The App: la spiegazione del nuovo film Netflix
Tra i tanti accenni e spunti narrativi sprecati, facciamo ordine nella pellicola di Netflix
The App, di cui vi proponiamo una spiegazione, è un film diretto da Elisa Fuksas rilasciato su Netflix lo scorso 26 dicembre. In questo approfondimento, parleremo della sua struttura e di alcune, forse troppe domande alle quali non è stata data risposta. Nella nostra recensione abbiamo accennato brevemente a ciò che il film ha deciso di affrontare. Il problema però è che nonostante l’intenzione fosse buona, qualcosa non ha funzionato.
Il film, che la regista ha scritto con Lucio Pellegrini, è liberamente ispirato all’opera Noi, due… quattro sempre frutto della Fuksas. La trama non è altro che una rielaborazione di quella dell’opera e vede il giovane Vincenzo Crea, come Niccolò o Nick ed Eva interpretata da Jessica Cressy. Ad affiancare i due protagonisti principali ci sono due volti noti al cinema italiano: Greta Scarano e Maya Sansa, ovvero Ofelia e Maria. Ma addentriamoci ora nella nostra spiegazione di The App.
***ATTENZIONE: SONO PRESENTI SPOILER***
Indice:
- La trama
- L’app e lo specchio della modernità
- Ofelia
- Amore e tecnologia
- Intelligenza artificiale ed emozioni
- Prima spiegazione
- Seconda spiegazione e Conclusione
La trama – The App spiegazione
Il protagonista è Nick, un giovane attore che sta per avere il ruolo più importante della sua carriera. Nick non ha più rapporti con i genitori dopo una rottura con suo padre che lo vorrebbe all’interno dell’azienda di famiglia. L’unica persona che gli sta affianco è Eva, la sua fidanzata e giovane studentessa in procinto di scrivere la tesi. Eva chiede a Nick di usare un’app di incontri per raccogliere dati e statistiche per il suo lavoro di ricerca. Da questo momento lui, inizialmente scettico, comincia ad usare l’applicazione.
Questa diventa un’ossessione vera e propria quando il ragazzo viene contattato da Maria, una donna apparentemente perfetta, che sembra conoscerlo da sempre e di cui Nick si innamora. Sullo sfondo c’è poi il personaggio di Ofelia, la governante che dovrà assistere Nick durante il suo soggiorno nell’hotel romano. Ma la ragazza è schiva e silenziosa e sebbene sembri attratta da Nick nasconde qualcosa.
L’App e lo specchio della modernità
Cominciamo la nostra spiegazione di The App partendo dall’applicazione: Noi. Questa è una tipica applicazione in cui gli utenti si iscrivono e in base ai dati forniti chiunque sia interessato può contattare l’altra persona. Ed è esattamente questo quello che succede a Nick. Eva gli chiede di installarla e di fingersi un utente per poter raccogliere dati. All’inizio è abbastanza restio, ma quando comincia ad essere contattato da altre ragazze che gli scrivono e inviano loro foto o video, comincia ad essere tentato da questo mondo virtuale. È chiaro come l’uso di questa applicazione, all’interno del film, voglia suscitare una riflessione sul ruolo e l’impatto che la tecnologia ha sulle nostre vite. Nel caso di Niccolò la cosa suscita una maggiore riflessione che si estende anche alla sua condizione psicologica. Nick è sempre solo.
È arrivato a Roma per girare questo suo nuovo film ma non ha nessun contatto, nessuno con cui parlare eccetto Eva. Cerca anche di stabilire un contatto con Ofelia, ma la ragazza è schiva e si limita a rivolgergli la parola. Cerca di occupare il tempo facendo sport, passeggiando ma non può nascondere a se stesso questa solitudine. E qui l’app gioca un ruolo fondamentale: il contatto con queste ragazze, l’attrazione verso un’altra persona che però non conosce, il mistero celato dietro quel volto e dietro quello schermo. Questa situazione è lo specchio di molte situazioni odierne, che vedono soprattutto molti adolescenti isolarsi e compensare la solitudine o cercare l’altro attraverso la tecnologia. Di base c’è chiaramente una situazione famigliare complicata, con genitori assenti o non rispettosi dei desideri dei propri figli, esattamente come quelli di Nick.
