I migliori film sulla religione dagli anni Cinquanta ad oggi
Un breve excursus dei più importanti film religiosi degli ultimi decenni
Uno dei temi più affrontati dal cinema, insieme all’amore e alla criminalità, è la religione. Andiamo quindi a scoprire quali sono i migliori film religiosi. Le icone dei vari culti hanno segnato la cinematografia mondiale, arricchendo il già vasto patrimonio culturale legato al sacro. I film religiosi affrontano tematiche, personaggi e periodi storici diversi, molti accomunati da atmosfere suggestive. Altri, invece, hanno uno stampo ironico, dissacrante, per non dire blasfemo. Sono molti gli attori e i registi di un certo calibro ad aver preso parte a queste pellicole.
Da Bresson a Pasolini, da Scorsese a Mel Gibson. Nel corso degli anni i film religiosi si sono evoluti, passando dal drammatico al satirico, fino ad arrivare all’horror. Anche il genere del musical si è dimostrato adatto alla narrazione dei temi religiosi. Nella maggioranza dei casi si tratta di produzioni legate alla religione cristiana, soprattutto al culto di Gesù e della Madonna, oltre che dei principali santi. Ecco quindi i migliori film religiosi degli ultimi sessant’anni.
Indice:
- Bresson e Dreyer
- DeMille e Wyler
- Bergman e Pasolini
- Zeffirelli e Jewison
- Kieślowski e Scorsese
- Smith
- Gibson e Hardwicke
- Shanley e Schrader
Bresson e Dreyer – Film religiosi
Diario di un curato di campagna – Robert Bresson (1951)
Uno dei più importanti registi francesi di tutti i tempi adatta l’omonimo romanzo di Georges Bernanos sul grande schermo. Bresson dirige Claude Laydu, Nicole Ladmiral e Nicole Maurey in un dramma religioso dalla forte componente drammatica. Le tristi vicende di un giovane prete appena uscito dal seminario segnano la sua esistenza, completamente dedicata a Dio e al misticismo. Nel suo tortuoso percorso di vita si vede costretto ad affrontare diverse prove, che tuttavia non scalfiscono mai la sua fede e la sua nobiltà d’animo. Nemmeno di fronte alla morte. La pellicola fu premiata alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ed è stata d’ispirazione a Martin Scorsese.
Ordet – La parola – Carl Theodor Dreyer (1955)
Considerato universalmente come uno dei padri del cinema, il regista danese Carl Theodor Dreyer decise di adattare a pellicola l’omonima opera teatrale del pastore Kaj Munk. Valutato come uno dei film religiosi (e non solo) migliori di sempre, racconta della famiglia Borgen. Il diverso rapporto che ognuno dei componenti ha con Dio è il tema centrale della pellicola, descritto con estrema lentezza e solennità. Tutti e tre i figli di Morten (Henrik Malberg) sentono la presenza del Signore in modo personale, anche molto travagliato. La profonda crisi spirituale vissuta dal protagonista viene risolta da un evento tragico, cui segue addirittura il miracolo della resurrezione. Golden Globe al miglior film straniero e Leone d’Oro al miglior film.
DeMille e Wyler
I dieci comandamenti – Cecil B. DeMille (1956)
Considerato come uno dei colossal più importanti del cinema, la pellicola è un remake dello stesso regista. Charlton Heston interpreta Mosè, il bambino ebreo divenuto principe d’Egitto. Nel cast anche Yul Brynner (il faraone Ramesse II); Anne Baxter (la regina Nefertari); Edward G. Robinson (Dathan); Yvonne De Carlo (Sefora, la moglie di Mosè) e John Carradine (Aronne, suo fratello). Un nutrito gruppo di star dell’epoca che contribuirono a trasporre su schermo una delle più famose e avvincenti narrazioni della Bibbia. Vi sono inoltre ispirazioni dal Midrash e dal Corano. Dalla durata di circa 220 minuti, è stato al centro di vari apprezzamenti da parte della critica, soprattutto per la sua qualità tecnica.
Ben Hur – William Wyler (1959)
Un colossal mondiale, che ha riscosso un successo planetario e ben undici Academy Award su dodici candidature totali. Tra questi miglior film, miglior regia, miglior fotografia, miglior colonna sonora e miglior attore protagonista a Charlton Heston. Ispirato al romanzo di Lew Wallace e remake di altri due film omonimi, racconta la storia del principe ebreo Judah Ben-Hur, vessato da terribili ingiustizie e condannato alla schiavitù. La sua sorte e quella della sua famiglia saranno però vendicate dal protagonista, in una scena, quella delle quadriglie, che è diventata un cult leggendario. Il cast è ricco di nomi importanti, come Jack Hawkins, Haya Harareet, Lando Buzzanca e Giuliano Gemma. La colonna sonora è firmata da Miklós Rózsa, vincitore di tre Oscar.
