The Help – Tre lezioni di vita imparate dal film con Viola Davis ed Emma Stone
2 – “A Skeeter e al suo lavoro, un diversivo prima del matrimonio”
Come detto all’inizio, The Help denuncia una realtà appartenente al passato, ma allo stesso tempo attuale sotto molti aspetti. Il suo messaggio viene veicolato da donne, e come non parlare di femminismo; specialmente di questi tempi?
In che modo The help è un film che piace alle persone femministe?
Oltre alla parità di ‘razza’, se così vogliamo chiamarla; viene messo in luce il profondo divario che esiste tra i ruoli uomo-donna. Nel monologo iniziale Aibeleen dice:
Quelle giovani signore bianche di Jackson, o Signore mio, quanti bambini facevano! Ma Miss Skeeter no. Nessuno uomo e nessun bambino.
Sin dal principio è dunque intuibile che la missione di ogni ragazza di Jackson che si rispetti è proprio quella di sposarsi e di sfornare quanti più bambini possibile; indipendentemente dal fatto di essere o meno pronta per diventare madre. Infatti, i figli vengono affidati alla cura delle cameriere di colore; come anche tutti i doveri della casa, dalle pulizie alla cucina.
Questo avviene perché il compito della donna è quello di essere, o meglio, apparire perfetta, incarnare l’ideale di affascinante e ospitale donna del sud, vestita e pettinata in modo esemplare. Queste donne sono fondamentalmente arrampicatrici sociali, per le quali il matrimonio non è il coronamento dell’amore, ma un mezzo con il quale raggiungere una posizione di spicco all’interno della società.
Skeeter, a differenza delle sue amiche d’infanzia, ha deciso di guadagnarsi una certa posizione non grazie all’appoggio di un uomo, ma solamente contando su se stessa e sulle proprie capacità. Dopo essersi laureata, rincorre il suo sogno di diventare una scrittrice, che giorno dopo giorno si concretizza sempre di più.
“A Skeeter e il suo lavoro, un diversivo prima del matrimonio” è il brindisi proposto da Hilly, con la volontà non di certo velata di sottolineare l’ambizione di Skeeter, vista però come se fosse un difetto. Invece, Constantine dice a Skeeter che non deve sentirsi inferiore a sua madre per il fatto di essere meno bella di lei, perché:
Per quanto riguarda la tua mamma… Non se l’è scelta la sua vita, le è capitata. Ma tu… Tu farai qualcosa di bellissimo con la tua… Aspetta e vedrai.
Durante il film, Skeeter si innamora e si fidanza con un ragazzo: questo significa che una donna è libera di amare chi vuole, di sposarsi e di avere tutti i figli che vuole. Ma anche di non farlo. Semplicemente, una donna dovrebbe essere libera… di essere libera. E di non essere giudicata, qualunque sia stata la sua scelta di vita. L’importante è che nulla venga imposto dall’esterno o dalle aspettative altrui, ma che venga mosso da quello che si sente dentro.
3 – Il coraggio non sempre equivale a prodezza. Il coraggio è avere l’ardire di fare ciò che è giusto, malgrado la debolezza della nostra carne.
In conclusione, è assolutamente necessario mettere in luce quel protagonista silenzioso che ha cambiato tutte le carte in tavola: il coraggio.
Il coraggio è una dote che viene spesso associata a grandi gesti eroici; ma in verità esso fa parte della vita di tutti i giorni. The Help ne è un chiaro esempio.
Skeeter, per prima, ha avuto il coraggio di non nascondere il suo pensiero controcorrente; a differenza della madre che, sebbene non appoggiasse alcuna ideologia razzista, ha licenziato la sua domestica Constantine per un futile motivo legato all’apparenza. Infatti, è proprio la madre a dire a Skeeter:
Il coraggio talvolta salta una generazione. Grazie per averlo riportato nella nostra famiglia.
Il coraggio è stato lentamente raggiunto anche dalle domestiche, che inizialmente erano spaventate all’idea di collaborare ad un così ardito progetto di scrittura. Prima Aibeleen, poi Minnie ed, infine, tutte le altre.
Durante un’omelia per persone di colore, il Reverendo dice:
Il coraggio non sempre equivale a prodezza. Il coraggio è avere l’ardire di fare ciò che è giusto, malgrado la debolezza della nostra carne. E Dio dice a noi tutti, sospinge noi tutti e sprona noi tutti ad amare. Amen. Vedete, l’amore, come è portato ad esempio da nostro Signore Gesù Cristo è essere pronti, disponibili a mettersi in pericolo per il nostro prossimo. E per prossimo io intendo il vostro amico, vostra sorella, vostro fratello, il vostro vicino e il vostro nemico. Se riuscite ad amare il vostro nemico avete già in mano la vittoria.
Cosa significa questo? Significa che bisognerebbe sempre sforzarsi di fare la cosa più giusta, anche se questo non rientra nei propri interessi personali.
Aibileen ha iniziato a collaborare con Skeeter non per un tornaconto personale, in quanto “Qualsiasi persona che stampi, pubblichi o faccia circolare materiale scritto che inciti alla pubblica accettazione o all’uguaglianza sociale dei bianchi e i negri è passibile di carcerazione”; ma perché sapeva che era la cosa giusta.
Quando alla fine del film Miss Leefolt licenza Aibileen sa che non è la cosa giusta da fare: sa che, a differenza di quello che dice Miss Hoolbrook, Aibi non è una ladra, sa che ha cresciuto sua figlia con tanto amore e, specialmente, che quest’ultima sarebbe distrutta per l’allontanamento della domestica. Eppure la licenzia comunque, solo per non deludere le aspettative di Miss Hoolbrook, ape regina delle donne di Jackson.
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