Jane the Virgin: 5 buoni motivi per vedere questa serie comedy
Questa estate si concluderà l'ultima e quinta stagione di Jane the Virgin. Ecco perchè ci mancherà
Jane the Virgin è una serie televisiva statunitense trasmessa da ottobre 2014 su The CW e attualmente in corso. Si basa sulla telenovela venezuelana Juana la virgen creata da Perla Farías. Questa commedia drammatica è ideata da Jennie Snyder Urman ed è stata riconosciuta tramite diversi premi. Nel 2015 ha ricevuto la nomination come miglior serie comedy, miglior attrice comica per Gina Rodriguez e miglior attore comico per Jaime Camil ai Critic’s Choice Television Awards. Ai Golden Globe 2015 la Rodriguez ha vinto come miglior attrice comedy ed è stata proposta nuovamente nel 2016. Infine la serie è stata scelta come Favorite New TV Comedy ai People’s Choice Awards 2015.
Indice
- La trama degli inizi di Jane the Virgin
- Un cast affiatato pt.1
- Un cast affiatato pt.2
- Il perfetto mix di profondità e leggerezza
- Una voce narrante fuori dagli schemi
- La vita vera, anche se sopra le righe
- Jane the Virgin, una meta-serie tv
La trama degli inizi di Jane the Virgin
Jane Gloriana Villanueva è una giovane ventitreenne che sogna di diventare scrittrice. È fidanzata da due anni con il ragazzo della sua vita, Michael Cordero, giovane detective di Miami. Molto legata alla madre Xiomara, rimasta incinta di lei a 16 anni, e alla nonna Alba, fortemente credente e rispettosa dei dogmi cristiani, è decisa a rispettare la regola di non fare sesso prima del matrimonio. Ma il destino ha piani diversi: durante una visita ginecologica, la dottoressa Luisa Solano la insemina erroneamente con il futuro bebè che avrebbe dovuto essere del fratello Rafael e della cognata Petra. Il problema? Era l’unica provetta superstite, perché Rafael ha scoperto di avere il cancro. Jane ci riflette su e decide di portare avanti la gravidanza, per poi affidare il bambino alle cure dei Solano. Ma è pur sempre una telenovela, e le cose si complicano.
1. Un cast affiatato pt.1
Capace e affiatato anche nella vita reale, il cast di Jane the Virgin “sa di famiglia”. Tramite le immagini e i filmati caricati dagli attori sui social, possiamo vedere un clima sereno e di divertimento durante le riprese. La chimica si nota anche sullo schermo, senza contare che sono tutti degli ottimi professionisti. Gina Rodriguez (Annientamento di Alex Garland, Miss Bala – Sola contro tutti di Catherine Hardwicke, Someone Great di Jennifer Kaytin Robinson), ovvero la protagonista Jane Gloriana Villanueva, è una ragazza dolce e romantica abituata a pianificare tutto nella vita. I suoi sono sogni chiari e l’affetto della sua famiglia la fa sentire al sicuro, anche nei momenti più bui. Si dimostrerà anche fragile, confusa e spaventata per il futuro, ma sempre con la forza di rialzarsi e trovare una soluzione. Difficile non identificarsi con almeno un episodio della sua quotidianità, perché Jane è così: trasparente e “vera”.
Justin Baldoni (La coniglietta di casa di Fred Wolf, regista di A un metro da te con Cole Sprouse) è Rafael Solano, ricco proprietario dell’hotel Marbella spocchioso e superficiale, fino a quando non capirà quali siano le cose davvero importanti nella vita, in seguito al cancro. Sposato con Petra ma con un rapporto altalenante, quando scoprirà di essere il padre del bambino nel grembo di Jane, già conosciuta per caso anni prima ma dimenticata, la sua via si rivoluzionerà. Rafael è sicuro di sé, affascinante e benestante, perciò ambito da molte donne, e motivo per cui Petra, proveniente da una famiglia povera, lo ha sposato. Il suo percorso dalla prima alla quinta stagione è uno dei più completi e si ritroverà ad essere un uomo nuovo.
