Maria Regina di Scozia: recensione del film con Saoirse Ronan e Margot Robbie
Un nuovo sguardo alla rivalità fra Elisabetta I e Maria Stuarda, interpretate da Margot Robbie e Saoirse Ronan
Maria Regina di Scozia, diretto dalla regista Josie Rourke, riporta sullo schermo la famosa rivalità fra la regina d’Inghilterra Elisabetta I e la regina di Scozia Maria Stuarda. Il rapporto fra le due donne è stato ampiamente trattato dal cinema, tra aderenze storiche e particolari rielaborazioni. Il film della Rourke si pone nel territorio della reinterpretazione storica, trasformando la rivalità femminile in una nuova complicità.
Storicamente la cattolica Maria Stuarda, oltre a essere la legittima regina di Scozia, vantava diritti anche sul Regno d’Inghilterra, protestante e sotto la guida di Elisabetta I, figlia di Enrico VIII. Il suo legame con la religione cattolica e la sua tolleranza resero Maria una figura scomoda anche in Scozia. Fuggita in Inghilterra, non trovò alcun aiuto, nemmeno da Elisabetta I, la quale era anche sua cugina. Rinchiusa in una torre per quasi vent’anni, Maria venne infine giustiziata.
Maria Regina di Scozia prende questi eventi storici e li adatta completamente ai temi contemporanei. Una particolare operazione dal dubbio risultato, tra un eccessivo femminismo e politically correct. Scopriamo in questa recensione perché il film, nonostante la bravura di Saoirse Ronan e Margot Robbie, non funziona a sufficienza.
Maria Regina di Scozia: recensione
1561, Maria Stuarda (Saoirse Ronan), regina consorte di Francia a 16 anni e rimasta vedova a 18, fa ritorno nella nativa Scozia. Il suo desiderio è governarla, come le spetta di diritto, ma il suo ritorno mette in discussione la presenza di Elisabetta I (Margot Robbie) sul trono d’Inghilterra. Il regno è ormai protestante e la cattolica Maria mette in allarme i Lord di entrambi i regni. Inoltre la presenza di due regine a contendersi il trono infastidisce non poco l’aristocrazia maschile. Maria ed Elisabetta soffrono nel regnare sole in un crudele mondo di uomini. Tutto ciò crea una complicità fra le due ma le logiche di potere sembrano prevalere su tutto.
Maria Regina di Scozia: il femminismo che rielabora la storia
Le rivisitazioni storiche sono spesso interessanti, tanto da indurre a soprassedere su eventi mai accaduti o rapporti mai stretti. Nel caso di Maria Regina di Scozia, tuttavia, la rielaborazione della rivalità fra le due regine cade in cliché troppo prevedibili e si fa bella con temi attualissimi relativi le donne. Le due sovrane infatti non si odiano ma cercano di collaborare, di trovare un’intesa ma non vi riescono a causa dell’intromissione maschile. Lord e uomini di fede con maschilismo e violenza manipolano così l’operato femminile, infrangendo sogni e aspettative. Un simile affresco sa troppo di ‘già visto’, e applicarlo a una delle rivalità storiche più famose appare una mossa furba e acchiappa-like.
È un peccato veder sprecata questa dinamica di potere al femminile, trasformata in una questione di gender e adattata a temi contemporanei per ottenere consenso. Interessante è però il rapporto donna-trono che si sviluppa in maniera diversa nelle due sovrane. Maria difende strenuamente il suo essere donna, anche se si trova alla guida di un regno. Elisabetta, invece, sembra soccombere al potere, un elemento maschile che la trasforma in un essere praticamente contrario al femminile: la regina perde la sua bellezza a causa del vaiolo, il suo ventre diventa sterile e i suoi sentimenti si induriscono a poco a poco.
Maria Regina di Scozia recensione: conclusioni
Maria Regina di Scozia è un film che risente eccessivamente dell’accostamento a temi contemporanei troppo prevedibili. I ritratti delle sovrane sono però ben costruiti e approfonditi, grazie alla buona sceneggiatura di Beau Willimon (l’uomo che si trova dietro a un grande prodotto come House of Cards). Fortunatamente ci sono anche le grandi interpretazioni di Saoirse Ronan e Margot Robbie. La prima ci stupisce con la sua particolare bellezza e la sua recitazione priva di esagerazioni, che porta alla luce con naturalezza i tormenti del suo personaggio. La seconda invece subisce una stupefacente trasformazione fisica che non limita il suo talento.
L’ottima fotografia, infine, mette in risalto i luoghi della storia, resi non magnifici e illuminati da luci innaturali ma con interessanti cromatismi bassi e contrasti chiaroscurali. Il tutto forse per far emergere la meravigliosa chioma rossa della Maria della Ronan, che irradia un potente animo femminile. Dispiace però vedere questi ottimi elementi di pregio abbinati a temi prevedibili: risolvere tutto con una questione di gender e un femminismo quasi dei nostri tempi non è così emozionante. Soprattutto se lo si fa in maniera quasi didascalica.
Maria Regina di Scozia
Voto - 5.5
5.5
Lati positivi
- Le intepretazioni di Saoirse Ronan e Margot Robbie
- La fotografia
Lati negativi
- La trasformazione della rivalità femminile in complicità per un adattamento a temi contemporanei acchiappa-like