Personaggi iconici – Riggan Thomson: analisi del personaggio cult di Birdman
Ecco un’analisi di Riggan Thomson, il protagonista del film premio Oscar Birdman
Continuiamo la nostra rubrica sui personaggi iconici del cinema con un’analisi approfondita dedicata a Riggan Thomson, il protagonista del film “Birdman”. Diretto dal regista messicano Alejandro González Iñárritu, Birdman vanta svariati riconoscimenti tra i quali gli Oscar come “miglior film, “miglior regia” e “miglior sceneggiatura originale”.
Personaggi iconici – Riggan Thomson: analisi del personaggio cult di Birdman
Nella testa di Riggan
Tra la recente produzione cinematografica, Birdman sembra essere un vero e proprio diamante. Il film parla per sé, rendendo superfluo qualsivoglia elogio. Vi è un ritmo costante che, grazie all’espediente del piano sequenza unico, non abbandona mai l’osservatore. Nelle intenzioni d’Iñárritu c’era sicuramente la volontà di non dare tempo al pubblico di riprendere fiato. Ciò significa che mentre di solito, con dei tagli strategici, si risparmia allo spettatore parte delle emozioni dei protagonisti, in questo caso chi guarda deve necessariamente assistere a tutto ciò che succede, senza possibilità di distrazione.
È proprio questo il motivo per il quale, guardando Birdman, si prova subito empatia verso Riggan Thomson. Interpretato da un Michael Keaton in stato di grazia, Riggan è il soggetto principale della pellicola. La sua storia è apparentemente lontana dalla sfera emotiva di una persona comune. Egli infatti non è altro che un’ex-stella del cinema ormai decaduta, che vive all’ombra del personaggio che lo ha reso un divo, il supereroe “Birdman”. La sua volontà sarebbe quella di aprire un nuovo ciclo, ricominciare da zero seguendo la forma d’espressione artistica che più ama, ossia il teatro. I suoi però, più che tentativi, sembrano una catena d’inesorabili fallimenti che si susseguono uno dopo l’altro. Stando così le cose, sarebbe difficile immaginare come la storia di un ex stella di Hollywood possa coinvolgere ed interessare un normale spettatore. Tuttavia, la bravura d’Iñárritu è stata proprio questa: riuscire a farci entrare nella testa di Riggan facendoci comprendere le sue turbe, così da poter toccare con mano i suoi conflitti interiori ed i suoi demoni.
Una duplice solitudine
Una peculiarità del personaggio di Riggan Thomson che salta presto all’occhio è la sua involontaria inclinazione alla solitudine. A pensarci, questo è paradossale per una persona che come lavoro recita e si destreggia su di un palco dinanzi a platee gremite di persone. Ebbene, nella sua vita privata il nostro protagonista non ha mai avuto troppa fortuna. La sua situazione famigliare è disastrosa, la figlia nutre un forte astio nei suoi confronti e tutto lo porta a pensare di aver fallito sia come marito che come padre. A ciò si aggiunge una profonda insoddisfazione personale. Riggan è infatti tormentato dai ricordi del suo passato, da quella gloria hollywoodiana evanescente che l’ha condannato ad una vita di delusioni.
Nel film, questo calvario spirituale viene messo in scena tramite una voce trascendente, la quale risiede dentro di lui. La voce dei suoi ricordi non lo abbandona mai, contribuendo però ad allontanarlo dalla serenità, rendendolo sempre più solo. È proprio questa duplice natura a fare di lui un personaggio tanto complesso quanto affascinante. Per tutto il tempo Riggan Thomson combatte una lotta senza tregua, un conflitto continuo tra il Riggan voglioso di riscatto e “Birdman”, il suo alter-ego supereroe. In questo scontro la sua solitudine è costellata di fantasie, di miraggi, di pensieri che danno la parvenza di una presenza reale, ingannando lo spettatore e persino lo stesso Riggan. La realtà è che l’ex-star sarà sempre abbandonata a sé stessa, circondata da persone che lo stimano, ma che possono fare a meno di lui.
Cosa Riggan ci lascia
Quando un cineasta concepisce un personaggio come Riggan Thomson, non può non voler mandare un messaggio al pubblico. Più o meno velatamente, si vuol sempre consegnare una morale nelle mani di chi guarda il film. Riggan Thomson è un personaggio dal quale, una volta vista la sua parabola, si può imparare molto.
Per tutta la sua vita, egli è sempre stato un padre totalmente assente, nonché un marito negligente. Ciò è derivato dalla sua scelta di anteporre la propria carriera alla vita sentimentale. Considerando lo svolgersi degli eventi, non si può certo dire che questa sia stata una scelta ponderata. Ecco quindi la prima lezione che Riggan ci presenta: dare a tutto la giusta importanza. Non bisogna sbilanciarsi troppo, ma è sempre opportuno mantenere un occhio razionale su ciò che veramente abbiamo d’importante nelle nostre vite.
Riggan Thomson tuttavia non è solo da condannare. Gli esseri umani il più delle volte si rivelano deboli se abbandonati a loro stessi. Riggan, nonostante si ritrovi solo nell’impresa di riscattare una carriera sull’orlo del fallimento, fa una gesto degno di lode: si rimette in gioco. Dopo una serie di delusioni, di buchi nell’acqua, decidere di giocarsi ancora una volta le proprie carte non è mai una scelta da prendere a cuor leggero. Riggan però ci fa vedere come, malgrado le avversità, ci si può sempre buttare in qualcosa di nuovo, facendo un ulteriore tentativo. Questo in virtù del fatto che è giusto sperare sempre nel meglio, nonostante i nostri demoni interiori possano pensare il contrario.