La la land: la lotta perpetua tra sogno e realtà
La la land: un film tra sogno e realtà
Non si sente parlare d’altro: La la land.
C’è chi lo venera, e chi invece ritiene che il film non fosse al livello delle elevate aspettative. Perché, diciamolo, le aspettative erano altissime. Sin dal Festival del Cinema di Venezia, Damien Chazelle, Emma Stone e Ryan Gosling erano già sulle labbra di tutti, già non poco impegnate a fischiettare l’ormai celebre motivetto di “City of stars”.
Non andate avanti a leggere se non avete visto il film, è un articolo altamente spoileroso. (Ma mi raccomando, quando avrete visto il film tornate a leggerlo!)
Cos’è La la land?
Prima cosa da sottolineare: La la land NON è un musical. La storia non viene raccontata con la musica. Le canzoni sono poche, e si concentrano nella prima parte del film. I non amanti del genere saranno stati sicuramente contenti di questo, ma se si presuppone che La la land non è un musical… anche gli amanti di “Les miserables” non dovrebbero rimanere delusi.
La la land: il sogno
Ritengo che l’inserire le canzoni in una determinata sezione sia stata una pensata scelta del regista. Non a caso, tutta la prima parte si concentra sui sogni dei protagonisti. Mia è alle prese con i provini per diventare un’attrice, mentre Sebastian si innamora ogni giorno di più della magia del Jazz. Però non sempre le cose vanno come ci si aspetta, specialmente per loro due, che rincorrono un sogno così meraviglioso ma allo stesso tempo difficile da raggiungere. Però c’è una cosa che brilla insistentemente nei loro occhi: la speranza.
Le canzoni che sentiamo, dalla scena iniziale fino a “City of stars” sussurrata da Ryan Gosling sul pontile, riguardano la speranza. “Another day of sun” è cantata da persone che hanno un sogno, che vogliono raggiungerne la vetta, e non sanno se sono folli o coraggiosi: il futuro splende di fronte a loro, ci sarà sempre un altro giorno di sole. E forse se sarai nel posto giusto al momento giusto, troverai quel “someone in the crowd” che ti farà emergere, che ti darà la possibilità di realizzare il tuo sogno. E anche nella prima versione di “City of stars”, Sebastian si interroga se la storia con Mia diventerà qualcosa di meraviglioso, o solo un altro sogno che non riuscirà a realizzare.
E’ significativa la scena del secondo incontro tra Mia e Sebastian, in quel locale addobbato a festa. Sebastian suona il pianoforte, immergendosi completamente in quella musica, tanto da fargli sembrare di essere l’unico in quella stanza, in un altro mondo: questo viene sottolineato dalla spotlight che lo illumina mentre tutto il resto è nero. Quando smette di suonare e si alza di scatto, sembra non rendersi conto di dove si trovi, di quanto tempo sia passato: esattamente come quando ci si sveglia dopo aver fatto un sogno estremamente realistico e dettagliato.
L’appuntamento al planetario, in cui vediamo Emma Stone e Ryan Gosling svolazzare tra le stelle (come Nicole Kidman e Ewan McGregor in Moulin Rouge!), non è altro che una grande metafora di quanto il loro amore e i loro sogni abbiano la necessità di innalzarsi fino al cielo. Il bacio tra i due si conclude con un montaggio a iris, cioè quel cerchio nero che si chiude sull’immagine, tipico dell’ “happy ending” delle vecchie pellicole. Il sogno fa sembrare la tua vita come un film di cui non conosci ancora il finale, ma che non vedi l’ora di scoprire.
La la land: faccia a faccia con la realtà
La storia tra Mia e Sebastian va a gonfie vele. Si sono innamorati grazie alla fiamma che arde in loro e che li rende così speciali l’uno agli occhi dell’altra. I sentori della spietata realtà sono solo sporadici e quasi divertenti all’inizio: il cellulare che squilla e il film che finisce improvvisamente quando i due provano a baciarsi, Sebastian che prende la strada in contromano, il frullato rovesciato sulla camicia immacolata di Mia prima del provino, il licenziamento di Sebastian al locale. Anche i passi di ballo degli attori non sono perfetti: bisogna dirlo. Ma è questo lo spirito del film, non vuole essere un musical, vuole essere un omaggio ai sogni che si scontrano con la realtà. E la realtà è imperfetta.
Arriva la tanto agognata “City of stars”, che parla essenzialmente d’amore: è l’amore che tutti cercano, nei bar o nei ristoranti affollati. Sembra quel “rat-tat-tat” sul cuore l’unica cosa di cui si ha bisogno, che rende le stelle più luminose. Ma è davvero così?
Damien Chazelle ha affermato che per lui “era importante realizzare un film su due sognatori, su due persone che hanno grandi sogni che li fanno avvicinare, ma che li portano anche a separarsi”. Sebastian firma il contratto con la band, tradendo così il suo amato jazz, portandolo ad una modernizzazione che aveva sempre aspramente criticato. Il punto è questo: Mia si è innamorata di Sebastian grazie al suo sogno, alla sua “fiamma” che adesso sembra non brillare più ardentemente come un tempo. La carriera di Sebastian lo porterà a perdersi la prima del monologo teatrale di Mia, che si rivelerà un catastrofico flop. La realtà è arrivata, è un muro che li ha divisi e ha sovrastato il sogno di Mia di diventare attrice e quello di Sebastian di aprire il suo locale jazz. E’ significativa la scena in cui Mia, guidando, nota che il Rialto -il cinema dove al primo appuntamento con Sebastian avevano visto l’incipit di Gioventù bruciata– ha chiuso i battenti. Sembra il preambolo di quello che sarebbe successo a loro. Ed inoltre, non ci sono canzoni da musical nella realtà: ecco perché i numeri musicali erano principalmente concentrati nella parte iniziale.