Brett Dier (Diario di una schiappa di Thor Freudenthal, Pretty Little Liars e Ravenswood di Marlene King) impersona l’agente di polizia Michael Cordero. Dolce, romantico e buffo come piace a Jane, appena si conoscono capiscono di essere anime gemelle. Anche dopo aver scoperto che la fidanzata vergine è incinta di un altro uomo, sceglie di starle accanto e di provare ad organizzare una vita che non aveva programmato. Ambizioso, serio e rispettoso, è il contrario di Rafael e ricopre il ruolo del classico “good guy”.
Yael Grobglas (Split di Ilan Rosenfeld e Shira Alon, Reign di Laurie McCarthy e Stephanie SenGupta, Supergirl di Greg Berlanti, Ali Adler e Andrew Kreisberg) è Petra Solano, viziata moglie di Rafael e convinta che un figlio possa dissolvere i dissapori tra loro. Nata in Repubblica Ceca con una gemella da una madre snaturata e interessata solo ai soldi, ha trasformato la sua sofferenza in convinzione di non aver bisogno di affetto. Per questo è diventata fredda e scontrosa con tutti. Anche lei avrà la possibilità di redimersi e rimediare ai propri errori, trovando la sua felicità.
1. Un cast affiatato pt.2
Andrea Navedo (Remember Me di Allen Coulter, Bright di David Ayer) veste i panni della sensuale Xiomara Villanueva, ancora minorenne quando nacque Jane, che però ha amato moltissimo sin da subito, nonostante le difficoltà e con l’aiuto della madre. È abituata a contare su se stessa e a non prendere mai seriamente le relazioni con l’altro sesso. Quando nella sua vita ritornerà per caso il padre che Jane non ha mai conosciuto, Rogelio de la Vega (ora famosa star delle telenovelas), le sembrerà di aver perso la bussola. Xiomara è una donna forte e testarda, che sa far valere se stessa e le sue idee.
Jaime Camil (ha partecipato a moltissime telenovelas e ha doppiato un personaggio in Coco di Lee Unkrich e Adrian Molina e in Hotel Transylvania 3 di Dženndi Tartakovskij) è Rogelio de la Vega, celebre e vanesia stella delle serie tv spagnole. Abituato al lusso e ad essere circondato da persone che lo assecondano sempre, quando rivede Xiomara, che non ha intenzione di accoglierlo con mille premure, è deciso a riconquistarla e a conoscere sua figlia per la prima volta. Rogelio è divertente, impacciato ma con un grande cuore e una smisurata passione per il suo lavoro di attore.
Ivonne Coll (Switched at Birth – Al posto tuo di Lizzy Weiss, Glee di Ryan Murphy, Brad Falchuk e Ian Brennan, Teen Wolf di Jeff Davis) impersona la religiosa Alba Gloriana Villanueva. È una signora ligia al dovere, che ha sempre cercato senza successo di imporre un certo tipo di insegnamenti a Xiomara, ma che riesce invece a far assimilare alla nipote Jane. All’inizio molto seriosa e poco incline a lasciarsi andare, col passare del tempo si accorgerà che si possono rispettare le regole anche godendosi la vita, di tanto in tanto. Rimane comunque la roccia della famiglia Villanueva, dopo che il marito è morto anni prima. Lei ha dovuto crescere tutte le donne del nucleo familiare da sola e lontana dal suo paese natio, il Venezuela.
2. Il perfetto mix di profondità e leggerezza
Questa serie ha il merito di trattare tematiche importanti ed attuali con una leggerezza che non diventa superficiale o stucchevole. Si parla di problematiche femminili quali l’aborto, la difficoltà di essere madri senza nessun sostegno. Di come farsi valere in un mondo sempre disposto a mettere loro i piedi in testa. Si parla di dolore e di lutto, dell’impossibilità di andare avanti senza i propri cari e di come risulti benefica la vicinanza con chi non si sarebbe mai immaginato. Viene toccato anche l’apparente universo magico degli attori e delle serie tv, sviscerando difficoltà e lati oscuri che non siamo abituati a vedere sullo schermo.
