Loro 2: spiegazione della seconda parte del film di Sorrentino
Eccovi la spiegazione di Loro 2, dai nuovi personaggi alle scene più controverse
Il 10 maggio, a soli 15 giorni di distanza dall’uscita della prima parte, è arrivato nelle sale di tutta Italia Loro 2. Firmati entrambi da Paolo Sorrentino, le due parti sono un’unica grande opera cinematografica, separate per questione di tempo e di marketing. Per farsi una prima idea su Loro 2 rimando alla bellissima recensione di Emanuele Martinelli, che potete trovare cliccando qui.
Una spiegazione su Loro 2, dopo quella sulla prima parte è doverosa per riuscire meglio a comprendere sia scene oniriche allusive, sia i tanti personaggi reali che Sorrentino ha camuffato.
Loro 2 – Spiegazione della seconda parte del film di Sorrentino
In Loro 2 ritornano tutti i personaggi che avevamo abbandonato nella prima parte, ma i ruoli sono notevolmente mutati e, in alcuni casi, invertiti.
Rispetto a Loro 1 la presenza di Berlusconi è dominante in confronto a qualunque altro personaggio. Il faccendiere Sergio Morra, interpretato da Riccardo Scamarcio, ha un ruolo molto ridimensionato rispetto alla prima parte, anzi scompare quasi del tutto.
Ma forse, ancor più che Berlusconi, la protagonista di Loro 2 è la moglie, è Veronica Lario. Infatti Sorrentino si è concentrato sopratutto sul lato umano della coppia più discussa in Italia in quegli anni.
Per certi aspetti quest’ultima parte è anche stata girata con uno stile diverso rispetto alla prima. Le scene criptiche e allusive che caratterizzano Sorrentino sono meno nascoste e di più facile interpretazione.
Altra differenza sostanziale con Loro 1 è la parte giocata dalla politica; Sorrentino si è detto molto lontano da questo tema volendosi concentrare su altro, eppure in Loro 2 un piccolo ruolo la politica ce l’ha. Molto nascosto, sfumato tra altri temi più preponderanti, ma comunque presente.
Loro 2: spiegazione dei nuovi personaggi
Nella spiegazione della prima parte sono elencati tutti i personaggi reali che Sorrentino ha camuffato: c’è Tarantini, Morra, Santanchè, vari ministri e amici di Berlusconi.
Per la maggior parte si ripresentano anche in Loro 2. Oltre a questi all’inizio vi è un dialogo tra l’ex cavaliere e un suo socio in affari interpretato dallo stesso Toni Servillo. Il personaggio, così somigliante a Silvio è Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum. Il motivo per cui Sorrentino abbia voluto far interpretare questo ruolo dallo stesso attore è poco chiaro. Si potrebbe pensare che sia in realtà il fratello di Berlusconi, Paolo, implicato anche lui in alcune vicende giudiziarie; però il tono formale della scena e il rapporto tra i due rende l’ipotesi di Doris molto più favorevole.
Vi è la comparsa anche di un altro personaggio noto per i suoi rapporti con Berlusconi: Mike Bongiorno. Il noto conduttore televisivo, alla fine della sua carriera, ebbe uno screzio con il presidente di Mediaset, il quale l’aveva licenziato senza neanche chiamarlo. In Loro 2 Sorrentino sembra abbia voluto mettere fine alla loro lite e dare a Mike quella conversazione che, molto probabilmente, non ci fu.
La relazione tra Silvio e Veronica – Spiegazione Loro 2
Il fulcro, il motore dell’intero film è la relazione tra marito e moglie, tra uomo e donna. Loro 1 era finito con una scena romantica, piena di tenerezza, tra i due ancora molto innamorati. Gli scandali non erano ancora venuti a galla e tra i due si può dire che vi erano i “soliti” problemi coniugali di una quasi normale coppia. Ma ora, in Loro 2, tutto cambia. Berlusconi è tartassato dai continui scandali sessuali, tra minorenni e prostitute, poi ci sono anche tutti gli altri processi che come un ombra avvolgono la sua quiete. Forse più che spaventare Silvio, spaventano Veronica. La spaventano perché ha paura di non riconoscere più l’uomo di cui si era innamorata molto tempo prima.
Marito e moglie litigano molto e il divorzio è solo una naturale conseguenza. Veronica non vuole più far parte di quel mondo, ma sembra non volerne più far parte da molto tempo. Silvio le chiede più volte il motivo per cui lei non se n’è andata prima, ma la risposta non arriva.
In questa scena, forse anche la più politica dei due lungometraggi, Sorrentino è come se volesse far decidere al pubblico da che parte stare: stare con Veronica e quindi tutta quella parte che viene definita “antiberlusconismo” oppure stare con Silvio, con il grande imprenditore milanese che è diventato miliardario con le televisioni. Sta (o stava) a noi scegliere.
La telefonata
Una delle scene più emblematiche di Loro 2 è la telefonata che Berlusconi fa ad una ignara signora di Roma. Esaltato dalla conversione con Ennio Doris, il quale gli ricorda di essere stato il più grande venditore d’Italia, chiama un numero a caso per testare le sue capacità. Il suo intento è capire se riesce a persuadere le persone come una volta e così riuscire a far passare 6 senatori della sinistra dalla sua parte e far cadere il governo. Berlusconi si finge un venditore di immobili e con straordinaria dialettica convince la signora a comprare casa ad un prezzo più alto del mercato.
Questa scena è l’unica in cui la voce di Toni Servillo cambia. Non è più il caricaturale milanese, ma sembra quasi romano. La spiegazione più semplice è che Berlusconi voleva camuffare la voce e basta, ma chi mai penserebbe che Berlusconi in persona, nel cuore della notte, chiami per venderti una casa? Forse Sorrentino voleva far vedere il vero Berlusconi, la sua anima da affarista, in una delle poche scene in cui il presidente è da solo in casa.
Spiegazione della scena finale di Loro 2
Se in Loro 1 la scena che più lasciava perplessi era la scena iniziale, in Loro 2 è la scena finale ad essere di difficile attribuzione. Come detto prima, la scena non è comunque di così difficile attribuzione rispetto a quella della pecora in Loro 1.
L’ultima parte vede Berlusconi confrontarsi con il terremoto de L’Aquila, che forse più di ogni altra cosa ha reso difficile il suo governo. Si vede la città distrutta e il Cavaliere che inaugura le nuove case per i terremotati.
Alla fine dei vigili del fuoco portano via la statua del Cristo da una chiesa completamente distrutta. È una chiara allusione al protagonista, a Berlusconi.
Tutto il film è pervaso dal senso di malinconia e anche di paura della morte che attanaglia lo stesso Berlusconi. Sente gli anni che avanzano, sente che la vita politica gli sta sfuggendo di mano. Silvio ha paura di chiudere i suoi giorni emarginato dal mondo che lui stesso aveva creato.
Non è un caso che il Cristo scolpito sia nella tipica posizione della pietà, con Maria che sorregge il corpo morto.
È forse lì che è morto Berlusconi? Le macerie de L’Aquila sono i suoi resti?
Sorrentino non vuole rispondere a queste domande, vuole che sia il pubblico a darsi delle risposte, o forse, tutto sommato, non c’è alcuna domanda a cui rispondere.