La La Land: recensione del film di Damien Chazelle
Ecco la recensione di La La Land, diretto da Damien Chazelle con Emma Stone e Ryan Gosling
Era il 2016 quando La La Land, secondo lavoro da regista di Damien Chazelle, veniva presentato, in concorso, alla 73 esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Da allora, il film ha avuto un successo planetario, vincendo premi di ogni tipo, a partire dalla Coppa Volpi alla migliore interpretazione femminile per Emma Stone. Dopo Venezia il film fu presentato al pubblico durante il Toronto International Film Festival. In Italia arrivò a gennaio 2017, quando ormai il film era preceduto da una grandissima reputazione.
Il lungometraggio vincitore di numerosi premi deve il suo enorme successo, al fatto di aver saputo mettere d’accordo tutti: critica e pubblico. Perché ha saputo affiancare alto livello tecnico della lavorazione alla storia raccontata. Tra i premi che il film ha conquistato segnaliamo soprattutto le sei statuette conquistate su 14 candidature agli Oscar 2017, che vale la pena nominare tutti: Miglior regia, Miglior attrice, Miglior scenografia, Miglior colonna sonora, Miglior canzone originale e Miglior fotografia. I protagonisti della pellicola sono Emma Stone e Ryan Gosling che portano sullo schermo l’affiatamento e la chimica, consolidate dalla terza collaborazione insieme dopo Crazy, Stupid, Love (2011) e Gangster Squad (2013). Ecco dunque la nostra recensione di La La Land.
La La Land: recensione
La La Land: trama
Ambientato in una Los Angeles contemporanea, La La Land è la storia di due giovani artisti che sognano di trasformare la loro passione in un vero e proprio lavoro. Emma Stone interpreta Mia, aspirante attrice che lasciati gli studi si trasferisce a Los Angeles per inseguire il suo sogno. Per mantenersi fa la barista. Ryan Gosling è Sebastian, superbo pianista, con un amore spassionato per il Jazz, vuole infatti salvarlo aprendo un locale tutto suo. Nel frattempo però per mantenersi suona il pianoforte in un ristorante, dove è costretto ad eseguire brani semplici e sciocchi, che nessuno ascolta.
Tra Mia e Sebastian non scatterà subito la scintilla ma sarà piuttosto un avvicinamento lento. Partiamo infatti dal il primo incontro, che non è proprio dei più idilliaci. Neanche il secondo è da meno, dal terzo incontro in poi forse qualcosa scatta e tra i due nasce una bella chimica. Anche il primo bacio, così come l’incontro, è qualcosa che tarda ad arrivare, ma è sinonimo che ogni cosa in questo film ha un ruolo e un momento preciso, che non ha bisogno di essere accelerato. I due probabilmente entrano nella vita dell’altro quando ne hanno più bisogno, Mia continua a fare audizioni su audizioni che vanno male. Sebastian è intrappolato nel suonare qualcosa in cui non crede.
Tra Mia e Sebastian nascerà un rapporto stretto, dato soprattutto dal supporto reciproco nel coltivare i propri sogni. Mia incoraggiata da Sebastian si immergerà nella scrittura di un monologo di cui sarà anche protagonista. Sebastian invece dopo un incontro fortuito con Keith, suo ex compagno di scuola, deciderà di entrare nella sua band, che suona tutt’altro che free Jazz. I due cominceranno ad allontanarsi senza mai smettere di amarsi, ma a quel punto dovranno scegliere se inseguire i propri sogni oppure restare con la persona amata.
La La Land: realismo surreale
E’ questa la forza di La La Land perché ogni spettatore può immedesimarsi nella vita dei protagonisti che è tutt’altro che perfetta. Il film infatti ci mette davanti la quotidianità fatta di scelte, fallimenti, sconfitte e litigi, che ognuno di noi vive in ogni parte del mondo. Che sia Los Angeles, Roma, Milano o Tokyo, tutti dobbiamo fare i conti con il fallimento. Ed è proprio quello che fanno i protagonisti: fare i conti con il fallimento senza mai abbandonare i propri sogni. E fare delle scelte per amore di questi.