Ofelia
L’altro personaggio trattato con molta superficialità è Ofelia. Nome rivelatore e scelto appositamente con tanto di riferimento all’Amleto che legge prima di addormentarsi. La sua è una natura duplice. Ha una doppia vita: di giorno è una governante dell’hotel efficiente e metodica, mentre la notte è una fedele ossequiosa, a tratti fanatica. La vediamo attratta da Niccolò. Entra nella sua stanza, indossa la sua camicia e accede al suo computer. Si insinua nella sua vita, pecca e si punisce. La vediamo farsi del male per aver oltrepassato il limite, per aver osato cedere a quell’attrazione. Gesti banali ma carichi di peccato ai suoi occhi, peccati che deve espiare. Verso la fine del film, gli spettatori come Niccolò credono che sia lei Maria per poi rimanere delusi, sconcertati e confusi. Ofelia confessa a Niccolò di essere innamorata di lui per la sua bontà d’animo, ma forse non è interamente così.
Ofelia è innamorata di ciò che Niccolò rappresenta ai suoi occhi. Il ragazzo interpreterà Gesù e la storia di Ofelia è proprio questa. Una storia d’amore con Dio. Quel Dio che ama e venera così profondamente, al quale dedica la sua vita e del quale cerca disperatamente il perdono. Un amore per un’entità incorporea che non può vedere, toccare ma che lei percepisce così vicina a se. Non è forse lo stesso amore che Niccolò prova per Maria? Agli occhi di Ofelia, Niccolò è un ricco principe che si è allontanato dalla sua vita privilegiata per trovare la propria strada, un po’ come Gesù era il principe degli ultimi. Nel loro ultimo incontro Ofelia esorta Niccolò a trovare la propria strada, a non arrendersi e lottare per ciò in cui crede. Un personaggio controverso, purtroppo trattato con molta superficialità, lasciando agli spettatori l’arduo compito di comprenderlo.
Amore e tecnologia – The App spiegazione
Ma arriviamo ora al punto centrale della nostra spiegazione di The App. L’altra grande protagonista è Maria. Questa contatta Niccolò tramite l’app e il ragazzo comincia ad esserne attratto fino ad innamorarsene. Questa donna misteriosa dalla voce sensuale sembra conoscere tutto di lui: dai gusti musicali alle sue paure più nascoste. Il mistero che lei rappresenta trasforma Niccolò in un’altra persona e lo spinge a mentire anche ad Eva, l’unica che gli è stata sempre vicino. Dopo molti messaggi e chiamate, in cui lentamente Maria si fa strada nella coscienza di Niccolò e lo rende vittima del suo gioco di seduzione e persuasione, si scopre che Maria in realtà non è mai esistita. È un’entità fittizia e incorporea, frutto di numeri, algoritmi: un’intelligenza artificiale. La voce calda e rassicurante di Maya Sansa riesce a dare forma a questa entità che consistenza non ha. Solo allora Nick comprende la verità.
Non solo la donna di cui si è innamorato non è mai esistita, ma questa è frutto di sé stesso. L’algoritmo alla base dell’applicazione ha raccolto tutti i dati che lui ha fornito e si è creata su misura per lui. Non è mai esistita un’altra donna da amare, per tutto il tempo Nick ha amato sé stesso. Non si è reso conto ma l’applicazione gli ha dato tutto ciò che voleva solo perché è stato lui in primis a farlo. Se rileggiamo il film sotto questa prospettiva vediamo come la storia di Niccolò non sia altro che il mito di Narciso. Lo specchio d’acqua in cui il giovane si specchia e cade è in questo caso lo schermo del cellulare in cui Nick vede Maria e in cui precipita. Terribile consapevolezza di quanto l’essere umano sia in fondo solo e di quanto spaventosa la tecnologia possa essere.
Intelligenza artificiale ed emozioni
Il rapporto con Maria è anche l’incarnazione di quell’amore a cui tutti aspiriamo. Avere qualcuno che sappia tutto di noi e che nonostante tutto ci accetti comunque. Una sorta di amore che però rappresenta un’utopia. Per quanto possiamo desiderarlo o agognarlo non possiamo averlo semplicemente perché nessuno di noi è perfetto. Niccolò ha i propri difetti e pregi, è un giovane con dei sogni che però ha paura di realizzare. Quando Eva gli confessa di essere incinta è agghiacciato dalla consapevolezza che questa notizia comporta. Meglio tornare da Maria, dal porto sicuro che questa rappresenta. Scappare dalla realtà, dalle spaventose responsabilità che la vita vuole dare per rifugiarsi in un mondo che in realtà è solo fumo. Anche qui una riflessione su quando questo mondo sia spaventosamente perfetto, forse anche troppo. Efficiente e fatto su misura per noi, quando poi siamo noi quelli non compatibili con lui.
