Captain Marvel: recensione del film Marvel con Brie Larson
Arriva finalmente sul grande schermo uno dei personaggi del MCU più attesi
Captain Marvel, film di cui vi presentiamo la recensione, rappresenta la ventunesima pellicola del Marvel Cinematic Universe. È stata prodotta dai Marvel Studios ed è stata scritta e diretta da Anna Boden e Ryan Fleck. Il cast, a dir poco stellare, include Brie Larson nel ruolo della protagonista, Samuel L. Jackson nei panni di Nick Fury e Jude Law che interpreta Yon Rogg. L’idea di un film completamente dedicato a Carol Danvers ha origini lontane, data l’importanza del personaggio. Fin dal 2013 si vociferava di un possibile stand alone basato sulla supereroina ma l’accavallarsi di diversi progetti ha fatto sì che venisse posticipato fino ai giorni nostri. Finalmente per tutti i fan l’attesa è finita.
Il film si basa in parte sulla saga fumettistica del 1971 dove viene descritta la guerra tra il popolo Kree e il popolo degli Skrull. Queste due differenti razze aliene vengono portate per la prima volta sul grande schermo e sicuramente saranno al centro degli eventi cosmici che sconvolgeranno l’intero universo Marvel. Captain Marvel risponde ad alcune domande scaturite da Avengers: Infinity War ma al contempo introduce nuovi quesiti che troveranno sicuramente risposta in Avengers: Endgame. Il film è consigliato a tutti i fan dei prodotti Marvel e dei film d’azione vecchio stile, data l’alta concentrazione di combattimenti corpo a corpo. Dati i molti riferimenti alla cultura pop degli anni ’90 disseminati lungo l’intera storia ad uscire dalla sala più che soddisfatti saranno anche i nostalgici di quel periodo.
Indice
Captain Marvel recensione
La pellicola è ambientata nel 1995 e segue le vicende di Carol Danvers, membro di un gruppo militare d’élite del popolo Kree chiamato “Starforce“. Nonostante i suoi enormi poteri e la sua ferrea volontà la ragazza si trova in una situazione di forte sofferenza emotiva. La ragione di tanta angoscia è l’amnesia che l’ha colpita. non ricorda nulla di tutto ciò che le è accaduto prima dell’arrivo su Hala, pianeta natale dei Kree. Al suo fianco l’energico e saggio Yon Rogg (Jude Law), suo mentore, cerca di guidarla sia nella vita di tutti i giorni che nell’utilizzo delle sue capacità al di fuori del comune. Da tempo immemore il popolo che ospita la protagonista si trova in guerra con gli Skrull, razza mutaforma in cerca di un pianeta su cui vivere. Proprio uno degli attentati orditi dagli Skrull causerà la temporanea separazione della Starforce, facendo finire Carol Danvers sulla Terra.
Lì la protagonista incontrerà delle vecchie conoscenze dell’Universo Marvel: Nick Fury e Phil Coulson, all’epoca giovani agenti di un neonato S.H.I.E.L.D. Sarà dura per la Danvers riuscire a convincere uno scettico e razionale Fury ad accettare l’esistenza di così tanti popoli alieni. Col passare del tempo però l’intesa tra i due crescerà a tal punto da formare un’insospettabile accoppiata che difenderà la Terra dai facinorosi popoli extraterrestri. Un lungo viaggio fisico si trasformerà presto in un estenuante ricerca del proprio Io e delle proprie origini. Carol Danvers capirà di essere qualcosa di più che una semplice combattente ben addestrata e Nick Fury capirà che non basterà un semplice esercito per difendere il pianeta dalle minacce future.
La necessità di un super eroe donna – Captain Marvel recensione
Nel pieno del movimento “Me too” la Marvel riempie con sagacia un vuoto del tutto inspiegabile, dato l’elevato numero di personaggi femminili presenti nei fumetti. Captain Marvel rappresenta infatti il primo film del MCU ad avere come protagonista una donna. Grazie ad una buona sceneggiatura il personaggio principale risulta funzionare molto bene, venendo presentato in tutta la sua forza e la sua fragilità. Il film riesce a vincere la non facile sfida di portare al vasto pubblico un personaggio non così noto e farlo amare sin da subito. Il grande pregio di Carol Danvers è sicuramente l’umanità che riesce a far trasparire nonostante sia ben più di una semplice terrestre. Rialzarsi dopo ogni caduta e convivere con le emozioni, queste sono le sue linee guida; sarà dura per lei capirle e accettarle ma alla fine riuscirà nell’intento di dominare tanto i suoi sentimenti quanto il suo dono.
Ad aggiungere fascino al tutto c’è sicuramente il costume, fedele ai fumetti e realizzato in maniera ineccepibile. Yon Rogg, interpretato da un sempre convincente Jude Law, accompagna il personaggio principale nel suo processo di crescita. L’attore riesce con pochi tratti a definire in modo ineccepibile le complesse caratteristiche morali e psicologiche del mentore della protagonista. A stonare in un’orchestra che sembra suonare all’unisono lo stesso spartito è il personaggio interpretato da Samuel L. Jackson. Del Fury deciso, pragmatico e serio che abbiamo conosciuto nei fumetti (e in parte anche nei precedenti film Marvel) non vi è più traccia. Azioni non sempre coerenti con ciò che gli accade, battute scontate e uscite forzate lo rendono sicuramente uno dei punti deboli del film. Si tratta sicuramente di un’occasione sprecata, con qualche accortezza in più si sarebbe potuto implementare la storia narrando anche le origini del fondatore degli Avengers.
Considerazioni finali
Come è stato fatto per “I Guardiani della Galassia” la produzione ha cercato di inserire una colonna sonora accattivante e dal tono leggero. Il risultato non risulta però allo stesso livello, non riuscendo mai a catturare del tutto lo spettatore. Un plauso va sicuramente agli effetti speciali: il ringiovanimento operato sui volti di Nick Fury e Phil Coulson ha dell’incredibile, non tanto per la qualità in se ma per la capacità di mantenere l’effetto per tutta la durata del film. Altro punto di forza del film sono le coreografie dei combattimenti corpo a corpo. Più che nei precedenti capitoli Marvel l’uso dei poteri è quasi nullo, almeno per la prima parte abbondante di film. Parallelamente al percorso di crescita emotiva intrapreso dalla protagonista c’è infatti la parte dedicata alla comprensione dei propri limiti fisici.
A mutare la propria forma non sono solo gli Skrull, ma anche il film stesso durante tutta la narrazione. Per gran parte della pellicola sembra di trovarsi di fronte ad un buddy movie degli anni ’90 per poi sfociare nel più classico dei film sui supereroi. Due personalità forti che messe in situazioni estreme riescono a tirare fuori il meglio di sé, alternando scene da veri duri a sketch comici. La dinamica funziona, anche se non in tutte le situazioni. Il punto più alto si raggiunge sicuramente nel finale, dove ogni cosa troverà il suo posto. Captain Marvel riuscirà definitivamente a prendersi tutta la scena facendoci capire che sarà lei l’unica speranza per salvare l’Universo da Tanos. Captain Marvel riesce egregiamente nel non facile compito di fare da ponte tra i due capitoli dedicati agli Avengers, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti.
Captain Marvel
Voto - 7
7
Lati positivi
- Personaggio di Captain Marvel
- Introduzione dei popoli alieni Marvel
- Effetti speciali
- Scene di combattimento
Lati negativi
- Personaggio di Nick Fury
- Non sempre i diversi stili presenti nel film si amalgamano bene
- Colonna sonora