La Ballata di Buster Scruggs: spiegazione del finale del film
Proviamo a trovare un'interpretazione al ambiguo ultimo capitolo del film dei fratelli Coen!
La Ballata di Buster Scruggs è l’ultimo film dei due fratelli che da ormai trent’anni influenzano l’arte cinematografica con le loro opere: Joel e Ethan Coen. Presentato alla 75ª edizione del Festival del Cinema di Venezia, vincendo anche il premio per la sceneggiatura, è stato distribuito globalmente dal colosso dello streaming Netflix. Il film, inizialmente pensato come una mini serie, si presenta come un puzzle composto da sei episodi di durata differente. Questi sono connotati da una componente comune: l’impronta western, che già i due fratelli hanno avuto modo di sperimentare in passato. Abbiamo analizzato il film nella nostra recensione, ma oggi vogliamo parlare più approfonditamente sull’ultimo, ambiguo, episodio del film. Molti infatti si sono trovati spiazzati dall’ultimo capitolo, non riuscendo a trovare una spiegazione agli eventi narrati.
I sei episodi sono tutti legati da un’ambiguità di fondo che porta lo spettatore ad una riflessione che si concentra su vari aspetti della quotidianità e della vita dell’uomo. Il primo aspetto tra essi, che tesse una rete comune per tutti i capitoli, è il tema della morte. Questo infatti si presenta come filo conduttore, oltre all’ambientazione, di tutte le storie narrate. Il grottesco, l’umorismo e l’assurdo, che caratterizzano la filmografia dei Coen, vengono portati all’esasperazione in tutto il film. Ma, se i primi cinque capitoli riescono (pur con un filo di amarezza) ad essere compresi, portando ad una profonda riflessione esistenziale, l’ultimo ci lascia immersi nel suo alone di mistero. Proviamo quindi a trovare una spiegazione a “The Mortal Remains“, l’ultimo episodio de “La Ballata di Buster Scruggs”.
***L’articolo contiene spoiler***
The Mortal Remains – La Ballata di Buster Scruggs spiegazione
Prima di addentrarci nella spiegazione, ripercorriamo un po’ gli eventi di quest’ultimo episodio.
A bordo di una diligenza troviamo cinque personaggi, in viaggio verso Fort Morgan. Sono Thigpen e Clarence, due britannici che siedono vicini, Renè, francese, Ms. Betjamen, una donna moglie di un noto professore e un cacciatore di pellicce. Gli ultimi tre siedono insieme, dal lato opposto a quello dei britannici.
I cinque, durante il viaggio, cominciano a discutere e a scambiarsi opinioni sull’uomo e la natura delle sue azioni. Mentre i britannici stanno ad ascoltare, gli altri tre discutono parecchio animatamente. Secondo il cacciatore gli uomini sono come i furetti, tutti uguali (insistendo su una sorta di incomunicabilità di fondo). La donna sostiene che una distinzione c’è ed è tra peccatori e giusti, secondo l’esempio biblico. Il francese, Renè, porta avanti la tesi dell’uomo mutaforma: le persone cambiano, secondo lui, forma in base alle circostanze, di conseguenza provare a trovare distinzioni o caratteri simili è inutile.
Quando verrà messo in discussione l’amore del marito di Ms. Betjamen nei confronti di sua moglie, la donna entra in preda ad una crisi respiratoria. Renè proverà a richiamare l’attenzione del cocchiere, per far fermare la diligenza: egli però sembra no sentirlo e continua la sua corsa, confermato dalle parole dei britannici che sanno che non si fermerà. Questi due, scopriamo subito dopo, sono cacciatori di taglie. Uno dei due, Thigpen, sottolinea quanto adori guardare le sue prede morire, mentre cercano un senso alla loro esistenza.
Arrivati a destinazione, in un’atmosfera inquietante, gli irlandesi scaricano un cadavere di un fuorilegge, per consegnarlo. Gli altri, sembrano non voler più scendere per entrare nell’albero nel quale passeranno la notte. Ma pian piano tutti entreranno nella struttura, dentro la quale si espande un’ambigua luce, quasi divina. proveniente dall’alto della grande scalinata.
