La silhouette nel cinema
La silhouette nel cinema spiegata attraverso l'analisi di alcuni celebri frame
In questo articolo noi di Filmpost abbiamo deciso di parlare dell’utilizzo della silhouette nel cinema, una nota tecnica fotografica ampiamente diffusa. Cosa si intende esattamente per silhouette? Come si ottiene dal punto di vista tecnico? Perché è così efficace nella composizione di un’immagine? Quali sono i film e gli autori che la utilizzano? Può adattarsi a genere differenti? Se sei curioso di avere una risposta a tutte queste ed altre domande non ti resta che metterti comodo e leggere il nostro articolo su la silhouette nel cinema. Porteremo in discussione anche diversi esempi concreti con analisi della composizione dei singoli frame riportati in questo articolo.
Mettetevi comodi quindi e buona lettura.
La silhouette: una “tecnica” di largo utilizzo nel cinema
Partiamo da un concetto banale ma sicuramente non scontato. Cosa si intende per silhouette? Innanzitutto la silhouette è una tecnica nata originariamente con la fotografia ed approdata solo successivamente su grande schermo. La silhouette, in parole povere, altro non è che una forma scura e priva di dettaglio che risalta su uno sfondo più luminoso. L’immagine è efficace sia in monocromatico che a colori, ma dipende molto dal contesto in cui viene utilizzata come andremo a vedere qui di seguito.
Come si ottiene una silhouette
Come è possibile ottenere dal punto di vista tecnico una silhouette? Ci sono due step: la fase dello scatto (ripresa) e quella della post-produzione dell’immagine.
Partiamo dal presupposto che il sensore fotografico e la pellicola non hanno assolutamente la stessa sensibilità della retina del nostro occhio. L’occhio umano, infatti, è in grado di “leggere” i dettagli presenti sia in zone d’ombra che in quelle di luce. Ne consegue che la silhouette così come la vediamo nei film e nelle foto non è direttamente visibile dalla nostra retina. Sia la pellicola che il sensore fotografico hanno una “gamma dinamica” ridotta, pertanto, in una scena ad alto contrasto, tenderanno a registrare informazioni pertinenti o alle sole zone di luce o a quelle in ombra (concetto molto estremizzato e semplificato ndr.).
Nella fase di scatto/ripresa è possibile ottenere la silhouette di una figura esponendo il sensore (o pellicola) per le zone più luminose di una scena ad alto contrasto. La nostra immagine conserverà quindi dettagli e informazioni nelle zone più chiare mentre quelle in ombra , sottoesposte e prive (o con scarso) di dettaglio, formeranno le silhouette. Per capire meglio quello di cui stiamo parlando basta fotografare qualcuno o qualcosa “contro sole” con l’esposizione calcolata sulle alte luci dell’immagine.
Una foto contenente una o più silhouette è fondamentalmente un’immagine ad alto contrasto. In post-produzione l’effetto può essere ulteriormente accentuato e perfezionato come avviene sia nella fotografia che nel cinema.
Perché la silhouette è così efficace nella resa di un’immagine?
Dopo aver accennato a vari “tecnicismi” entriamo adesso nel vivo dell’articolo. Possiamo quindi chiederci che senso può avere utilizzare una silhouette? Che funzione ha? Che effetto fa sugli occhi di chi sta guardando la scena? La silhouette dona innanzitutto un tocco artistico all’immagine. Grazie all’elevato contrasto della scena l’occhio umano riesce immediatamente ad individuare ed isolare i soggetti principali. Viene spesso utilizzata all’interno di composizioni semplici o minimaliste.
Come è logico pensare le silhouette di maggiore impatto visivo sono proprio quelle che ritraggono figure umane. Ma non basta semplicemente mettere una persona contro luce per ottenere un ottimo risultato. Affinché la silhouette sia efficace e “visivamente interessante” occorre innanzitutto che il profilo della stessa sia ben riconoscibile e distinto dagli altri elementi della scena. Inoltre, nel caso di figure umane, è importante che siano messi in evidenza quei particolari che ci rimandano ad un “senso di umanità”, ad esempio delle mani che compiono gesti oppure il movimento delle labbra o una posa particolare.
Per capire meglio quello che vogliamo intendere continuate a leggere qui di seguito dove analizzeremo come esempio diversi frame di film.
La silhouette nel cinema: esempi pratici
Venendo all’analisi di alcuni celebri frame abbiamo attinto a piene mani dal lavoro di un grande direttore della fotografia, nonché maestro della silhouette. Ci stiamo ovviamente riferendo al premio Oscar Roger Deakins. In questo articolo abbiamo deciso di rendere omaggio proprio a lui riportando alcune immagini estrapolate da celebri sequenze di alcuni dei tanti film a cui ha lavorato.