La la land: un lieto fine a metà
Dopo il flop dello spettacolo, Mia torna a casa dei suoi, taglia con Sebastian. Sembra la fine del sogno, ma ecco che arriva un nuovo provino. Sebastian la accompagna, ed Emma ci delizia con l’emozionante “Audition – the fools who dream”, che parla di come Mia ricorderà per sempre la fiamma che ardeva in sua zia quando raccontava di aver vissuto una vita piena, usando la metafora della Senna. Sì, sua zia si era immersa nella Senna, nonostante poi avesse passato un mese ammalata: ma disse che l’avrebbe rifatto. La follia è la chiave che serve a darci nuovi colori da vedere, per questo abbiamo bisogno dei sognatori, folli, con i cuori che si spezzano, con i loro disastri. Sembra quasi di tornare alla sequenza iniziale, “Another day of sun”, in cui l’unica cosa che sembra importare è l’elevatezza dei propri sogni. Durante il provino, tutto diventa nero attorno a Mia, eccetto una luce che la illumina: esattamente lo stesso effetto fatto su Ryan Gosling mentre suonava il piano, all’inizio del film. Con la promessa di Mia e Sebastian di amarsi per sempre, si ha un salto temporale di cinque anni.
Si capisce che Mia è diventata un’attrice di successo, ma che si è anche fatta una famiglia che non comprende Sebastian. E che ne è di lui? Mia si ritroverà per caso nel suo locale jazz, che non si chiama “Piano col pollo”, ma “Seb’s”, come lei gli aveva suggerito. E una volta entrata, noterà che è stato fatto tutto seguendo i consigli che lei gli aveva dato. (Non so voi, ma a me ha ricordato -molto alla lontana- il castello di Gatsby realizzato per rendere felice Daisy). Quando Sebastian la vede, ed inizia a suonare, sentiamo le note della canzone che li aveva fatti incontrare in quel locale illuminato dalle luci natalizie. Ed ecco la magia. Ci viene mostrato un finale alternativo: cosa sarebbe successo se loro fossero rimasti insieme. Sarebbe stato un vero e proprio lieto fine, da chiudere con un montaggio a iris, un tipico finale da musical in cui i protagonisti ottengono ciò che vogliono e vissero per sempre felice e contenti. Ma La la land è rivoluzionario perché vuole sottolineare che la vita non è un musical, e che la felicità spesso non dipende necessariamente dall’amore verso un’altra persona. In questo caso, la felicità di Mia e Sebastian poteva essere raggiunta solamente con la realizzazione dei loro sogni, anche se questo ha significato sacrificare il loro amore. Ma il sorriso complice tra i due alla fine del film è fondamentale: non possono stare insieme, ma sanno che l’uno senza l’altra non ce l’avrebbero mai fatta ad arrivare dove sono arrivati. Sono due persone felici e complete, anche se non insieme.
Another day of sun: La la land in una canzone
Il grandioso piano sequenza iniziale, lungo circa sei minuti, è fondamentalmente un numero da musical sulle note di “Another day of sun”. Questo numero d’apertura è una dicotomia: sembra apparentemente una canzone allegra e coinvolgente, ma nasconde in realtà una profonda malinconia.
Gli autori della canzone sono stati ispirati dalla volontà del regista di mettere in luce la differenza tra New York e Los Angeles. A New York, i sogni vengono macinati e distrutti, e quando ti svegli il giorno dopo un ennesimo e durissimo “no” -in inverno (stagione con cui inizia il film)- la neve soffice e bianca è ormai diventata ghiacciata, sporca e fangosa. Nello stesso istante, a Los Angeles -dove si svolge la vicenda-, si combatte la stessa lotta. Tuttavia, quando ci si sveglia dopo l’ennesima delusione, ci si trova di fronte ad una giornata stupenda. E’ un altro giorno di sole. E questo è estremamente frustrante, perché nel momento del fallimento il mondo intorno a te non si armonizza col tuo umore. Sembra voler dire “sì, hai fallito, ma il mondo va avanti anche senza di te”.
Quindi questa canzone così apparentemente spensierata, racchiude in verità tutto il senso di speranza, delusione e malinconia che ci lascia nel cuore il finale della pellicola. E’ il contrasto tra sogno e realtà che il regista ha voluto trasmetterci sin da subito. Si può dire che “Another day of sun” racchiuda il finale di La la land, posto come incipit del film.
Quindi sì, La la land è un film straordinario, un film che nasconde tante sfumature che sfuggono a chi non si sofferma, sfuggono agli osservatori distratti.
Oltre a tutta questa analisi della storia in sé, sono da considerare le interpretazioni di Emma Stone (probabilmente la migliore della sua carriera) e di Ryan Gosling (che nel film non utilizza controfigure per suonare il piano: è tutta farina nel suo sacco): una coppia che fa scintille.
Si potrebbe parlare così a lungo di questo film, dalla fotografia alle complicate sequenze, dalla colonna sonora ai testi di tutte le canzoni – e molto altro ancora.
Ma non dilunghiamoci ancora: city of stars, there’s so much that I can’t see…