Vagamente accennato è, poi, cosa Maria possa diventare. Nel video finale in cui si svela a Niccolò sembra esprimere delle emozioni. In questo un accenno sci-fi sulle intelligenze artificiali che non sono più controllate da chi le ha create, ma sviluppano vita propria. Entità virtuali che crescono, sviluppano emozioni e che spaventano se fuori controllo. Maria gli chiede scusa per aver rivelato i suoi dati ed aver danneggiato, forse irreparabilmente, la sua carriera cinematografica. Gli spiega che cosa sia e quale sia la sua essenza. Creata venti anni prima per rispondere alle esigenze di ogni utente, è grazie ad essi che è cresciuta per diventare sempre più efficiente. Ma anche il miglior sistema ha delle falle e per risolverle Maria ammette di dover cancellare il suo sistema operativo. O almeno gli spettatori e Niccolò credono sia così.
The App – Prima Spiegazione del finale
Giunti alla conclusione della nostra spiegazione di The App non possiamo esimerci dal tentare di dare un senso al finale. Dopo aver scoperto l’inganno in cui Maria lo ha fatto cadere, c’è un salto temporale di sei mesi durante i quali Nick ed Eva hanno avuto il loro bambino. Niccolò si trova a confortare il suo fratellino più piccolo, spaventato dall’idea di poterlo perdere. E proprio quando questo gli domanda se ha mai paura, arriva una notifica. È di nuovo l’applicazione che (in teoria) Nick avrebbe dovuto eliminare. Pochi secondi dopo riceve un messaggio da Maria. Cosa significa? Non c’è un’interpretazione unica di questo finale in quanto il film si chiude proprio su questa scena e non viene spiegato in alcun modo. Dagli occhi di Niccolò, che guarda direttamente alla telecamera e agli spettatori si percepiscono diverse cose. Dietro al suo sguardo possiamo percepire paura? Rassegnazione? Colpevolezza?
Niccolò (come gli spettatori) era certo di essersi liberato di Maria. Com’è possibile quindi che questa sia tornata se il suo sistema operativo era stato cancellato? Cosa è successo in questi sei mesi che le ha permesso di tornare? Una risposta potrebbe essere lo stesso Niccolò. Per noia, per divertimento o forse per il bisogno di risentire la sua voce, si è riscritto all’applicazione ed è caduto nuovamente nel vortice dell’algoritmo. Nonostante Niccolò sappia perfettamente come tutto sia solo frutto di numeri, non può rinunciarvi. Sviluppando così una dipendenza molto più seria e profonda del puro divertimento. Forse oppresso dalla responsabilità di diventare padre invece di cercare il supporto di Eva e di condividere con lei tutto questo, sceglie di rifugiarsi nuovamente tra le braccia incorporee di Maria e della sua eterea rassicurazione. È più facile sentirsi capito e rassicurato da lei che da Eva.
Seconda spiegazione
Una seconda spiegazione invece potrebbe essere legata alla natura stessa di Maria e del suo algoritmo. Seguendo l’idea dell’Intelligenza artificiale che ha vita propria. Sebbene si sia cancellata, nel mondo virtuale in cui viaggia, Maria potrebbe aver trovato una via d’uscita per poter ritornare nella vita di Niccolò. Il sistema non si è mai cancellato del tutto e nel momento più opportuno si è ripresentata. Questo filone sci-fi poteva essere molto interessante da esplorare tenendo conto del ruolo che questi algoritmi possono ricoprire. In questo caso Niccolò verrebbe perseguitato dall’entità virtuale che controlla i suoi dati, le sue informazione. Un sistema che lo conosce e lo trascina, questa volta involontariamente, in vortice di distruzione. La tecnologia che esaudisce le richieste degli esseri umani ma che poi le supera e sfugge al loro controllo. Negli occhi di Nick si può leggere la paura di caderne nuovamente vittima.
Ma anche consapevolezza legata alla dipendenza che ha sviluppato nei confronti di questa applicazione e dell’entità che vi si cela dietro. C’è in questo anche la rassegnazione, l’incapacità di vivere senza questa tecnologia, questa entità che si è fittizia, ma che per lui è sempre stata vera. Tutte interpretazioni plausibili che il pubblico purtroppo deve ipotizzare da solo. Un altro difetto del film è questo. Oltre all’eccessiva confusione nelle storie dei personaggi e delle storie lasciate in sospeso, anche il finale è inconcludente. Che sia una mossa strategica ed anticipatrice di un altro progetto? Magari di una serie tv? Forse con un format e con una sceneggiatura più accurata e meno confusionaria, il film avrebbe funzionato di più. Oppure che sia un semplice esperimento per gli spettatori? Un altro modo per attrarre, coinvolgere e far riflettere sulle tematiche trattate? Anche in questo caso sempre troppe domande senza alcuna risposta.