Ma andiamo per gradi. Analizzeremo sia frame “a colori” che in “bianco e nero”. Le immagini monocromatiche sono generalmente più efficaci e sintetiche in quanto mirano all’essenza di una scena, senza fronzoli particolari o colori che possono distrarre la nostra attenzione. Partiamo quindi con il nostro viaggio nella fotografia di Roger Deakins per capire che ruoli possa rivestire la silhouette nel cinema.
I Frame della fotografia di Deakins
Abbiamo deciso di iniziare questa breve lista con un frame estratto da una famosa sequenza di “L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford”. Come potete osservare si tratta di una semplice scena ad alto contrasto dove riusciamo subito a individuare la silhouette umana di spalle, ben definita nei suoi contorni. La fotogenicità del cappello e della mano aperta rendono l’immagine ancora più piacevole da guardare. Si tratta di un classico controluce che sfrutta molto il mood del vapore che crea un piacevole (ed essenziale) contrasto con la sagoma nera dell’uomo. E’ un immagine costruita su pochi (e forti) elementi ripresi in controluce.
Analizzando sempre il lavoro di Deakins passiamo all’analisi di un frame preso da una perla dei fratelli Coen che non tutti conoscono: “L’uomo che non c’era”. Straordinaria pellicola in bianco e nero ricca di scene veramente di forte impatto visivo. Di seguito possiamo ammirare un frame tratto da una bella sequenza del film costruita su una diagonale che unisce due personaggi appartenenti a due differenti piani di profondità in modo tale da dare tridimensionalità e dinamismo alla scena. Per ricollegarci con quanto accennato sopra in questo frame possiamo apprezzare una silhouette a regola d’arte: un profilo ben distinguibile di un uomo che sta fumando una sigaretta (il particolare che accende l’immagine, il gesto, il movimento, la traccia di umanità…).
“Leggi anche Il colore nel cinema”
Cambiando genere come non riportare una delle scene finali di “Sicario” se si parla di silhouette? Nell’immagine seguente possiamo osservare l’elegante sagoma nera di alcuni soldati che contrasta con uno sfondo fatto di cromie calde e fredde. Ancora una volta un’immagine semplice, essenziale, costruita secondo la regola dei terzi. Notare come tutte le figure siano ben distanziate senza che ci siano sovrapposizioni; i profili delle silhouette sono ben definiti e riconoscibili rendendo l’immagine “facile da leggere”. I dettagli dei fucili e dell’equipaggiamento sono quella che gli americani definiscono “the cherry on top“.
Sempre dalla collaborazione tra Villeneuve e Deakins nasce quel gioiello visivo di “Blade Runner 2049″, film recentissimo, premiato con l’ oscar per la fotografia. Nel frame che abbiamo voluto analizzare è presente non solo la sagoma di un essere umano ma anche quella di statue che raffigurano delle donne nude. Rispetto agli altri esempi visti finora le silhouette qui sono avvolte in calde cromie che sfumano i toni dell’immagine dando così il senso della profondità. È un esempio calzante di quanto le silhouette siano efficaci anche in scene a colori.
Altri celebri frame
Allontanandoci dalla fotografia di Deakins troviamo altri interessanti spunti. Ad esempio “Manhattan” di Woody Allen abbonda di scene costruite interamente su silhouette umane. Come è possibile vedere dai frame riportati di seguito anche qui non si tratta mai di semplici figure: c’è sempre una gestualità più o meno importante, contorni ben definiti, isolamento dei soggetti, profili di volti espressivi (si distingue ad esempio la bocca che si apre e chiude quando il personaggio parla…). Rispetto a quanto visto finora in Manhattan l’eleganza della silhouette viene utilizzata per dare un tocco poetico e romantico alle scene del film.
Da questa serie di frame riportati possiamo dedurre che la silhouette, differentemente da quanto si potrebbe pensare, può essere adattata a generi differenti. Può rappresentare efficacemente scene di tensione, azione, mistero, dialoghi e momenti romantici… Tutto dipende dal contesto (e dal modo) in cui viene inserita.
La scena iniziale di “Toro Scatenato“ di Scorsese con De Niro che salta sul ring è un altro esempio (molto più soft) di quanto eleganti ed essenziali siano le scene costruite su delle silhouette. Un frame “violentemente” suddiviso in quattro parti orizzontale dalle corde del ring. Dietro un pugile che effettua il riscaldamento, sullo sfondo luci e pubblico. Una scena monocromatica con pochi elementi in silhouette ben disposti nello spazio… “Questo è spettacolo!”
Per concludere in bellezza il nostro articolo vi lasciamo a una rapida carrellata di alcune scene tratte da altri film.
Skyfall
The Big Combo
The Exorcist
Apocalypse Now
Psycho
Jarhead