voluta vedere solo io) a Dark Side of The Moon, soprattutto alla frase che chiude il disco “there is no dark side of the moon really, matter of facts it’s all dark”, sarebbe a dire che “non esiste realmente un lato oscuro della luna, difatti la luna è tutta oscura” e che quindi ognuno dei personaggi difatti vive quotidianamente un suo lato oscuro. Che ne pensate?
Caro Francesco, la tua analisi del film è molto acuta. Sicuramente il dettaglio della Luna è una possibile chiave di lettura del film, in quanto ci sono delle scene interamente dedicate a questo aspetto. Il significato del film, comunque, è molto aperto a diverse interpretazioni; nell’articolo ho dato la più immediata e visibile. Ti ringrazio per l’intervento e per i complimenti. E mi congratulo con te per la citazione dei Pink Floyd. Buona giornata e a presto!
Lidia. 28 marzo 2021
Apprezzo le precedenti interpretazioni, ma io quando vidi il film ne diedi una completamente diversa. Il film offre uno squarcio sulla facciata di perbenismo di cui si veste la società moderna. Nel chiuso della propria famiglia o nell’ambito ristretto di un affiatato gruppo di amici emergono le più squallide realtà e le più violente reazioni. Ma subito dopo, quando si rientra nella vita sociale ognuno ricompone la propria maschera di perbenismo ,di normalità nascondendo ogni squallore, ogni volgarità , ogni trasgressione. Il regista ha dipinto, con mano sapiente , il bifrontismo della società odierna. Importante è solo apparire non essere.
Ciao Lidia, ti ringrazio per aver dato la tua versione, che è molto interessante. Mi piace pensare che Genovese abbia lasciato aperto il finale proprio per lasciare le interpretazioni libere di proliferare. In effetti questa tua spiegazione è corrente e soprattutto in linea con i tempi. Un abbraccio e continua a seguirci!
sono contenta di aver letto sul pc da me subito “interpellato” dopo la visione – pensavo di essere solo io a non aver capito…mg