La fantascienza nei film di Neill Blomkamp: un mezzo di crtica sociale
Humandroid (2015)
L’ultimo film di Neill Blomkamp è Humandroid. Il regista scrive e dirige anche qui un film con cast d’eccezione se pur meno hollywoodiano di Elysium. Nell’opera troviamo infatti Dev Patel, Hugh Jackman, Sigourney Weaver ed il gruppo musicale Die Antwoord.
In questa pellicola il regista usa come espediente un’altra branca della fantascienza, quella dello sviluppo di un’intelligenza artificiale. Un’ingegnere (Dev Patel) crea un robot dotato di intelligenza artificiale, questo modello viene utilizzato dalla polizia sudafricana come un super-poliziotto per combattere la criminalità dilagante a Johannesburg. Ma l’amore per la scienza e la ricerca del nostro ingegnere non si fermano a questo: vuole creare una A.I. dotata di coscienza, un robot che provi emozioni, che dipinga, che scriva poesie. Egli costruisce così il robot Chappie per educarlo. Le nobili intenzioni di Patel vengono però intralciate dall’arrivo nella sua vita di un gruppo di criminali (i Die Antwoord) che vogliono utilizzare la nuova creazione dell’ingegnere per i loro scopi personali. Chappie viene così sfruttato da questi criminali e l’intervento di Hugh Jackman, geloso del successo dei droidi di Dev Patel, complicheranno la vita del nostro robot, del suo creatore e metteranno in pericolo molte vite.
Della componente tecnica di questo film di Neill Blomkamp, come per il precedente c’è poco da discutere. Il regista sa dosare perfettamente action e sequenze dialogate, il montaggio si adatta all’azione che deve essere messa in scena e gli effetti speciali sono ancora una volta un vero e proprio piacere per gli occhi.
La brutalità dell’essere umano in Humandroid
La critica sociale di Neill Blomkamp nel film ci pone subito dinnanzi ad un interrogativo. Chi sono le vere macchine insensibili? Con l’espediente dell’intelligenza artificiale dotata di coscienza, il regista sudafricano ci fa riflettere che l’uomo e i suoi obbiettivi egoistici sono in realtà meno umani di quanto lo siano i comportamenti di un robot. Un droide, che non a caso è un bambino, che deve crescere e deve essere educato, che vede il mondo in maniera pura e semplice senza sovrastrutture. E cosa vediamo con gli occhi di Chappie? Un mondo di interessi economici, un mondo violento in cui gli emarginati sono malvagi ma sono sempre e comunque meno “antagonisti” di quanto non siano le multinazionali che sfruttano la morte delle persone per lucrare. E anche qui la critica all’anti-militarismo è ripresa come nelle opere precedenti di Neill Blomkamp.
Il rapporto tra creatore e creatura
In questo film di Neill Blomkamp la critica sociale si fa anche critica al rapporto tra religione e scienza. Hugh Jackman molte volte menziona “Dio” e definisce Chappie un essere “senza Dio”, non concepisce che le macchine si possano autogovernare ma devono sempre dominate dall’uomo. Jackman rappresenta il fanatismo religioso che non riesce a capire l’importanza dello sviluppo scientifico e tecnologico e che si arrocca nelle sue convinzioni e le tramuta in violenza. Dall’altro lato Dev Patel però ha eccessiva fiducia nella scienza, o meglio, non capisce le implicazioni negative che la sua scoperta potrebbe portare. Il problema è sempre l’uomo e l’utilizzo che fa della tecnologia. E proprio per questo ci domandiamo, ma il nostro ingenuo Patel si è interrogato su ciò che stava creando? E forse per Neill Blomkamp l’umanità non è ancora pronta ad essere “divinità creatrice”.
A prescindere che si sia d’accordo con le idee che il regista sudafricano espone nelle sue pellicole, a nostro avviso, non si può prescindere dalla visione dei suoi film se si ama il cinema. Il concetto intrinseco di “Settima arte” trasuda da queste pellicole. I film di fantascienza di Neill Blomkamp infatti sono un mezzo di critica sociale. E un’artista fa proprio questo, utilizza il mezzo per esprimere un concetto, giusto o sbagliato che sia, serve a far riflettere lo spettatore.
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