Il realismo raccontato, viene però rappresentato da Chazelle in modo surreale, attraverso situazioni non proprio quotidiane. La prima canzone del musical è Another day of Sun, rappresentata con un magnifico piano sequenza di 4 minuti e 17 secondi, parte dall’imbottigliamento del traffico, situazione più che reale, che è l’ottimo pretesto per un numero musicale di alto livello. Ecco nessuno si sognerebbe di ballare nel traffico ma il musical riesce ad unire reale e surreale in un unica soluzione. Oppure Someone in the crowd, che racconta la realtà del trovarsi ad una festa in cui puoi essere al centro dell’attenzione per qualche minuto, prima che arrivi qualcuno più importante di te ad oscurarti. La La Land è la rappresentazione più fedele della società contemporanea in cui si da importanza a tutto e niente. Tutto ha importanza ma per un brevissimo istante.
La La Land: tempo del racconto e simbolismo dei colori
Come già detto l’incontro tra Mia e Sebastian tarda ad arrivare, la storia infatti riguarda un intero anno delle vite dei protagonisti scanditi e diluiti in quattro stagioni per una maggiore scorrevolezza nella narrazione. Ad ogni stagione c’è qualcosa nella vita dei protagonisti che cambia, in una Los Angeles però che non cambia affatto, rimanendo sempre soleggiata. Come farci accorgere, dunque, del cambio delle stagioni?
La minuziosità nel lavoro di tutti nel film ovvia anche a questo problema. Attraverso l’uso nei colori dei costumi dei protagonisti e le scenografie possiamo evincere in che tipo di stagione ci troviamo. Per L’inverno infatti Mia e Sebastian vestono colori freddi e scuri adatti alla stagione, mentre in primavera e in estate indossano colori caldi e accesi. I costumi non sono fondamentali solo per i colori nello scandire le stagioni, ma anche per delineare e completare la personalità dei personaggi. Mia indossa vestiti leggeri, colorati adatti alla sua giovane personalità di donna ancora acerba, Sebastian indossa completi eleganti, che completano la sua personalità eccentrica e d’altri tempi.
La La Land: musical e film
In un musical o più in generale in un film, si cerca di lasciare il climax, o il pezzo forte, per la metà o la fine del film per mantenere alta l’attenzione dello spettatore. La La Land si differenzia anche in questo! La già citata scena iniziale, con il favoloso piano sequenza, viene appunto usata come incipit del film. E’ una super dichiarazione di intenti che Chazelle fa agli spettatori, in modo che anche il più disattento dei quali si accorga che sta guardando un musical.
Man mano che la trama procede c’è un’appiattimento, non in senso negativo, dei numeri musicali che seguiranno. Seguendo la filosofia del Less is more, Chazelle toglie di volta in volta il superfluo dai numeri musicali, fino a lasciare l’essenziale. E come se il musical e il film fossero complementari, e mano a mano che la storia cresce il musical si fà più piccolo dando sempre un contributo fondamentale alla narrazione.
La La Land: conclusioni
Damien Chazelle e il suo team lavorano con una sinergia particolare che è trasmessa anche allo spettatore nel guardare il film. Ogni reparto infatti, dai costumi alla fotografia, completa un puzzle complesso, fatto di piccoli pezzi che incastrati tra loro danno un risultato eccezionale. La forza del film oltre al realismo con il quale racconta la vita, trasmette anche l’amore di Chazelle per il musical. Sparsi per la pellicola ci sono infatti un sacco di citazioni ad altri musical che hanno fatto la storia del genere. Da Singin’ in The Rain (1952) a Grease (1978), passando per West Side Story (1961) o Boogie Nights (1997). Spesso la cosa che più delude nelle pellicole è il finale. Ci sono quelli che lasciano l’amaro in bocca, altri che sono inconcludenti.
Il regista pensa anche a questo, regalando un finale che è la perfetta chiusura per la storia. Per accontentare i più pignoli, Chazelle ci mostra anche un finale alternativo, con l’ipotetica storia che i protagonisti avrebbero vissuto se avessero compiuto scelte differenti.
Insomma Damien Chazelle non lascia niente al caso e chiude la narrazione con un finale da pelle d’oca. Il finale è la degna conclusione di un film destinato a segnare la storia del Musical. Per citare Sebastian in una scena del film La La Land è
Nuovo di zecca ogni volta.
La la land
Rating - 9
9
Lati positivi
- interpretazione degli attori
- storia ben sviluppata
- lavoro eccezionale di ogni settore
Lati negativi
- forse non adatto ai non amanti del musical