La fantascienza nei film di Neill Blomkamp: un mezzo di crtica sociale
Breve analisi dell’utilizzo della fantascienza nei film di Neill Blomkamp come mezzo di critica sociale.
La sci-fi mania impazza con l’uscita al cinema di Blade Runner 2049. Cogliamo perciò l’occasione di parlare di uno dei registi di fantascienza più interessanti e discussi degli ultimi dieci anni, Neill Blomkamp. Sopratutto cogliamo l’occasione di parlare di come la fantascienza viene utilizzata nei film di Neill Blomkamp: un mezzo di critica sociale.
Non perdiamo molto tempo sulla biografia di Neill Blomkamp, è però necessario per l’analisi della sua opera sapere che nasce a Johannesburg in Sud Africa e che inizialmente si guadagna da vivere come “addetto” a gli effetti speciali e supervisore di animazioni. L’amore per l’effetto speciale, come diremo poi, trasuda dai film di Neill Bolmkamp.
Egli è in tutto e per tutto un regista di film di fantascienza. I suoi tre lungometraggi sono riconducibili tutti al genere, anche se in ogni film Neill Blomkamp cerca di variare l’espediente narrativo. Il genere fantascientifico però è per questo regista un semplice mezzo. Ed è per questo che è posto sotto la nostra attenzione in questo articolo: il sci-fi nei film di Neill Blomkamp è un mezzo di critica sociale. Il regista sudafricano fa nascere una nuova generazione di “fantascienza alta” in cui ciò che vediamo sullo schermo non è altro che una metafora del nostro mondo e del tempo presente. Alieni, Robot e astronavi non sono altro che un mezzo. Un mezzo per mandare un messaggio per esprimere un’idea. Il cinema di genere che si fa veicolo di messaggi e idee. Così i film di Neill Blomkamp e la sua critica sociale sono da tenere da conto perché potrebbero divenire vere e proprie pietre miliari del Cinema. Potrebbero divenire Capolavori come quelli di Ridley Scott, uno dei principali “ispiratori” dei film di Blomkamp. Addentriamoci ora nell’opera del regista sudafricano.