Conta su di me: recensione del film di Marc Rothemund
Un film che racconta il legame tra due visioni della vita completamente differenti
Un amico è quanto di più prezioso si possa avere nella propria vita, nonché nella propria quotidianità. Si sa, l’amicizia è un valore irrinunciabile, necessario per potersi considerare felici. Se poi la sorte decide di essere spietata, così come nel caso del povero David, allora un amico diventa di vitale importanza.
“Conta su di me” è il nuovo film diretto dal regista tedesco Marc Rothemund. Ricordiamo il suo film nominato agli Oscar per il miglior film straniero, “La rosa bianca – Sophie School”, nel 2005. Questo suo nuovo lavoro prende ispirazione dal best seller tedesco “Dieses bescheuerte Herz: Über den Mut zu träumen”. Il film è stato presentato inoltre al Giffoni Film Festival 2018, riscuotendo un largo consenso. In questa recensione parleremo delle nostre impressioni dopo la visione di questa commedia, ricca di spunti di riflessione così come di momenti d’ilarità.
Conta su di me: trama
Lenny (Elyas M’Barek) è un trentenne privo di qualsivoglia responsabilità. Vive sull’onda del divertimento, delle luci da discoteca e della spensieratezza più vacua. Suo padre, all’estremo opposto, è invece un rispettabile nonché noto cardiologo, molto dedito al lavoro. Proprio quest’ultimo prenderà una decisione che in qualche modo stravolgerà la vita di Lenny: gli imporrà di prendersi cura di un suo giovane paziente, David (Philip Noah Schwarz). Il giovane ragazzino soffre di una grave malattia cardiaca che lo obbliga a passare molto tempo tra cliniche e sala operatoria. A Lenny verrà affidato quindi il compito di rivolgere a David il massimo delle attenzioni, ma in che modo potranno coesistere due visioni della vita così differenti?
In “Conta su di me” troviamo una storia interessante, molto ricca di sfaccettature, in grado di passare dal dramma al sorriso senza snaturarsi. Un po’ come fanno i due protagonisti, Lenny e David. Il primo, con alle spalle anni di esperienza tra i pub, prova a farsi strada tra le lotte quotidiane che il giovane ragazzo è costretto a combattere. Questo però avviene tramite un’influenza reciproca: non è solo Lenny ad immergersi nel mondo di David, bensì anche viceversa. David, che conosce poco il divertimento, può finalmente viverlo a pieno grazie all’altro, distraendosi saltuariamente dal richiamo ridondante dell’ospedale e della sua malattia. Avrà persino modo di esaudire alcuni suoi desideri personali, tra i quali il sogno di trovare l’amore.
Conta su di me: analisi
La pellicola ha sicuramente dei punti forti, uno tra i quali è la scorrevolezza. Tutto sommato le vicende si susseguono in modo molto fluido. Si avverte una certa leggerezza nel modo in cui vengono narrati i fatti, nonostante il tipo di drammi che vengono raccontati, e ciò è un bene. Descrivere la tragicità di una situazione, però ridimensionandola, lascia aperta la possibilità di mettere in risalto molti altri aspetti della storia, senza quindi venire sopraffatti dallo sconforto. A contribuire vi è anche la durata del film discretamente contenuta, di soli 106 minuti.
È tuttavia un film che sa un po’ di già visto. Guardando “Conta su di me” è inevitabile il confronto con quello che potrebbe essere in qualche modo il suo papà: “Quasi amici”. Trattandosi in entrambi i casi di storie vere,il coinvolgimento per lo spettatore è totale. Una differenza notevole sta però nel protagonista; se in Quasi amici Driss è un personaggio con un passato doloroso, dal presente incerto, alla ricerca di un riscatto sociale, nel caso di Lenny la situazione è diversa. Lui è semplicemente un fannullone, un ragazzino nel corpo di un trentenne con una forte carenza di senso di responsabilità.
Questo piccolo dettaglio influisce molto al livello narrativo. Sempre osservando il capolavoro francese, Driss e Philippe sono personaggi equilibrati. Escludendo infatti la palese impossibilità fisica di Philippe, entrambi posseggono gioie e dolori a coronare la loro esistenza. Ciò fa si che dal loro incontro nasca uno scambio ricco di emozioni di ogni genere, positive e negative, provenienti da ambo le parti. Nel caso di David e Lenny la differenza è troppo netta, l’equilibrio manca ed a risentirne è proprio l’impatto emotivo, che perde molto.
Conta su di me: conclusioni
Per concludere questa recensione possiamo dire con convinzione che “Conta su di me” è un film assolutamente godibile. L’adattamento del libro di Daniel Meyer e Lars Amend è ben riuscito, tirando su una sceneggiatura che regge molto bene per tutta la pellicola. La storia, tratta da fatti realmente accaduti, è coinvolgente e si lascia seguire. Efficace inoltre l’agile alternanza tra spunti riflessivi, momenti drammatici e attimi d’ilarità.
Bisogna dire che probabilmente il rapporto tra i due protagonisti non è così intrigante come ci si sarebbe potuti aspettare. Vi è un forte legame che nasce, i personaggi compiono una grande evoluzione lungo la storia, ma forse si sarebbe dovuto pensare meglio lo studio dei loro caratteri. Se fossero stati concepiti in modo più profondo, arricchiti di sfaccettature, resi più “reali”, forse la storia ne avrebbe giovato.
Conta su di me
Voto - 6
6
Lati positivi
- Scorrevolezza della storia
- Alternanza ben riuscita tra dramma e commedia
Lati negativi
- Personaggi poco equilibrati e poveri di sfumature
- Prove attoriali anonime