Top 5: film di Stanley Kubrick con la miglior fotografia
La fotografia in un film gioca un ruolo estremamente importante, in quanto definisce i colori, le tonalità e le luci di ogni ambientazione della pellicola. È la fotografia a rendere unico e diverso un film da un altro, a caratterizzarlo e soprattutto a farlo penetrare nella mente delle persone. Che sia in bianco e nero o a colori, il direttore della fotografia ha il compito di far sembrare ogni scena del film reale e veritiera in modo che lo spettatore possa diventare un tutt’uno con il film.
I film di Stanley Kubrick sono un esempio di come la fotografia sia essenziale ai fini della riuscita del film. Egli passava ore ed ore nella cura ossessiva dei particolar, ogni scena, ogni sequenza presentano luci e toni unici tanto da definire i suoi film come “album di inquadrature”. Ogni scelta di colore e luci non è lasciata al caso, ma hanno entrambe un preciso significato. Noi di FilmPost abbiamo provato a definire una top di cinque film di Stanley Kubrick con la miglior fotografia.
Ci teniamo a ricordare ai nostri affezionati lettori che la seguente classifica è un parere personale dell’autore che l’ha ideata. Nel rispetto della civiltà e del prossimo, invitiamo voi cari lettori a non dare giudizi negativi e/o offensivi. Qualora foste in contrasto con le proposte sottostanti, saremo ben disposti ad accettare consigli o proposte ulteriori esposti in maniera civile e rispettosa nella sottostante sezione commenti.
Barry Lyndon
Barry Lyndon è considerato uno dei migliori film di Stanely Kubrick, diverso e lontano dai soliti generi che amava girare. Il film narra l’ascesa e la caduta attraverso le tappe di soldato, spia e giocatore di Barry Lyndon (Ryan O’Neal), uomo affabile e arrampicatore sociale del ‘700.
Il film è un capolavoro dal punto di vista della fotografia in quanto viene girato completamente con un’illuminazione naturalistica. Il direttore della fotografia è John Alcott, egli utilizzò candele, lampade ad olio e luce naturale per far immergere lo spettatore nel clima del tempo, escludendo completamente l’uso di luci artificiali. Kubrick per le riprese utilizzò una speciale lente progettata dalla Nasa per catturare tutta la luce della scena e renderla reale sullo schermo. La tecnica della luce naturale valse al film Barry Lyndon l’oscar alla miglior fotografia nel 1976.
2001: Odissea nello spazio
2001: Odissea nello spazio, diretto da Stanley Kubrick nel 1968, è forse considerato il capolavoro del regista visionario. La pellicola si apre con un gruppo di scimmie antropoidi che trovano un monolite, il quale infonderà loro una coscienza facendoli evolvere allo stadio successivo. Il film prosegue nello spazio, nell’anno 2001, sulla Luna, un gruppo di esploratori trova un identico monolite, che denuncia un’anzianità di quattro milioni di anni e che genera attorno a sé un forte campo magnetico.
La fotografia in questo film gioca un ruolo importante, infatti non vengono utilizzati colori e luci fredde tipiche dell’ambientazione spaziale, ma un’alternanza di toni caldi, che vanno dal rosso intenso al marrone, fino a toccare il nero, a colori tenui come il bianco. Kubrick ha voluto infatti enfatizzare con il colore rosso situazioni di pericolo, dolore e morte, che accompagnano tutto il viaggio degli astronauti nello spazio. Lo si può notare prevalentemente nella scena in cui il computer Hal 9000 viene disattivato dagli astronauti. Anche qui il direttore della fotografia è John Alcott.