Studio Ghibli: il favoloso mondo di Hayao Miyazaki
Diamo uno sguardo più approfondito all'originale e fantasioso universo del visionario maestro d'animazione Hayao Miyazaki
L’arte dell’animazione è un meraviglioso mondo nel quale l’autore può dar vita all’impossibile utilizzando svariate tecniche. L’essenza del cartone animato risiede nell’illimitatezza dell’immaginazione. Se posso sognarlo, posso realizzarlo. A differenza della pellicola cinematografica, che vede imporsi diversi limiti (anche se vengono spesso in aiuto la computer grafica e gli effetti speciali), il cartone ha l’impareggiabile opportunità, e libertà, di raccontare e mostrare al pubblico esattamente ciò che si era immaginato. Gli animali possono avere personalità e voce, le scope possono animarsi e camminare e le emozioni possono essere rappresentate come dei simpatici omini.
La Disney e la Pixar sono due tra le più famose case di animazione in circolazione. I loro prodotti ci hanno fatto sognare per anni, abituandoci ad un livello di qualità e tecnica veramente altissimo. Eppure quando si parla di animazione, è impossibile non nominare un altro grande nome che ha dato a questo settore una marcia in più: lo Studio Ghibli e il suo geniale fondatore Hayao Miyazaki. Fondato nel 1985, lo Studio Ghibli è una famosissima casa d’animazione nipponica, definita da molti la Disney del Giappone. Tale Studio ha sfornato numerose pellicole di successo che hanno trovato grande riconoscimento in tutto il mondo. I prodotti Ghibli sono opere uniche e fantastiche, che rispecchiano il folklore e l’essenza del paese del Sol Levante. Totoro, La principessa Mononoke e La città incantata sono solo alcuni titoli della vasta produzione artistica dello Studio Ghibli.
Indice
- Hayao Miyazaki, l’anima dello Studio Ghibli
- La spiritualità
- La cultura del cibo
- Le eroine dello Studio Ghibli
Hayao Miyazaki: l’anima dello Studio Ghibli
Capo e cuore dello Studio Ghibli è il maestro Hayao Miyazaki. Genio e visionario, Miyazaki ha dato vita a delle opere straordinarie che rispecchiano non solo l’atmosfera antica e moderna del Giappone, ma la sua personale visione di quel mondo. Esse infatti, non sono altro che delle finestre dalle quali osservare un universo carico di colore, fantasia e spiritualità. Nelle varie storie raccontate di Miyazaki ritroviamo inoltre piccoli frammenti della vita del maestro, inseriti nella trama per rendere ancor più significativi i suoi film. Il disegno rappresenta per Hayao Miyazaki un tratto libero, dal quale nascono personaggi e paesaggi al confine tra realtà e fantasia. Per lo spettatore, quei tratti si trasformano in una soave e meravigliosa poesia impossibile da non leggere.
Una volta che si entra in contatto con l’anima di Miyazaki, è difficile poi staccarsi e tornare al mondo reale. Vorrete vivere lì per sempre, come in un sogno dal quale è impossibile risvegliarsi. Come accennato poco fa, Miyazaki introduce nelle sue opere dei tratti autobiografici. Uno degli elementi maggiormente presenti nei suoi film è la passione per il volo. Sebbene ci siano due lungometraggi interamente dedicati all’atto di volare (Si alza il vento e Porco Rosso), l’essenza di libertà è percepita in altre forme in ogni storia. Un altro tema tanto caro a Miyazaki è l’ambientalismo. Il concetto del rispetto verso la natura è proposto ne La principessa Mononoke così come ne fa riferimento ne La città Incantata. Ma l’ideologia di Miyazaki e dello Studio Ghibli non si ferma qui.
Studio Ghibli: la spiritualità
Il Giappone è un paese profondamente spirituale e religioso. Ma per comprendere appieno la sua religiosità, è necessario abbandonare i concetti di divinità a cui siamo abituati. I giapponesi infatti non sono fedeli ad un Dio assoluto, ma sono fortemente devoti a dei o spiriti che si identificano nelle varie forze della natura. La spiritualità quindi è insita e viva nel paesaggio del Giappone che emana una potente aura mistica. Miyazaki ha sempre cercato di introdurre nelle sue opere un’atmosfera spirituale che rispecchiasse lo stretto connubio tra gli uomini e gli spiriti della natura.
La presenza della religione nei suoi film però è molto velata e discreta in modo tale da integrarsi perfettamente nelle dinamiche delle storie. La principessa Mononoke è uno dei film più famosi dello Studio Ghibli ed è il primo che ha sancito un rapporto con l’Occidente. La storia narra fondamentalmente dei vari cambiamenti avvenuti tra passato e presente, con un forte accento sul tema della deforestazione e dell’ecologia.