Per esempio, gli attori con una certa esperienza alle spalle si vedono liquidati per far subentrare la nuova giovanissima star. Devono barcamenarsi alla ricerca di ruoli che possano farli restare nell’Olimpo di Hollywood o delle soap opera spagnole. Per non parlare di quanto sia difficile inseguire i propri sogni, se si tratta di diventare scrittore. Quante complicazioni e porte in faccia per farsi pubblicare la prima opera! E non è facile quando bisogna anche sostenere i propri affetti, accudire i figli e gestire una famiglia allargata piena di idee diverse. Insomma, Jane the Virgin riesce a condurre lo spettatore attraverso percorsi accidentati e riflessioni esistenziali, senza fargli pesare il cammino. L’ironia e le gag che contraddistinguono la serie alleggeriscono i toni e la rendono spassosa e adatta per chiunque ami le storie romantiche e divertenti. Irrealistiche, articolate e drammatiche.
3. Una voce narrante fuori dagli schemi
Anthony Mendez è la voce narrante che ci racconta tutta la storia e riassume ad ogni inizio puntata quella precedente. Essendo onnisciente, è curioso seguire i suoi riferimenti al futuro senza però saperne di più, come fosse un confidente che ci dice: “vedrai… adesso non posso dirtelo!”. E poi l’accento spagnolo resta coerente con le origini delle famiglie Villanueva e de la Vega. Fa immergere chi guarda nella cultura americana mediante l’uso di slang, e spagnola con termini ed influenze.
Nella versione doppiata, il narratore è interpretato da Massimo Lopez, che ovviamente non restituisce l’accento straniero come nell’originale. Autoironico e sopra le righe, non sappiamo ancora se conosceremo mai l’identità del narratore, ma è impossibile non affezionarsi. Ci fa sapere la sua opinione, esulta e soffre con noi; è come guardare le puntate con un amico vicino, se vogliamo. Non solo: come accennato in precedenza, la cultura spagnola e sud-americana sono parte integrante della storia. I personaggi parlano spesso in lingua (nella versione originale sono inseriti i sottotitoli inglesi), e si respirano le loro origini nell’arredamento delle case. Nei modi di fare (Rogelio e le sue reazioni esagerate e teatrali potrebbero anche essere l’unico motivo per guardare la serie). Nel forte senso di appartenenza ed orgoglio che i personaggi possiedono.
4. La vita vera, anche se sopra le righe
Nonostante l’evidente costruzione di una trama elaborata e irrealistica per certi versi, la storia non da l’impressione di raccontare una finzione e non fa quasi mai pensare allo spettatore “ok, questo è davvero impossibile!”. Nel pieno stile delle più classiche telenovelas, succedono cose bizzarre e inusuali, ma mantengono una coerenza e un senso logico nella trama. Tutto è sempre spiegato e non sono presenti “buchi della trama” (e come sa chiunque ami le serie tv, è davvero difficile).
Jane e la sua famiglia rispecchiano i problemi e le gioie che ogni famiglia prova nella vita, ed è bello vedere quanto le radici siano importanti per lei. Sin da bambina, non vedeva l’ora di crearsi una famiglia sua, un rifugio che restasse vivo nel tempo. E scrive di quello che conosce e sperimenta, per guardarsi dentro e per lasciare un pezzo di sé anche dopo che se ne sarà andata. Perché vivrà attraverso le altre persone, i suoi cari.
5. Jane the Virgin, una meta-serie tv
Intelligente e arguto, Jane the Virgin gioca con le strutture filmiche e letterarie. Le spiega al pubblico e le mette a nudo, non facendo comunque perdere interesse nel seguire l’intreccio. Veniamo a conoscenza dei punti principali da toccare se si vuole scrivere una sceneggiatura di successo e in “stile telenovela” (la storia viene bloccata per permettere al narratore di illustrarci i punti chiave, come in un filmato tutorial). Lo stesso vale per i romanzi. Quando Jane si prepara a scrivere, ripassa mentalmente tutti i passaggi per costruire una buona trama, dei personaggi sfaccettati e degli ostacoli che questi devono superare, per poter giungere all’obiettivo finale. È come se gli autori della serie avessero voluto accompagnarci in una visita guidata alla scoperta dei meccanismi televisivi e letterari. Con il risultato di lasciarci incuriositi non solo dalla storia, ma anche dal “dietro le quinte”.