The Terminal: la difficile storia vera dietro il film di Steven Spielberg

La storia di Mehran Karimi Nasseri

Andrà in onda oggi in prima serata su Rete 4 alle 21.10 The Terminal, film del 2004 per la regia di Steven Spielberg e con protagonista Tom Hanks. Il film ha aperto la 61° edizione della Mostra del Cinema di Venezia dove venne presentato fuori concorso come evento speciale. Nel cast, accanto a Tom Hanks nel ruolo di Viktor Navorski, anche Catherine Zeta Jones, Stanley Tucci e Diego Luna. L’aeroporto che vediamo nel film è il Mirabel International Airport di Montreal in Canada, dove Spielberg girò alcune scene. La maggior parte delle riprese si svolsero tuttavia in un set appositamente realizzato all’interno di un hangar a Palmdale.

Che la storia dietro The Terminal di Steven Spielberg sia vera non è certo un mistero; forse, però, non tutti sanno che i fatti raccontati nel film sono profondamente diversi da quelli reali. La storia di Viktor Navorski nel film è molto meno complessa e più leggera rispetto a quella reale di Mehran Karimi Nasseri, figura alla base del personaggio interpretato da Tom Hanks.

La vera storia che ha ispirato The Terminal di Steven Spielberg

Mehran Karimi Nasseri ha vissuto per 18 lunghissimi anni all’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi; in The Terminal di Steven Spielberg le vicende di Viktor si svolgono al John Fitzgerald Kennedy di New York. Nato in Iran nel 1943, Nasseri si trasferisce nel 1973 a Bradford, nel Regno Unito, per motivi di studio. Torna in Iran nel 1977 e lì viene arrestato e successivamente mandato in esilio per attività antigovernative. Inizia una vera e propria odissea che dura quattro anni: tutte le capitali d’Europa rifiutano infatti in quel periodo a Nasseri l’asilo politico. Nel 1981 il Belgio riconosce il suo status di rifugiato; Nasseri vi si trasferisce fino al 1986. Nel 1988 iniziano le vicende liberamente rimaneggiate nel film di Spielberg.

Nasseri è in viaggio verso Londra da Parigi. Nella capitale francese gli rubano una cartellina contenente i documenti che attestano il suo status di rifugiato. All’aeroporto di Heathrow il controllo passaporti lo rispedisce in Francia, dove lo arrestano. Il suo ingresso all’aeroporto di Londra risulta tuttavia legale e fatti i dovuti controlli, Nasseri può lasciare la prigione, ma non l’aeroporto della capitale francese. Inizia così la lunga permanenza di Nasseri al Terminal 1 dell’Aeroporto Internazionale Charles De Gaulle. Mehran studia, legge, fa amicizia con i dipendenti dell’aeroporto, che in un certo senso “lo adottano”. Un aspetto, questo, ben sottolineato anche da Steven Spielberg in The Terminal.

La lunga permanenza all’aeroporto di Parigi provocò serie conseguenze a Nasseri a livello psicologico. Il suo avvocato raccontò alla stampa che Mehran era sull’orlo della follia; “abbastanza lucido da raccontare la sua storia, ma con un racconto che col passare del tempo diventava sempre più privo di logica”. L’intera esperienza dell’iraniano è raccolta in un diario che conta più di mille pagine. The Terminal di Steven Spielberg andrà in onda questa sera su Rete 4 alle 21.20.

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