The Greatest Showman: la storia vera di P. T. Barnum
The greatest showman è un film musical del 2017 che ha riscosso enorme successo. Neo vincitore di un Golden Globe come Miglior Canzone originale con “This is me”; potrebbe rinnovare tale vittoria ai premi Oscar (leggi qui la nostra recensione). In pochi, però sanno che The Greatest Showman è una storia vera. Il suo protagonista P. T. Barnum, interpretato da Hugh Jackman, fu un vero imprenditore, politico e circense statunitense; al centro della scena dal 1810 al 1891.
Già apparso in varie storie a fumetti, come Il vigilante di Pizen Bluff di Don Rosa e la Saga di Paperon de’ paperoni; il mondo di Barnum è stato di ispirazione anche per diversi film dal 1930 al 1952. Nel film d’animazione Disney “A Bug’s Life” è presente un circo a capo di P. T. Pulce; ispirato proprio alla figura di P. T. Barnum.
L’eccentrico circense è già ampiamente presente – più o meno consapevolmente – nella cultura di massa; ma con The Greatest Showman la storia vera di P. T. Barnum prende piena forma.
Il film non è però stato molto fedele alla realtà dei fatti; anzi, ha semplificato eccessivamente quella che è una figura estremamente complessa e controversa.
The Greatest Showman, la storia vera di P. T. Barnum
I primi anni
Nel film le umilissime origini di Barnum sono la chiave di tutta la storia: a causa delle sofferenze e dei soprusi subiti durante tutta l’infanzia e l’adolescenza; l’uomo decide di riprendersi la sua rivincita e, specialmente, di guadagnarsi un posto in quella elegante società che l’aveva sempre tagliato fuori.
È vero che il padre fu un sarto (oltre che locandiere e magazziniere), ma il figlio non seguì le sue orme come sarto: detestando infatti i lavori manuali, lavorò come magazziniere. Successivamente, si occupò di diverse attività tra cui la politica locale: l’interesse per la politica non venne abbandonato nemmeno durante la sua carriera come showman. Nel 1829 -lo stesso anno in cui sposò Charity (nel film interpretata da Michelle Williams)- fondò una rivista settimanale di stampo liberale e, a causa delle sue idee, venne incarcerato per due mesi. Nel 1934 si trasferì a New York City.
Queste sono solo piccole incongruenze rispetto a tutta la restante parte del film: il Barnum di Jackman crea dal nulla un circo di ottimismo e buone intenzioni. Alla ricerca di figure esotiche, anticonvenzionali e di certo grottesche al primo impatto; punta verso di loro i riflettori dando vita ad un inno alla diversità e all’accettazione. Sebbene il grande incidente di percorso con il tour di Jenny Lind (Rebecca Ferguson), le intenzioni dell’uomo sono sempre colme di ingenuità e bontà; condite da una leggera provocazione.
La carriera come Showman: gli inizi con Joice Heth
La realtà dei fatti, però, fu ben diversa: il circo di Barnum fu unicamente provocazione finalizzata ad incassare bigliettoni su bigliettoni. Nella sua prima esperienza come showman -nel 1925- mise al centro della scena Joice Heth. Joice era una schiava afro-americana cieca e quasi completamente paralizzata; e Barnum la presentò come ex nutrice del presidente George Washington, dichiarando la sua età pari a 161 anni.
Lo sfruttamento della donna fu senza scrupoli: costretta a lavorare dalle 10 alle 12 ore al giorno e sottoposta a terribili soprusi (Barnum le fece staccare i denti per apparire più anziana); morì nel 1936. La fame di soldi dell’uomo però era insaziabile: decise di rendere l’autopsia della donna aperta al pubblico. 1500 persone sborsarono 50 cents. ciascuna per vedere quella povera donna tagliata su un tavolo operatorio. Emerse dall’autopsia che la donna aveva meno di 80 anni.
Nel film, invece, la sua carriera da showman inizia con l’acquisto del “Scudder’s American Museum” poi rinominato “Barnum’s American Museum”, In esso si esibivano quelle persone fuori dal comune che vediamo anche nel film: nani, giganti, albini e freaks di ogni genere. Nessuna traccia della povera Joice Heth.