L’evoluzione del cinema Horror – La paura fa novanta
Un viaggio temporale per ripercorrere brevemente l'evoluzione del cinema horror
Il genere horror è in assoluto uno dei più diffusi e apprezzati nel cinema. Chi guarda un film horror ha “un sadico desiderio” nascosto di essere spaventato. Il cinema è una macchina per emozioni e la paura è un’emozione fortissima in grado di generare tensione e lasciarci immagini indelebili nella mente..
L’evoluzione del cinema horror
Il genere horror è evoluto progressivamente per tentare di spaventare un pubblico sempre più preparato e coraggioso… Da Romero a Hitchcock a Dario Argento e Carpenter fino ai registi più moderni il genere è profondamente cambiato con i tempi.
In questa lenta evoluzione è considerevolmente cambiato il modo di sorprendere e spaventare lo spettatore.. Se prima ci si basava più sulla paura psicologica resa attraverso la forza dell’immagine e un’attenta costruzione della suspense adesso domina nettamente l’utilizzo dei jumpscares, tecnica caratterizzata dall’ improvvisa comparsa di un qualcosa più o meno spaventoso. Inoltre la violenza, che trova il suo culmine nello splatter, è diventata sempre più protagonista nel cinema horror.
Per capire meglio il cambiamento del genere e del suo pubblico basta fare un semplice esempio; la miniserie tv di IT del 1990 è un classico film “invecchiato male” (passateci l’espressione infelice).. Un ritmo molto lento e fermo con scene e sequenze che non sono più in grado di spaventare un pubblico moderno. Il remake di Andy Muschietti del 2017 è invece un qualcosa di molto più estremo e forte, basato quasi tutto sulla digitalizzazione del personaggio di Pennywise, su effetti speciali e continui jumpscares sebbene abbia una narrazione più lineare e banale (de gustibus sulle preferenze..).
“La paura è catartica, io lo so. Risveglia l’anima dello spettatore e colpisce il suo inconscio..” (Dario Argento)
Lo stile evolve continuamente cercando di sorprendere e divertire uno spettatore “maturo”, sempre più difficile da accontentare e spaventare. Pellicole come Nightmare o La Casa (tanto per citarne due) appartengono a un horror ormai datato, sempre affascinante ma non molto più terrificante. Il genere è evoluto ricercando immagini e situazioni sempre più forti ed estreme, e sono stati fatti molti progressi in questo senso. Basti pensare che in Psycho (1960) una delle tante innovazioni a rischio censura fu introdurre una scena in cui si vedeva il bagno con il gabinetto.
Proprio in questa evoluzione si è persa molto la capacità di spaventare il pubblico con la suspense a favore invece dell’evento improvviso. A proposito di differenza tra suspense e sorpresa è interessante riportare un bellissimo e illuminante pensiero di Alfred Hitchcock:
“La differenza tra suspence e sorpresa è molto semplice e ne parlo spesso (…) Noi stiamo parlando, c’è forse una bomba sotto questo tavolo e la nostra conversazione è molto normale, non accade niente di speciale e tutt’a un tratto: boom, l’esplosione. Il pubblico è sorpreso, ma prima che lo diventi gli è stata mostrata una scena del tutto normale, priva d’interesse. Ora veniamo alla suspence. La bomba è sotto il tavolo e il pubblico lo sa, probabilmente perché ha visto l’anarchico mentre la stava posando. Il pubblico sa che la bomba esploderà all’una e sa che è l’una meno un quarto – c’è un orologio nella stanza – : la stessa conversazione insignificante diventa tutt’a un tratto molto interessante perché il pubblico partecipa alla scena. Gli verrebbe da dire ai personaggi sullo schermo: ‘Non dovreste parlare di cose banali, c’è una bomba sotto il tavolo che sta per esplodere da un momento all’altro’.
Nel primo caso abbiamo offerto al pubblico quindici secondi di sorpresa al momento dell’esplosione. Nel secondo gli offriamo quindici minuti di suspence”.
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La sorpresa colpisce e stupisce, mentre la suspense crea incertezza e tensione. Sono due concetti che non appartengono solo al genere horror (ovviamente) ma sono molto utilizzati anche nel thriller (soprattutto gialli) come in capolavori dello stesso Hitchcock quali “Rear Window” o “The Rope”.
Questa suspense sapientemente costruita ha caratterizzato anche il cinema di Dario Argento; basti pensare a opere come Profondo Rosso, Suspiria e Phenomena.. Ma nel “cinema argentiano” rispetto a quello hitchockiano (più thriller che horror in verità) c’è spazio anche per jumpscares e violenza. E’ uno stile già evoluto che ha fuso tutti e tre gli elementi.
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Ci sono poi registi che hanno tentato la strada della paura psicologica e della soggezione. Pensiamo allora all’immenso Shining di Kubrick o a L’esorcista di Friedkin in cui è il confine del verosimile a destare terrore. In particolar modo la riuscita della pellicola di Stanley Kubrick è dovuta sicuramente alla regia, e quindi alle inquadrature claustrofobiche e prospettiche, all’illuminazione ma anche alla scenografia e al bellissimo utilizzo del colore rosso e non da ultimo all’eccellente recitazione del cast.
Diverso è, ad esempio, l’horror di Carpenter che spazia tra i mostri de “La Cosa” ed “Il seme della follia” e la suspense con i jumpscares di “Halloween”..
Il genere horror oggi
Nell’horror moderno si affaccia sempre più prepotentemente l’espediente del jumpascare che diventa un elemento essenziale per sconvolgere il pubblico così come anche il ricorso ad una violenza esplicita ed estrema; basti pensare alla saghe di “Saw” ed “Hostel” considerati a tutti gli effetti come appartenenti al filone del thriller/horror.
Esempi di horror moderni sono i vari Annabelle, Boogieman, REC, The Ring, L’esorcismo di Emily Rose, A quiet Place, The strangers, The grudge… Nel film Annabelle 2 c’è una netta distinzione tra la paura generata unicamente da suspence e psicologia (prima metà del film) e paura generata da jumpscares (seconda metà del film).
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Pur essendo film in grado di spaventare non sono ancora pienamente apprezzati da alcuni amanti dell’horror (puristi soprattutto). Sebbene oggi ci siano molte critiche alla qualità dell’horror moderno bisogna dire che sono veramente pochi i film del passato in grado ancora di spaventarci. Probabilmente la giusta evoluzione del genere dovrebbe prevedere un equilibrio tra le varie componenti tipiche dell’horror senza sacrificare la suspense e la tensione psicologica, elementi sempre meno presenti negli horror di oggi.