L’altro volto della spiritualità
Legati a questi temi, c’è la costante presenza della spiritualità. C’è infatti un forte richiamo alla religione Shinto ed in particolare alle divinità che animano la natura. Qui la spiritualità è l’elemento chiave il cui compito è quello di ridestare l’importanza di un ecosistema che l’uomo sta distruggendo. La foresta nel quale si imbatte il protagonista Ashitaka è la concreta manifestazione delle varie divinità che la popolano e la rappresentazione di ciò che potrebbe accadere se si continua a sfruttare l’ambiente. La presenza mistica che Miyazaki ha voluto invece imporre ne La città incantata, altro grande film, è di natura più leggera. Sebbene nella pellicola la spiritualità possa apparire in secondo piano rispetto alla storia della piccola Chihiro che cerca di salvare i genitori e il suo amico Haku, è comunque una delle componenti più interessanti dell’opera. Qui Miyazaki vuole elogiare gli dei e per un certo senso li umanizza.
Come il regista ha affermato in un’intervista, così come gli uomini che lavorano nel week-end si riposano, anche gli spiriti si devono riposare di tanto in tanto. Nasce così l’idea di ambientare la storia in un bagno termale appositamente per divinità, in cui essi possano alloggiare e mettersi in ammollo in caldi bagni. Se ne La prinicpessa Mononoke eravamo in presenza di spiriti della natura, qui troviamo più varietà, tra spiriti tipici del folklore e spiriti inventati da Miyazaki, come il Senza Volto.
Studio Ghibli: la cultura del cibo secondo Hayao Miyazaki
La cura dei dettagli è una delle caratteristiche principali della produzione artistica di Hayao Miyazaki. Tale cura non è riservata soltanto alle realistiche ambientazioni delle storie, ma anche al cibo che i vari personaggi mangiano. Un avvertimento che sento di fare: se avete fame, non iniziate a guardare un film dello Studio Ghibli. Agli occhi di uno spettatore, vedere Sophie, Markel e Howl (Il castello errante di Howl) mangiare uova e bacon potrà sembrare l’azione più naturale ma, come in ogni film di Miyazaki, anche l’atto del mangiare acquista un valore molto importante. Per riprendere il tema della spiritualità, anche il cibo nella cultura giapponese rappresenta un elemento molto sacro.
Tale legame deriva dal fatto che i prodotti hanno una forte relazione con la vita della terra e la sua stagionalità. Oltre alla sua sacralità, il cibo diventa protagonista di una tradizione antica che vede la disposizione nelle ciotole fattore essenziale per l’apprezzamento del piatto. Queste peculiarità si possono ritrovare nei film dello Studio Ghibli. Miyazaki va oltre l’apparente normalità del mangiare e lo trasforma in un evento carico di significato. In film come La collina dei papaveri e Porco Rosso, il cibo rappresenta il pretesto per stare insieme, simboleggiando così l’unione familiare. Il riunirsi a tavola per mangiare è identificato come un momento spirituale, in cui avviene contatto non solo con il cibo, ma anche con l’altro.
La cucina nel mondo Ghibli
Un’altra connotazione che il cibo può detenere in film come Ponyo sulla scogliera, La città incantata e Totoro è quella di ‘oggetto’ con poteri magici. Miyazaki dà una diversa attribuzione al cibo in base alla storia. Se precedentemente abbiamo parlato del cibo come elemento di unione, ora si parla di cibo salvifico. In Totoro, i prodotti dell’orto di Nonnina sono considerati miracolosi ed in grado di guarire la mamma malata delle piccole. In Ponyo invece si tratta di un tipo diverso e più scherzoso di salvezza. La mamma del piccolo Sosuke offre a lui e la piccola Ponyo, trasformata in umana, del caldo ramen per calmare i loro spiriti.
Le eroine dello Studio Ghibli di Hayao Miyazaki
Non si può far a meno di notare nelle pellicole dello Studio Ghibli una forte presenza di piccole protagoniste che vivono queste fantastiche storie. Il femminismo che Miyazaki introduce nelle sue opere è un chiaro messaggio a coloro che ancora oggi pensano che le donne siano il sesso debole. Le donne dello Studio Ghibli sono bambine e ragazze in cui è molto facile immedesimarsi. Non sono protagoniste con poteri speciali il cui compito è quello di salvare il mondo. Sono donne coraggiose che devono combattere anche contro se stesse per salvare coloro a cui vogliono bene.
Ne La città incantata, Chihiro deve affrontare la paura della solitudine, del distacco dai genitori e del lavoro per riuscire a farsi forza e far fronte ai vari pericoli. Nonostante qualche piccolo aiuto, vediamo crescere Chihiro nel giro di poche ore e combattere i ‘nemici’ con forza e coraggio. In Kiki – Consegne a domicilio, la piccola streghetta dovrà ritrovare la fiducia in se stessa per riuscire in ciò che più la caraterizza. Shizuku de I sospiri del mio cuore invece, deve trovare la volontà di impegnarsi a fondo in un progetto che le aprirà la mente su ciò che sarà il suo futuro.