La fantascienza nei film di Neill Blomkamp: un mezzo di crtica sociale
District 9 (2009)
E’ difficile debuttare con un capolavoro, ma possiamo affermare senza remore che District 9 è il capolavoro di Neill Blomkamp. E’ anche il suo film di maggior successo che ottenne quattro candidature a gli oscar e un ottimo successo di pubblico e critica.
Nel 1982 una nave aliena si ferma sopra la città di Johannesburg. Dopo qualche tempo in cui l’astronave è sospesa nel cielo senza che accada nulla, l’esercito sudafricano decide di entrare nel veicolo. All’interno si trovano quasi un milione di alieni denutriti e spaventati; il governo allora decide di “aiutare” questa razza aliena e dopo il tentativo di integrazione con la razza umana, decide di relegarli nel Distretto 9 di Johannesburg.
Nel 2010, con il moltiplicarsi dei “gamberoni” (così vengono chiamati in modo dispregiativo gli alieni) e delle tensioni create dal contatto delle due razze non integrate fra loro, il governo decide di traferire gli alieni in nuova zona lontana dalla città. Questa maxi-operazione di sfratto viene affidata dal governo del Sud Africa alla Multi-national United (MNU), una delle società produttrice di armi più grande della Terra. Le operazioni vengono affidate alla coordinazione Wikus Van De Merwe (Sharito Copley), il quale durante le attività di sfratto è protagonista di un evento che lo renderanno l’uomo più ricercato del Sud Africa.
La regia di DIstrict 9
Il film di Neill Blomkamp è girato con la tecnica del Mockumentary (o falso documentario); vediamo le azioni dei protagonisti essere inframezzate da interviste realizzate dopo gli eventi narrati. Riuscire a girare un falso documentario senza risultare banali è veramente difficile, solo pochi grandi registi ci riescono. Neill Blomkamp fa parte di questo novero di pochi eletti. La pellicola non risulta mai piatta, la tensione e l’attenzione dello spettatore non cala mai, nonostante l’azione venga intervallata dai commenti dei protagonisti.
Gli effetti speciali sono graficamente uno dei punti forti del film. L’effetto fotorealistico permette allo spettatore di immedesimarsi meglio nella storia se pur, trattandosi di fantascienza, sia pura finzione. in District 9 Neill Blomkamp alterna la macchina a mano, classica del mockumentary contemporaneo, a sequenze con la macchina da presa fissa. Gli inseguimenti non disdegnano carrellate e dolly. Il montaggio è perfettamente gestito: frenetico nei momenti action, lento nei momenti di dramma.
La xenofobia e l’anti-militarismo dell’opera
Ciò che veramente però è degno di nota in questo film di Neill Blomkamp è la critica sociale. L’alieno come emblema della diversità. Qui il regista spiega che azioni come quella di causare un’incendio o far deragliare un treno non sono per i “gamberoni” atti di ostilità come li vede l’uomo. Sono azioni che l’alieno non percepisce come negative perché ha una cultura diversa, per questo egli andrebbe integrato ed educato e non “imprigionato”. E qui la critica sociale di Neill Blomkamp è attualissima, avere paura della diversità perché non la si comprende e tramutare questa paura in aggressività e razzismo è la via sbagliata. Le diversità, sopratutto nel Sud Africa di Neill Blomkamp e luogo di ambientazione del film, vanno innanzitutto comprese; le diversità vanno poi affrontate ma non con pistole e insulti ma con la collaborazione. Si deve acquisire la consapevolezza che siamo tutti esseri senzienti e abbiamo in comune più di quanto le apparenze mostrino.
Alieni e umani, soffrono, gioiscono e provano affetto sia filiale che non. Bisogna soffermarsi su ciò che abbiamo in comune con gli altri, non fermarsi solo sulle differenze. A rincarare la dose della critica sociale di Neill Blomkamp nel film si staglia anche l’anti-militarismo. In maniera satirica il regista ci rappresenta coloro che per professione decidono di uccidere chi è diverso come folli ed esaltati. Come persone che godono nel vedere la sofferenza altrui e che non hanno nessuno ideale nobile che perseguono in quello che fanno.
In chiusura si noti come nel film di Neill Blomkamp la critica sociale si sofferma anche sul rapporto tra le multinazionali e la loro fame di guadagni. I loro unico interesse è il denaro in spregio della dignità degli esseri viventi.