Arrival: 5 curiosità sul film di Denis Villeneuve
Eccovi 5 curiosità su Arrival, film cult di Denis Villeneuve
Arrival è un film del 2016 diretto da Denis Villeneuve con protagonisti Amy Adams e Jeremy Renner. La pellicola è stata campione d’incassi in tutto il mondo e ha ricevuto tantissimi pareri positivi sia dalla critica che dal pubblico. Il film racconta di un’invasione aliena sul pianeta Terra – voi direte niente di nuovo, visto l’immensa mole di lungometraggi su questo argomento. Ma Arrival è diverso: tratta della venuta degli alieni e di come l’uomo tenti di approcciarsi a loro; non vedendoli come un nemico ma come una risorsa da sfruttare per imparare. Arrival su questo punto è un film innovativo, in quanto svia il solito tema del proteggere la Terra dalle invasioni extraterrestri, per tentare un dialogo con la razza aliena. Infatti, tutto il film è incentrato sul creare un punto d’incontro, un contatto e un dialogo con le creature extraterrestri. Il ruolo degli scienziati è messo al servizio di questi ultimi al fine di comunicare e costruire una potenziale alleanza con essi.
Se dunque il film vi è piaciuto e avete apprezzato la regia e gli effetti speciali, non vi resta che proseguire la lettura. Eccovi 5 curiosità su Arrival di Denis Villeneuve.
5 curiosità su Arrival di Denis Villeneuve
Arrival è forse uno dei film di fantascienza più riusciti degli ultimi anni. Ad aver reso possibile questo successo è certamente la scelta di una trama e di una sceneggiatura non convenzionali per il tema trattato, e un corretto uso degli effetti speciali. Sulla Terra arrivano 12 navi extraterrestri, definite “gusci” dall’esercito americano. L’esperta in lingue Luoise Bnaks viene reclutata dall’esercito per tentare un approccio comunicativo con gli alieni e cercare di stabilire un dialogo con loro. Nell’impresa verrà aiutata dal fisico Ian Donnelly e dal colonnello Weber. Luoise giorno dopo giorno comincia a comprendere la lingua aliena e contemporaneamente inizia ad avere delle visioni sul suo futuro. Se Luoise si chiede perché essi siano approdati sulla Terra, il resto del mondo si prepara ad attaccare le astronavi. Infatti gli alieni hanno risposto con una frase ambigua: “offrire arma”, che i vari stati hanno frainteso. Inizia quindi una corsa contro il tempo per impedire l’uccisione aliena ed impedire una guerra nucleare.
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Una fotografia dirty sci-fi
Il direttore della fotografia Bradford Young ha dato origine ad un tipo di fotografia definita “fantascienza sporca” (dirty sci-fi). La tecnica è stata fortemente voluta dal regista, che ha trovato in Young un vero alleato. Il dirty sci-fi consiste nel ricreare un’ambientazione ben precisa. Quello che i due hanno voluto ricreare è la sensazione che i bambini provano all’interno di un autobus mentre fuori piove. Quindi si è cercato quell’effetto di bagnato, di distacco dalla realtà e dalla nitidezza. La volontà è quella di mantenere le immagini leggere e distanti dalle classiche sequenze di un kolossal. La tecnica di “fantascienza sporca” rende il tutto più sensibile e permette un approccio più concreto al senso del film.
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I “gusci”
La forma delle astronavi ricorda quella di un guscio d’uovo, per questo vengono chiamate “gusci” dall’esercito americano. La particolare forma delle navicelle è stata un’idea del regista, Denis Villeneuve, che si è ispirato ad un corpo celeste, un asteroide che ruota attorno al sistema solare chiamata Eunomia o Asteroide 15. Pertanto, il regista ha voluto inserire degli elementi e riferimenti reali alla fisica e all’astrofisica in modo da rendere tutto il film più vicino alla realtà. Infatti questo simbolo, oltre a ricordare un asteroide davvero esistente, rappresenta la vita, la rinascita, come l’uovo che in natura contiene la vita. In Arrival il “guscio” contiene una fonte di sapere e un nuovo modo di concepire il tempo e la vita stessa.
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La lingua aliena
Il cinema e la letteratura non sono nuovi alla creazione di idiomi e di lingue nate dalla fantasia di scrittori o registi. Un caso su tutti è la lingua elfica de Il signore degli anelli di Tolkien. Anche per Arrival è stata creata una lingua completamente nuova. Infatti, quella degli alieni è stata creata in collaborazione con l’artista Martine Bertrand che ha ideato il design a cerchi astratti del linguaggio alieno. Invece Patricia Vermette, production designer del film, ha ideato e realizzato il dizionario e la struttura del linguaggio. Dave Whitehead, avvezzo alla creazione di idiomi già per Il signore degli anelli, ha ideato i suoni che compongono la lingua parlata per poi essere accoppiati alle immagini durante il montaggio sonoro. Un esempio è un rumore simile a quello delle rocce che cadono mentre c’è un terremoto. La parte curiosa della lingua creata sta nel fatto che i cerchi con cui comunicano gli alieni sembrano ispirati ad un simbolo buddista, enso, che significa “un momento in cui la mente è libera e permette al corpo di creare”.
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Gli alieni
Denis Villeneuve, per la creazione degli alieni, si è ispirato a delle balene, pensandoli appunto come delle creature imponenti e in grado di intimidire il pubblico. Alla fine della creazione, gli alieni hanno assunto la forma di enormi calamari giganti con sette tentacoli, chiamati appunto eptapodi. Inoltre, il loro verso ed i suoni che producono mentre comunicano, assomigliano al verso delle balene. Questa forma rimane nascosta per quasi tutto il film, e infatti è al limite dell’onirico, che lascia quindi spazio all’immaginazione dello spettatore nel dare una forma alle creature. Il regista ha creato le gli alieni assieme all’artista Carlos Huante, già creatore degli esseri del film Prometheus di Ridley Scott.
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La teoria di Sapir-Whorf
La teoria di Sapir-Whorf è una dottrina linguista che sostiene che lo sviluppo cognitivo di una persona è influenzata dalla lingua che parla. Questa teoria è alla base di tutto il film. Inoltre, sostiene che durante l’apprendimento di una lingua straniera o aliena, come in questo caso, si comincia a sognare e a pensare nella lingua che si sta studiando. Quando gli alieni scrivono una frase con il loro linguaggio, Louise prova a replicare la scritta e i due mondi entrano in contatto, ma soprattutto la donna con gli esseri. Louise, dunque, immergendosi giorno e notte nella lingua aliena, inizia ad avere interruzioni mentali e pensieri più confusi riguardo il presente che sta vivendo. Comincia ad avere visioni sul futuro, capacità che acquisisce dall’apprendimento di questa particolare lingua. La teoria di Sapir-Whorf è un altro elemento che fa di Arrival un film importante, e che prende ispirazione da fatti ed elementi reali. Come abbiamo già visto per l’asteroide 15 che ha ispirato le navicelle spaziali.