Veloce come il vento: recensione del film con Stefano Accorsi

La recensione del film di Matteo Rovere con Stefano Accorsi e Matilda De Angelis

Veloce come il vento (The Italian Race, titolo internazionale) è un dramma sulle corse automobilistiche diretto da Matteo Rovere. La pellicola è liberamente ispirata al famoso pilota di rally degli anni ottanta Carlo Capone e al suo seguente tracollo psicofisico. I protagonisti sono i fratelli Loris e Giulia De Martino, rispettivamente interpretati da Stefano Accorsi e da Matilda De Angelis (vedi la recensione di Youtopia). Il film è stato accolto positivamente dal pubblico e anche dalle critica, portandosi a casa ben 2 Nastri d’Argento (tra cui Miglior attore protagonista per Accorsi), 6 David di Donatello e numerose altre candidature.

Analizziamo quindi il successo dell’ultima fatica di Matteo Rovere, un film sia drammatico che d’azione. Per Rovere tutto ha inizio con il fortuito incontro con Antonio Dentini (Tonino), un anziano meccanico in pensione che gli racconta più storie, una di queste su Carlo Capone. L’ex campione europeo era riuscito a raggiungere la vetta del successo con molta facilità ma la depressione e la tragica morte della figlia lo costringono al ritiro dalla vita pubblica. Rovere ha così una valida idea di partenza e si mette all’opera.

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Veloce come il vento: trama

Emilia Romagna. Giulia De Martino è una pilota di Gran Turismo. Il suo allenatore è suo padre ma quando lui muore prematuramente di infarto Giulia è costretta ad un riavvicinamento forzato con il fratello Loris. I due, come è chiaro, non vanno affatto d’accordo. Loris, ex pilota automobilistico ormai dimenticato, è un tossicodipendente. Vive alla giornata assieme alla fidanzata Annarella e non è in grado di prendersi cura né di Giulia, né del fratello minore Nico. La convivenza nella casa del padre è inizialmente difficile. Giulia cerca di rimettersi in pista in vista delle gare future e cerca al contempo di allontanare il più possibile Nico dal torbido mondo di Loris. Tutto cambia quando questi scopre che il padre, per rimediare ai prestiti che ha contratto, ha deciso di usare la casa come risarcimento qualora Giulia perdesse il campionato. Decide quindi di diventare il suo nuovo allenatore. Lei accetta ma i metodi di Loris sono ovviamente poco convenzionali; infatti:

Per vincere bisogna prendere dei rischi.. e poi divertiti Giulia! Divertiti!

Riuscirà a condurla verso la vittoria e a salvare la loro casa oppure la trascinerà nel suo mondo sregolato e malsano?

Veloce come il vento: un nuovo Made in Italy

Questa volta il regista romano Matteo Rovere si allontana dalla sua comfort zone: l’unica cosa che Veloce come il vento ha in comune con i suoi precedenti lungometraggi è l’aspetto provocativo. Infatti se agli esordi Rovere si era cimentato con i drammi adolescenziali di una piatta borghesia contemporanea, ora i suoi protagonisti sono degli outsiders in lotta con il mondo e tormentati dai propri demoni interiori.

Ma Rovere si distacca anche dalla tradizione cinematografica italiana diventando lui stesso un outsider o, per meglio dire, un neofita del cinema internazionale. Prima di lui Gabriele Mainetti con Lo chiamavano Jeeg Robot e Gabriele Salvatores con il fantascientifico Il bambino invisibile sono stati gli avanguardisti di un modo nuovo di fare cinema in Italia, sulla scia di quello americano.

Il risultato ottenuto da Rovere non è un film impeccabile, per certi versi è ancora un po’ acerbo e sgraziato. Certo è, però, che riesce a coinvolgere ed intrattenere il pubblico che è lo scopo primo del cinema odierno. Il lungometraggio è indubbiamente duro, spesso malinconico, a volte straziante. Non indora la pillola ma allo stesso tempo non mancano le scene che ci fanno sorridere e scaldare il cuore (non sono molte ma lo equilibrano).

Mi appassionava l’idea di entrare in un mondo con regole particolari e sentimenti umani forti come quello delle competizioni automobilistiche , che non sono la Formula 1 e che in Italia sono molto presenti. È un mondo per certi versi segreto, molto intenso, dove ancora sono forti i legami e le radici familiari, ricco di personaggi epici.

Matteo Rovere

Veloce come il vento: i protagonisti

Difficile la prova attoriale affrontata da Stefano Accorsi, che gli vale il David di Donatello come migliore attore protagonista, e dalla esordiente Matilda De Angelis. Sia il personaggio di Loris che quello di Giulia sono molto credibili, un po’ perché le battaglie interiori ed esteriori che combattono ci sono vicine, un po’ anche per il ricorso al dialetto emiliano (sia Accorsi che De Angelis sono infatti di Bologna) che li rendi ancora più veri.

Nel presentarci Loris il regista non cade nel facile uso dello stereotipo di tossicodipendente. Sono sì presenti delle scene che rendono evidente la gravità della dipendenza di Loris e i pericoli in cui incorre ma non ci si sofferma troppo; lo osserviamo da fuori, con distacco. Lo vediamo dapprima divertirsi, farsi e poi pian piano evolvere e forse prendere consapevolezza. Tutto il contrario della seriosa Giulia che, invece, prende il suo sogno con serietà e non demorde di fronte ai problemi. Cade e si rialza continuamente dimostrando una maturità di molto superiore a quella di Loris.

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Veloce come il vento: Conclusioni

La performance di Stefano Accorsi, che ha dovuto perdere ben 14 chili per il ruolo, è molto convincente, al punto da persuadere anche chi non è un suo grande fan mentre Matilda De Angelis, classe 95, è bravissima e con i suoi modi spicci ci regala una Giulia determinata e trainante, un’eroina senza super poteri. Un ruolo davvero molto raro da trovare nel moderno panorama cinematografico italiano.

Matteo Rovere, quindi, ci prova e ci riesce, scommettendo su un cast misto tra attori navigati ed esordienti. Veloce come il vento è un film incentrato sulle corse automobilistiche ma anche sulla difficoltà di far coesistere sogni e realtà e di riuscire a relazionarci con chi ci è più vicino. Per certi versi è un film anomalo e goffo ma al contempo ne vorrete di più poiché vi saprà coinvolgere pur dandovi un qualcosa di diverso dalla solita commedia.

Veloce come il vento

Voto - 7.5

7.5

Lati positivi

  • bravura degli attori
  • innovazione del cinema italiano

Lati negativi

  • film sgraziato in più punti

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