Gran Torino: recensione del film di Clint Eastwood

Recensione di Gran Torino, il film di Clint Eastwood che tratta di razzismo

I temi fra i più vecchi della nostra contemporaneità: il razzismo, la difficoltà di accettazione, l’amore e la guerra. Temi abusati, tutt’altro che originiali, su cui Clint Eastwood riesce a costruire una pellicola meravigliosa. Una storia dal sapore amaro, un quartiere americano dove razzismo e morte sono di casa.
Una storia che ha come protagonista Walt, un polacco veterano della guerra in Corea che rimane segnato per sempre dagli avvenimenti indicibili vissuti laggiù. Una guerra che ha temprato il suo carattere, lo ha reso più aggressivo, più burbero, un carattere che con la morte della moglie non può fare altro che peggiorare.

I figli non sono altro che esseri spregevoli che pensano solo a loro stessi, che vogliono l’eredità di Walt, un uomo che ormai non conosce più la felicità. Ha lavorato per trent’anni in una fabbrica della Ford, dalla quale comprerà una Ford Gran Torino del 1972, non più una semplice auto, ma un soggetto di cura maniacale e una delle poche occasioni di allontanamento dalla cruda realtà.
Con la recensione di Gran Torino noi di FilmPost vi racconteremo e analizzeremo questa meravigliosa pellicola prodotta e interpretata da Clint Eastwood.

Gran Torino recensione – il tema della guerra

Sin dai primi minuti del film è chiaro il rapporto che Walt Kowalski ha con la guerra. Walt è un veterano, che per tre anni ha visto morire intorno a sé degli amici. Non solo, però, perché in Corea ha anche ucciso.
Passano gli anni, ma certi ricordi rimangono e Walt lo sa bene. La guerra e la morte sono parte integrante del film, che vengono però bilanciati da un’ironia e un sarcasmo ben radicati nel modo di fare di Walt.
Questo sottile equilibrio favorisce non solo la scorrevolezza del film, ma anche la percezione dell’impatto che ha l’argomento bellico nella vita di Walt.Gran Torino recensione

Uccidere e morire per una nazione aumenta anche, inevitabilmente, il senso di appartenenza a quella bandiera che sventola nell’uscio di casa. E questo amore per la patria lo ritroviamo anche quando Walt rimprovera suo figlio perché si occupa di commercio di auto giapponesi. Un altro segnale forte della presenza della guerra lo troviamo ogni volta che Walt allontana i vicini dal suo terreno, quasi come fossero invasori.

Gran Torino recensione – il tema del razzismo

Walt è un uomo tradizionalista, un uomo d’altri tempi, per cui il rispetto è tutto. Ha fatto la guerra e ha combattuto per la sua patria contro il popolo orientale, per il quale non nutre grande affetto; in virtù di questo, difatti, all’inizio il rapporto con i vicini, da lui soprannominati “musi gialli” a causa di un razzismo ben radicato, è complicato. In generale Walt è un uomo burbero, che non le manda di certo a dire: è l’ultimo uomo bianco rimasto in un quartiere pieno di immigrati orientali e di uomini afroamericani.

Nonostante ciò, tuttavia, ha dei valori imprescindibili: si schiera a difesa del debole. Uno di questi è Thao, il più giovane della famiglia Hmong che si è trasferita nella casa a fianco. Walt lo chiama “tardo” perché non sembra essere particolarmente sveglio. Nonostante Thao abbia provato a rubargli la Gran Torino, Walt lo prende sotto la sua ala per insegnarli ad aggiustare e a costruire, così da fare di Thao un giovane uomo.

Gran Torino recensione – il cambiamento di Walt

Gran Torino recensioneIn “Gran Torino” è importante analizzare il cambiamento a cui va incontro Walt. All’inizio è un cambiamento lento, progressivo, che inizia nel momento in cui viene a contatto con la cultura e la tradizione della famiglia Hmong. Tant’è che Walt, ad un certo punto, si accorge di avere più cose in comune con gli orientali piuttosto che con i membri della sua famiglia.
Il rapporto con Taho, inoltre, che lo vede come un mentore, lo addolcisce, grazie anche alle attenzioni amichevoli della sorella maggiore di Thao, Sue. Walt inizierà ad entrare sempre più spesso in casa della famiglia Hmong, mangerà con loro sino ad affidare la sua quasi sacra Gran Torino a Thao.

Da lì a poco, però, il cambiamento si farà più veloce e travolgente. I più deboli, Thao e Sue, cadono sotto l’arroganza e la violenza del cugino e la sua gang. Da quel momento, Walt andrà incontro ad un cambiamento totale. Si confesserà per la prima volta, ultimo desiderio della sua defunta moglie Dorothy. Walt affronterà la fine accantonando definitivamente la guerra e tutto ciò che è collegato ad essa.

Gran Torino recensione – analisi tecnica

Clint Eastwood ha fatto delle inquadrature il punto forte del film per rendere più chiari diversi passaggi e concetti. Diverse inquadrature sono dedicate a tutto ciò che Walt ama: la sua cagnetta Daisy e la sua mitica Gran Torino. Una delle inquadrature più belle è, appunto, quella che vede Walt di spalle, al suo fianco la cagnetta e sullo sfondo la sua Ford.

I movimenti di macchina più dinamici sono quelli presenti nelle scene in cui Walt è fuori casa; questo ci fa capire quanto sia importante il ruolo della casa nella vita di Walt. La casa dove ha vissuto con sua moglie, dove la stessa moglie è stata commemorata dopo la sua morte. La stessa casa che vogliono a tutti i costi i figli, per trarne profitto. La stessa casa, infine, che è stata testimone silenziosa di quasi tutti gli atti di violenza del film.

Conclusioni

Gran Torino è uno dei film più belli usciti nelle sale italiane nel 2009, nonché il film che avrebbe dovuto metter fine alla carriera di Eastwood come attore.
In realtà noi sappiamo che non è così, perché l’attore è tornato sulla scena nel 2012 in un film che si chiama, appunto, “Di nuovo in gioco”.

Clint Eastwood non ha voluto semplicemente fare l’ennesimo film su temi come il razzismo, ma ha voluto dire la sua e lo ha fatto nel migliore dei modi. Vengono affrontati temi come la fede (mancata) e l’amore della famiglia, che gli viene negato dalla sua famiglia di sangue e donato dai vicini di casa orientali.
Il tutto, sotto i fari della sua Gran Torino, occhi spenti che sono testimoni di quasi tutte le vicende del film, dal razzismo radicato al totale cambiamento di Walt.

Gran Torino

Voto - 8.5

8.5

Lati positivi

  • Un film forte dal punto di vista emotivo e comunicativo
  • Tocca temi importanti e non lo fa in modo banale

Lati negativi

  • Alcune parti in cui i Hmong parlano mancano di sottotitoli

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