La città proibita: 5 titoli da vedere per prepararsi al film

Se non volete arrivare impreparati in sala all'ultimo film di Gabriele Mainetti seguite questi consigli cinematografici (e seriali) dedicati al mondo delle arti marziali

Mentre La città proibita, ultima fatica di Gabriele Mainetti, arriva in sala, confermando, ancora una volta, la capacità del regista di Lo chiamavano Jeeg Robot e Freaks Out di adattare con approccio fortemente personale immaginari apparentemente lontanissimi da noi, proviamo a tracciare una lista di cinque di titoli – rigorosamente di arti marziali – che paiono dialogare con il film. Tra possibili ispirazioni, immancabili citazioni o semplici suggestioni ecco allora una breve top con i nostri 5 film di arti marziali da vedere per prepararsi a La città proibita, in sala dal 13 marzo. Ready? Fight!

5 film di arti marziali da vedere prima de La città proibita 

L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente

Non solo il primo – e, purtroppo, unico – film da regista di Bruce Lee. Non soltanto il film con il combattimento (tra lui e un giovane Chuck Norris) più celebre e celebrato di tutto il cinema di arti marziali. L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente è soprattutto il film che porta, letteralmente, il kung fu nel nostro mondo, consacrando definitivamente l’idolo di Hong Kong e la sua filosofia marziale, il jeet kune do. Un archetipo narrativo (il giovane campagnolo ingenuo ma coraggioso che arriva nella grande città) che è anche un inevitabile punto di riferimento per Mainetti e le avventure della sua Mei nella Capitale. Su Prime Video.

La città proibita

L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente. Golden Harvest

Chocolate

Citato da Mainetti stesso come una delle fonti d’ispirazione per il suo film, quest’opera tailandese del 2008 su una ragazza autistica (Yanin Vismitananda) appassionata di arti marziali ha in effetti, per approccio e attitudine, più di un punto di contatto con La città proibita. Diretto da quel Prachya Pinkaew che grazie a Ong-Bak e al suo interprete principale, lo stuntman ed esperto di muay thai Tony Jaa, aveva riacceso, a inizio millennio, l’interesse per le pellicole di arti marziali, Chocolate è un’ode assurda e citazionista al genere. Un’avventura scombinata e disomogenea capace però di lasciare a bocca aperta per le sue folli e spericolate coreografie (il combattimento finale tra cornicioni e insegne luminose) e per i suoi stunt lontani da qualsiasi buon senso. Su Prime Video.

La città proibita

Chocolate. Sahamongkol Film International

The Raid – Redenzione

Titolo imprescindibile per ogni appassionato di film d’azione che si rispetti e riferimento obbligato per qualsiasi pellicola di arti marziali venuta dopo il 2011, il film del gallese Gareth Evans con il campione indonesiano di silat Iko Uwais segna una nuova era per i film di combattimento. Un nuovo respiro, una ritrovata epica e un uso inedito delle arti marziali che, unite a una regia e a un senso dell’azione decisamente sopra la media, dimostrano come anche il cinema marziale possa essere grande cinema. Un tour de force violentissimo e indiavolato capace di trasformare un intero palazzo in un’arena videoludica e le arti marziali in uno spettacolo pirotecnico. Su Prime Video.

La città proibita

The Raid. Sony Pictures

Le implacabili lame di rondine d’oro

Tecnicamente non un gongfu movie ma un wuxia, i film di cappa e spada che proprio grazie a questo titolo, a partire dagli anni ’60, vissero a Hong Kong una seconda giovinezza. Impossibile però non vedere nel film di King Hu con la stella Cheng Pei-pei, il prototipo di un intero filone, quello delle donne guerriere, che, passando per successi come La tigre e il dragone (il quale, oltre a riproporre la protagonista in un ruolo secondario, citerà esplicitamente anche il celebre combattimento nella locanda), arriverà fino ai giorni nostri e alle nostre latitudini, trovando in Mei una sua nuova, combattiva incarnazione. Su MUBI.

La città proibita

Le implacabili lame di rondine d’oro. Shaw Brothers

Warrior (serie)

Nata nientemeno che da un’idea di Bruce Lee, la serie creata da Jonathan Tropper e Justin Lin riporta l’epica delle arti marziali sul piccolo schermo come non avveniva dai tempi del serial Kung Fu (un altro titolo a cui, non a caso, avrebbe dovuto prendere parte il Piccolo Drago). Tre stagioni per una serie che fa propria la lezione di The Raid (nel cast anche Joe Taslim) portando le coreografie marziali nel nuovo millennio e contaminandole con una narrazione “adulta” e decisamente politica (tutto ruota attorno al Chinese Exclusion Act del 1882 e alle sue conseguenze sulla comunità cinese di San Francisco). Un dramma storico dove le arti marziali tornano protagoniste, pur senza fagocitare la narrazione. Una lezione appresa anche da Mainetti. Su Now.

La città proibita

Warrior. Tropper Ink Productions

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