Bergman e Pasolini
Luci d’inverno – Ingmar Bergman (1963)
Uno dei più grandi capolavori di un regista che ha segnato la cinematografia mondiale. Alcuni anni dopo l’uscita de Il settimo sigillo, lo svedese iniziò una trilogia chiamata “silenzio di Dio”. Il secondo capitolo è Luci d’inverno, un dramma umano raccontato con una maestria impressionante. Sia i dialoghi che i silenzi sono pieni di pathos, sentimento, dolore. L’assenza del Signore segna profondamente i protagonisti, i quali soffrono chiusi in un tormento e una solitudine insopportabili. Le loro vite sono caratterizzate da drammi profondi, che portano solo ad una disperazione senza fine. Nonostante i fedeli avverano il silenzio di Dio, il pastore Tomas Ericsson (Gunnar Björnstrand) non smette mai di lodarlo.
Il Vangelo secondo Matteo – Pier Paolo Pasolini (1964)
Il poeta, scrittore, giornalista, sceneggiatore e regista italiano tra i più rivoluzionari della sua epoca dirige nella metà degli anni Sessanta uno dei migliori film sulla religione di tutti i tempi. Si tratta della ricostruzione della vita di Gesù Cristo tratta dal Vangelo di Matteo. Il film scatenò un gran movimento tra i critici e i letterati di quegli anni. Alcuni non accettavano la direzione antidogmatica intrapresa dalla pellicola, accusando Pasolini addirittura di vilipendio alla religione. Molti tuttavia lo apprezzarono grandemente, tra i quali Martin Scorsese. L’opera venne girata nell’Italia centrale; in particolare Matera, nella quale sono state riprese la maggior parte delle scene. Il cast si compone di intellettuali, filosofi, attori non conosciuti e presi anche tra la gente comune. Tre Nastri d’Argento, un Leone d’Argento e tre candidature agli Oscar.
Zeffirelli e Jewison – Film religiosi
Fratello Sole, Sorella Luna – Franco Zeffirelli (1972)
Uno dei registi italiani più conosciuti al mondo dirige un film religioso liberamente ispirato alla storia di Francesco D’Assisi, uno dei santi più amati in Italia. La vita di Francesco non è semplice, soprattutto dopo aver subito un profondo cambiamento che lo porta ad amare Dio più di ogni altra cosa. Deciso ad aiutare i più bisognosi, getta dalla finestra della sua casa dei preziosi tessuti di suo padre, gesto che fa infuriare l’uomo. Nel film traspare il profondo amore del futuro santo verso il Signore, che lo guida nella strada della semplicità. Zeffirelli, successivamente, si impegnò nella realizzazione della miniserie televisiva di cinque puntate Gesù di Nazareth, trasmessa su Rete 1 (l’attuale Rai 1) nel 1977.
Jesus Christ Superstar – Norman Jewison (1973)
Una delle opere cinematografiche a tema religioso più originali e particolari di sempre. Jewison traspose su schermo l’omonimo musical di Tim Rice e Andrew Lloyd Webber, rispettivamente gli autori di testi e musiche. L’ultima settimana della vita di Gesù (Ted Neeley) viene raccontata attraverso canti, balli e interpretazioni mostruose. Alcune delle canzoni del musical sono diventate delle hit, oggetto di cover da parte di diversi artisti. La pellicola è stata girata principalmente in Israele e nel medio Oriente. Nel cast Carl Anderson (Giuda Iscariota); Yvonne Elliman (Maria Maddalena) e Barry Dennen (Ponzio Pilato). Il film venne aspramente criticato dagli estremisti cattolici dell’epoca, tacciandolo come blasfemo e irrispettoso. Pubblico e critica, tuttavia, lo apprezzarono molto, e ancora oggi è considerato un cult imperdibile.
Kieślowski e Scorsese
Decalogo (1-10) – Krzysztof Kieślowski (1988)
Interessante formula ideata dal regista e sceneggiatore polacco, che consiste in un serie di mediometraggi (dalla durata di 50 minuti circa) racchiusi in un’unica opera: il Decalogo, appunto. Ogni episodio si concentra su uno dei dieci comandamenti, illustrando quindi ognuno di essi. Il cast è sempre diverso, come in una serie antologica, ma un personaggio è ricorrente. Come una sorta di McGuffin, Kieślowski inserisce il Testimone silenzioso, muto ma sempre vigile su ciò che accade. Il regista non ha mai dichiarato quale fosse il significato ultimo del personaggio, ma le ipotesi non sono mancate. Tra le più affermate, sarebbe una metafora dell’occhio di Dio, silenzioso ma sempre attento. L’opera ricevette diversi riconoscimenti, tra cui un Nastro d’Argento e il Premio Flaiano per la sceneggiatura.
L’ultima tentazione di Cristo – Martin Scorsese (1988)
Tratto dal romanzo “L’ultima tentazione” di Nikos Kazantzakis, pubblicato quasi trent’anni prima, il film di Scorsese racconta un Gesù diverso, non convenzionale. Proprio per questo motivo venne tacciato di blasfemia, esattamente come il romanzo da cui proviene il soggetto. Cristo sente dentro di sé un eterno senso di persecuzione, in quanto l’unica cosa che vorrebbe è una vita normale, come quella di un uomo comune. Ma il suo destino lo porta comunque nel deserto, in cui deve fare i conti con le proprie tentazioni, simboleggiate dalle forme del serpente, del leone e infine delle fiamme. Nonostante abbia sconfitto Satana, il suo senso di inquietudine persiste, e decide quindi di andare incontro alla morte per crocifissione. Ed è qui che tutto cambia. Nel cast Willem Dafoe, Harvey Keitel, Barbara Hershey e David Bowie, nel ruolo di Ponzio Pilato.