La Ballata di Buster Scruggs spiegazione
Quando i cinque arrivano, ad attenderli trovano un tetro hotel, che non promette nulla di buono. Ma, al contrario dei precedenti capitoli, nessuno qui muore. Ed è questo il punto di partenza per la nostra spiegazione. Il filo conduttore del film, di tutte le vicende narrate, sembrava essere proprio il tema del decesso: alla fine di ogni capitolo, infatti, il protagonista (o un altro personaggio rilevante in quella storia) aveva la peggio. In “The Mortal Remains“, però, alla fine nessuno conosce la morte. Nessuno muore davanti ai nostri occhi. Ma il paradosso sta nel fatto che forse è il capitolo che più ci immerge in questo macabro tema. Se gli altri finivano in tragedia dopo storie grottesche, musicali o romantiche, questo non finisce male ma mantiene l’atmosfera cupa per tutta la durata della breve storia.
Ma possibile che nessuno muoia? Che questo ultimo capitolo non sia una parabola come le precedenti, con una finale amaro? Il punto di snodo va trovato nelle parole dei due uomini britannici, i cacciatori di taglie. I due infatti, non si presentano come tali, ma allegoricamente si definiscono “mietitori di anime che assistono coloro che sono giudicati colpevoli“. Quando viene chiesto loro se sono cacciatori di taglie, gli uomini non contraddicono esplicitamente, lasciando intendere che il loro ruolo e la loro figura potrebbe essere legata a qualcosa di più spirituale. Infatti pian piano, come per magia, quando uno dei due intona una canzone che parla di morte, le tre figure che tanto avevano discusso poco prima si zittiscono, prendendo consapevolezza del destino che li attende. A cosa ci stiamo riferendo?
The Mortal Remains – La Ballata di Buster Scruggs spiegazione
Come abbiamo già detto, in questo episodio sembra che nessuno sia morto, almeno davanti ai nostri occhi. Ed è proprio questo che ci illude, il fatto che la morte non venga mostrata. E se fosse già avvenuta? La nostra ipotesi verte sull’idea che il francese, la donna e il cacciatore di pellicce siano già deceduti. Pian piano hanno cominciato ad elaborare il lutto: questo spiegherebbe il motivo per il quale i cacciatori di taglie preferiscono l’appellativo “mietitori di anime“.
Il cocchiere, misterioso uomo dalle fattezze oscure, alluderebbe non solo alle stessa Morte, ma anche ad una sorta di Caronte del West, traghettatore di anime. Ma le anime qui non vanno all’Inferno, vanno in un hotel, e l’hotel è un alloggio provvisorio. Simbolicamente, quel luogo “provvisorio” potrebbe proprio essere una raffigurazione moderna del Purgatorio. Dopo il Purgatorio, se ci si riesce, si arriva in Paradiso. Quest’ultimo è proprio rappresentato dalla scalinata irradiata da una violenta luce. Un’ulteriore riprova per questa tesi, è la paura dell’incertezza dopo la morte: i tre hanno capito cosa è successo loro, ma non sanno a cosa andranno incontro, non sanno cosa si trova dopo le porte dell’hotel, dopo la vita sostanzialmente. Difatti, l’atteggiamento dei tre è una conferma, quando devono affrontare il problema: nessuno di loro vuole scendere per primo. La tesi viene avvalorata, inoltre, dalle due immagini sulla porta dell’hotel: simboli angelici e demoniaci, come suggerisce l’occhio attento di un utente.
“The Mortal Remains” è l’amaro finale che lascia in bocca un sapore d’assenza. Come l’assenza di certezze quando si muore, assenza di una destinazione definitiva post mortem. Il finale forse perfetto per “La Ballata di Buster Scruggs“, che ci ricorda come tutti siamo destinati a qualcosa e ci sembra scontato, ma ciò che non lo è, invece, è il dopo.
A conferma di questa teoria ci sono anche le due immagini sulla porta dell’hotel, un angelo e il Diavolo.
Uno sguardo attento e critico, ottima osservazione Diego! Continua a seguirci!
A conferma di questa teoria ci sono anche le due immagini sulla porta dell’hotel, un angelo e il Diavolo.
Uno sguardo attento e critico, ottima osservazione Diego! Continua a seguirci!
Ho notato “Caronte” che riparte con tutte le valigie ancora caricate sulla carrozza, a riprova dell’inutilità dei beni materiali dopo la morte.