Nuovo Cinema Italiano: cronaca di un anno di grande cinema nostrano.
Il 2016/2017 è stato un anno cinematograficamente splendido per l’Italia; peccato che il pubblico sembri non essersene accorto.
<Il cinema italiano è morto!> Dio solo sa quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase negli ultimi anni! In realtà, oggi più che mai, questo pensiero tende ad essere spesso espresso senza una reale cognizione di causa. Certamente si può parlare di un’indubbia crisi economica dell’industria cinematografica italica, ma sarebbe ingiusto porre su un medesimo piano la questione creativa. Infatti, se soltanto buttassimo l’occhio oltreoceano troveremmo una carenza di idee decisamente maggiore, in una brodaglia ultra-riscaldata di eroi in maschera, saghe infinite ed action-movies di bassa lega. Pertanto, nonostante il polso della situazione in America quest’anno sia parso più pulsante, grazie a quattro film e non di più (La La Land, Arrival, Animali Notturni, Moonlight), il cinema europeo ha sempre tentato con maggior coraggio di percorrere vie alternative, anteponendo la qualità all’incasso facile.
In questo panorama il Belpaese è riuscito a distinguersi anche quest’anno. Ovviamente non è mancato il carrozzone sempre più cigolante di commedie che grava sul nostro mercato, ma occorre dire che non sono assolutamente mancati prodotti significativi. Si potrebbero già citare il malinconico Fai Bei Sogni di Marco Bellocchio, il freudiano Tommaso di Kim Rossi Stuart, il delicato La Tenerezza di Gianni Amelio, il claustrofobico Piccoli Crimini Coniugali di Alex Infascelli. Tuttavia, qui si vogliono ricordare i magnifici sei dell’anno appena trascorso, in una classifica solo apparentemente tale; infatti, parto dall’assunto che tali opere sono, a mio personale e discutibile parere, film straordinari, ai quali sono profondamente grato per le emozioni forti e indelebili che mi hanno regalato. Oltre che dalla loro eccezionalità, i seguenti film sono anche sfortunatamente accomunati dai bassissimi incassi, che saranno opportunamente segnalati. E, mentre al box office svettano Pirati dei Caraibi, Wonder Woman, La Mummia e Baywatch (sic!), dovremmo chiederci se il problema sia sempre e solo una scarsa distribuzione nelle sale o se, alle volte, non siamo davvero troppo pigri per meritare la bellezza prodotta nel nostro paese.
6°: 7 Minuti. Undici donne impiegate presso una fabbrica tessile devono decidere se accettare o meno il compromesso proposto loro dai nuovi acquirenti dell’azienda: rinunciare a sette minuti della propria pausa pranzo. Il problema sta nel capire cosa si nasconda dietro questa richiesta apparentemente innocua. Michele Placido dirige con eleganza un dramma sociale d’ambientazione teatrale. La sceneggiatura limpida e tagliente è supportata da un superlativo cast corale tutto al femminile, con una menzione particolare per l’arrabbiata Ambra Angiolini e l’orgogliosa Fiorella Mannoia. Ignobilmente trascurato agli ultimi David di Donatello (solamente una candidatura per il montaggio e una per il David Giovani), è un film intenso e commovente, che funziona proprio perché si sofferma sulla psicologia delle sue protagoniste, piuttosto che tradursi in un manualetto di demagogia spicciola. Spiazza, inoltre, per la grande speranza che il regista ripone fieramente nei giovani; disilluse e impaurite, eppure uniche capaci di compiere gesti davvero coraggiosi, le nuove generazioni sembrano essere la sola possibilità di salvezza per un paese soffocato dalla crisi del lavoro, acuta ora come mai. Necessario. Incasso: € 547.000.