10 cose che non sapete su “Il favoloso mondo di Amélie”
Dietro a un film che racconta una favola si nascondono tanti magici retroscena: ecco allora 10 curiosità che dovete sapere su Il favoloso mondo di Amelie
Chi è innamorato di Parigi, non può non amare “Il Favoloso mondo di Amélie”. La colonna sonora di Yann Tiersen, una Parigi tutta verde e rossa, la deliziosa stranezza di Amélie stessa… Ma ditemi, credete di sapere proprio tutto di questo film? Ma proprio tutto? Sicuri?Vi metterò alla prova e vi dico 10 cose che –credo- non sappiate su Le Fabuleux Destin d’Amélie Poulain.
1. Il cambiamento dell’attrice protagonista
Amélie non doveva essere parigina… Ma inglese! Il ruolo sarebbe dovuto ad andare ad Emily Watson la quale, però, data la sua difficoltà nel recitare in francese, lasciò il progetto e passò il testimone alla favolosa Audrey Tatou.
2. Cafè des 2 Moulins
Il Cafè des 2 Moulins esiste davvero e si trova proprio nel quartiere di Montremarte. Pensate che Jeunet scelse personalmente il luogo di lavoro di Amélie, chiedendo uno speciale permesso al proprietario del locale, che in quel periodo era vicino alla chiusura. Naturalmente il film lo portò alla ribalta, salvandolo dal tracollo finanziario, ed è ancora oggi meta di turisti e residenti curiosi.
3. Riconoscimenti
E’ stato candidato a ben 5 Premi Oscar: Miglior film straniero, migliore sceneggiatura originale, miglior fotografia, miglior sonoro, miglior scenografia. E indovinate? Non ne ha vinto nemmeno uno! Incredibile ma vero.
4. Incassi
Gli incassi furono straordinari: ha incassato globalmente 173.921.954 $, diventando il ventiquattresimo film più visto dell’anno 2001 –il primo tra i film di non produzione USA. Anche la colonna sonora, composta da Yann Tiersen, è stata vendutissima in tutto il mondo. Pensate che in Canada ha vinto il disco di platino nel 2005!
5. La metropolitana
Le scene ambientate nella metropolitana di Parigi sono state in realtà girate nella stazione fantasma Porte de Lilas-Cinéma, fuori servizio dal 1939. “Porte de Lilas” è anche il titolo di un film del 1956, che letteralmente significa “Quartiere dei lillà”.
6. Bruno Delbonnel
Il direttore della fotografia, Bruno Delbonnel, nominato all’Oscar proprio per questo film, ha avuto varie collaborazioni con Tim Burton: Big Fish, Dark Shadows, Big Eyes, Miss Peregrine. Ha inoltre lavorato in film noti come Across the Universe e Harry Potter e il principe mezzosangue, che gli è valso una delle sue quattro nomination ai premi Oscar.
7. Ad Amèlie Poulain piace…
I “mi piace” e i “non mi piace” attribuiti ai personaggi, per esempio “A Raphael Poulain piace strappare enormi pezzi di carta da parati, a Raphael Poulain non piace uscire dall’acqua e sentirsi il costume appiccicato addosso”, sono tutti vizi del regista. Lui stesso ha affermato che, quando fa il bagno, è capace di tenere fuori le mani come un “maniaco depressivo”. Questo vizio è, infatti, attribuito alla mamma di Amélie, cui “non piace avere le dita lessate quando fa il bagno”.
Anche la storia del pesciolino rosso suicida è tratta dalla vita del regista, il cui pesce rosso è stato per un’ora sotto la lavatrice e i suoi genitori hanno deciso alla fine di liberarlo in un giardino pubblico.
8. L’album delle foto tessere
Il “fantasma delle fototessere” –che poi si rivelerà essere solo un semplice tecnico- è interpretato da un giovane canadese, Marc Amyot, controfigura di Pinon ne “la citè des enfantes perdus”. L’album di fotografie è un omaggio a Michel Folco, scrittore amico del regista, che collezionava foto tessere perdute. Anche la storia del fantasma-tecnico è vera: Folco, infatti, aveva trovato moltissime foto della stessa persona, chiedendosi chi fosse e perché si fotografasse nei diversi angoli della città, finché non l’incontrò per davvero. Naturalmente, l’album che si vede nel film è una ricostruzione, e per attuarlo sono state convocate e fotografate ottanta comparse.
9. Gli scherzi di Amélie
Riguardo alle sequenze in cui Amelie va a fare gli scherzi nella casa del droghiere, il regista ha affermato di essersi ispirato a ciò che lui avrebbe voluto fare se si fosse potuto infiltrare nella casa di qualche critico che ha contestato con cattiveria i suoi film, in particolare modo le aspre critiche rivolte a “la citè des enfantes perdus”
10. La sequenza preferita di Jean Pierre Jeunet
La sequenza preferita del regista è quella in cui Amélie, mentre cucina, si immagina Nino che va a dal droghiere a prendere gli ingredienti mancanti alla sua ricetta. Si vede Audrey sorridere perché, mentre la riprendono, Jeunet le stava spiegando cosa Amelie si sarebbe dovuta immaginare: “Mathieu si avvicina, è innamorato, farà così, farà cosà…”