Smith
Dogma – Kevin Smith (1999)
Alla fine del XX secolo il regista e fumettista Kevin Smith scrive e dirige una pellicola diventata un vero e proprio cult. Il cast, ricchissimo, vede, oltre lo stesso regista, Ben Affleck, Matt Damon, Alan Rickman, Salma Hayek e Alanis Morissette nel ruolo di Dio. La storia è ambientata nel mondo contemporaneo e i protagonisti sono due angeli del tutto non convenzionali. I due sono stati tacciati come dannati e, per punizione, dovranno passare l’eternità nel Wisconsin, il vero inferno secondo loro. Gli altri personaggi sono costituiti da un Osservatore (un angelo che può sapere tutto di una persona solo guardandola), un serafino a stretto contatto con Dio e diversi demoni.
Smith costruisce una società sovrannaturale dallo stampo comico ma credibile, disegnandola come una normale società terrena. Il film è colmo di citazioni ad altre opere ed è stato sia apprezzato che criticato, a causa del suo stampo blasfemo e ironico.
Gibson e Hardwicke – Film religiosi
La passione di Cristo – Mel Gibson (2004)
Controverso, crudo, drammatico, intenso. Questo film di Mel Gibson può essere definito in molti modi diversi, ma la sua sostanza resta la stessa. Da alcuni considerato un capolavoro, da altri aspramente criticato, La passione di Cristo ha diviso critica e pubblico, ma sicuramente è stato al centro di grandi discussioni. Le ultime ore di Gesù sono raccontate con una grande dose di sentimento, malinconia, ma anche violenza. Alcune scene sono quasi insopportabili, tanto è il dolore fisico mostrato con grande cura di dettagli. Il cast è composto da grandi nomi, soprattutto italiani: Jim Caviezel, Monica Bellucci, Rosalinda Celentano, Sergio Rubini, Claudia Gerini e Sabrina Impacciatore. Interamente girato in Italia, il film è stato nominato a tre Oscar e ha ricevuto tre Nastri d’Argento su sette nomination totali. È previsto un sequel, che vede come protagonisti Ralph Fiennes e Tom Felton.
Nativity – Catherine Hardwicke (2006)
È una donna, la regista di Thirteen – 13 anni e Twilight, a dirigere quest’opera religiosa che racconta la nascita di Gesù. La natività di Gesù bambino viene narrata con trasporto e sentimento, ma anche pathos. La giovane Maria (Keisha Castle-Hughes) viene perseguitata, insieme a Giuseppe (Oscar Isaac) dal re Erode (Ciarán Hinds), il quale vuole condannare a morte il Messia quasi nato. La ragazza partorisce in una stalla, non avendo trovato alloggio in tutta Betlemme. Il film è stato girato in Italia, in particolare a Matera, e in Marocco. L’attrice che interpretava Maria era inoltre incinta, all’età di soli sedici anni, esattamente come il personaggio che stava interpretando.
Shanley e Schrader
Il dubbio – John Patrick Shanley (2008)
Lo sceneggiatore premio Oscar John Patrick Shanley, al suo secondo film da regista, dirige Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams e Viola Davis in un dramma ambientato dentro una chiesa cattolica statunitense. La pellicola è l’adattamento dell’omonima opera teatrale scritta dallo stesso regista, vincitrice del premio Pulitzer. Padre Flynn (Hoffman) desta qualche sospetto alla preside (Streep) per dei presunti atteggiamenti troppo affettuosi nei confronti di un giovane studente di colore (Joseph Foster). La donna impiega molti sforzi nel tentativo di smascherarlo, in quanto non viene ascoltata da nessuno. Nomination all’Academy Award per l’intero cast e per la sceneggiatura non originale.
First Reformed – Paul Schrader (2017)
Lo sceneggiatore e regista di American Gigolò scrive e dirige un dramma esistenziale ambientato nella sfera religiosa. Il protagonista è il reverendo Ernst Toller, sconvolto dalla perdita del figlio, soldato in Iraq. A stravolgere la sua travagliata esistenza è anche la richiesta d’aiuto di un suo fedele, il quale è terrorizzato dall’idea di diventare padre. Il mondo, per lui, è infatti un luogo corrotto e oscuro, inadatto a una giovane vita. Questa riflessione tormenta il reverendo, ancora alle prese con il lutto. Nel cast Ethan Hawke e Amanda Seyfried. Ispirato da Luci d’inverno, Il diario di un curato di campagna e Ida di Paweł Pawlikowski, il film di Schrader venne nominato agli Oscar per la miglior sceneggiatura originale e ricevette diversi premi prestigiosi.