The Help – Tre lezioni di vita imparate dal film con Viola Davis ed Emma Stone
The Help, film del 2011 diretto da Tate Taylor, è una storia di donne ambientata in un periodo di discriminazione e violenza. Nonostante sia racchiusa in una chiara cornice storico-culturale, la pellicola dà allo spettatore tanti spunti e lezioni da applicare nella quotidianità. Ecco allora 3 lezioni di vita che abbiamo imparato grazie a The Help.
The Help – 3 lezioni di vita imparate dal film
“L’unione fa la forza” potrebbe essere il motto delle protagoniste di The Help. Emma Stone, Jessica Chastain, Viola Davis, Octavia Spencer e Bryce Dallas Howard portano sul grande schermo una storia che non può lasciare indifferenti.
Siamo nel 1963 a Jackson, cittadina del Mississippi. È evidente fin dal principio la frivolezza delle donne di Jackson, che delegano alle loro domestiche afroamericane la cura dei figli e della casa per potersi concentrare su cene di beneficienza e altre questioni di poco conto.
La cosa sconvolgente è però l’odio razziale provato da queste affascinanti donne bianche del Sud nei confronti delle loro domestiche; costrette a mangiare con stoviglie proprie stando lontano dal tavolo dove mangia il resto della famiglia e ad usare servizi igienici posti al di fuori della casa, per non parlare della violenza psicologica a cui sono sottoposte ogni giorno.
Questo razzismo ingiustificato ed ingiustificabile non passa però inosservato agli occhi di Skeeter, unica ragazza di quel circolo di famiglie benestanti che non ha voluto adeguarsi al mero ruolo di “madre-moglie”.
Non abbracciando le ideologie razziste che la circondano, Skeeter -aspirante scrittrice- decide di immergersi in un progetto di scrittura segreto. Inizia raccogliere sconvolgenti testimonianze di soprusi e violenze subiti dalle domestiche. “The Help” è il titolo del romanzo frutto di queste testimonianze, servito a dar voce a tutte quelle ingiustizie taciute per troppo tempo.
Ecco allora tre lezioni di vita che abbiamo imparato da The Help.
1 – “Tu sei brava, tu sei carina, tu sei importante”
“Tu sei brava, tu sei carina, tu sei importante” è la frase spesso detta da Aibeleen, domestica, alla bambina che le è affidata.
Serve a rassicurare la piccola nei momenti di sconforto, in tutti quegli attimi in cui la madre -troppo occupata a pensare a se stessa- la trascura e la mette in secondo piano.
È una frase di conforto che dovremmo dire e sentirci dire più spesso; ma se quest’ultima cosa non accade non significa che dobbiamo dimenticare di ripeterlo a noi stessi.
Questa stessa lezione è stata impartita ad una giovane Skeeter dalla domestica Constantine, che l’ha cresciuta. Skeeter confida solo a lei (e non alla madre, ex reginetta di bellezza) di non essere stata invitata da nessun ragazzo al ballo della scuola, perché considerata ‘brutta’; e di vergognarsene profondamente per aver deluso le aspettative della madre. E così Constantine le risponde:
Tu la devi smettere di piangerti addosso, piccola, questo sì che è brutto. Il Brutto è una cosa che ti viene da dentro. È cattivo e fa male, come quei ragazzi. Ma tu non sei come loro, vero? Non penso proprio, tesoro. Ogni giorno… Ogni giorno che non sei sottoterra, quando ti alzi la mattina, devi prendere delle decisioni. Ti devi sempre fare questa domanda: “ci devo proprio credere a quelle brutte cose che mi dicono quegli stupidi, oggi?” Mi ascolti? “Ci devo proprio credere a quelle brutte cose che mi dicono quegli stupidi, oggi?” Hai capito?
Questo significa che essere diversi, andare controcorrente e divergere dalle aspettative che gli altri hanno nei nostri confronti non è sbagliato. Non bisognerebbe mai vergognarsi delle proprie peculiarità, perché ognuno ha negli occhi una scintilla diversa.
Ognuno, a proprio modo, è bravo, carino ed importante.
Lo stesso vale per quanto riguarda Celia, ragazza priva di raffinatezza sociale ma dai modi gentili e profondamente buona ed ingenua. Celia viene vista di cattivo occhio dal circolo di amiche su cui si concentra la pellicola, che la escludono dagli eventi sociali e colgono sempre l’opportunità per umiliarla e farla sentire inadeguata. Sarà grazie alla nuova domestica Minnie che si renderà conto di non essere una buona a nulla; e saranno l’una la salvezza dell’altra.
Indipendentemente quindi dal colore della propria pelle e dalla propria personalità anticonformista; ma specialmente indipendentemente dal giudizio altrui, una persona non dovrebbe mai considerarsi -od essere considerata- di serie B.
La bellezza sta nella diversità, e nel momento in cui non c’è più integrazione ma discriminazione, questa stessa diversità può essere causa di una inspiegabile scia di distruzione e dolore.