Kaos: un excursus tra i miti greci originali che hanno ispirato la serie tv di Netflix

Scopriamo quali sono alcuni dei miti più importanti che si intrecciano nella nuova serie tv di Netflix, Kaos

La serie tv Kaos è arrivata su Netflix il 29 agosto e ancora oggi, a distanza di quasi un mese, è nella top ten delle serie tv più viste sulla piattaforma streaming. Senza dubbio, il mondo intero ancora è legato alla cultura millenaria greca, che con i suoi miti e le sue leggende hanno alimentato la fantasia di miliardi di persone. Ancora oggi, infatti, ci sono rivisitazioni e reinterpretazioni dei più grandi miti greci, modernizzati e riportati al nostro mondo. Il problema degli ultimi tempi è che molti miti sono stati stravolti così tanto, da risultare ben lontani da ciò che la popolazione greca ha tramandato nei secoli per spiegare fenomeni naturali allora ancora sconosciuti.

Indice

La trama di Kaos

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Ecco, quindi, che Kaos cerca di fare ciò che molti prima di lei hanno fatto, evitando di stravolgere troppo la base mitologica da cui partire o, nel caso in cui fossero stati apportati dei cambiamenti, farli con il giusto rispetto, senza prendersi troppe licenze. Ripartita in otto episodi, Kaos si districa tra l’Olimpo, la Terra e l’Ade. Il protagonista principale è Zeus, qui interpretato da Jeff Goldblum, che – assetato di potere – è costantemente atterrito dalla possibilità che gli umani possano prima o poi rivoltarsi contro gli dèi e rovesciare l’Olimpo, il suo regno e quello di sua moglie Era.

[Attenzione, potreste trovare alcuni spoiler durante la lettura dell’articolo]

Tutti i figli del re degli dèi lo ignorano, tranne Dioniso, che stanco di essere considerato solo ed esclusivamente il dio delle feste e del divertimento, decide di intromettersi nella vita degli umani e dar loro un aiuto con i propri problemi. Il giovane dio inizia la sua missione proprio con il cantante famoso Orfeo, che a seguito della prematura dipartita della moglie Euridice (per gli amici Riddy), decide di vivere un’impresa nell’Ade e riportarla indietro.

Euridice però non è solo una semplice donna salvata dal marito, è anche la chiave – insieme al defunto Ceneo – per far aprire gli occhi agli umani e far vivere loro la propria vita sulla terra perché – a discapito di quanto detto dagli dèi – non esiste alcuna reincarnazione, anzi le anime dei defunti diventano alimentazione per il potere degli dèi.

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Partendo da questa base, Kaos inserisce al suo interno alcuni dei miti più importanti della mitologia greca, un po’ trasformandoli e un po’ tenendo per sé i momenti più salienti. Analizziamo in questo articolo quattro dei miti più importanti della serie, che alimentano gli episodi e che è bene ricordare e rivivere in chiave classica.

Il mito di Prometeo

Il primo mito greco che si scopre nella serie è quello di Prometeo. È lui che ci racconta come un narratore onnisciente, che muove i fili delle marionette-personaggi, ciò che stiamo per vedere. Chi meglio di Prometeo può raccontare una serie tv che parla di ribellione, lui simbolo della ribellione e di sfida all’autorità degli dèi?

Secondo la mitologia, Prometeo era un Titano – un essere ancora più antico di Zeus e tutti gli dèi – cugino del re degli dèi che amava vedere come si evolvevano gli esseri umani, creati stesso da lui sotto ordine di Zeus. Un giorno i Titani fratelli di Prometeo si ribellarono agli dèi, tranne quest’ultimo e suo fratello gemello, che si schierarono proprio dalla parte degli dèi, diventando così grandi amici.

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In particolare, Prometeo strinse un particolare legame con Atena, che gli trasmise il sapere dell’architettura, della metallurgia, della matematica e dell’astronomia. Tutti saperi che il titano trasmise a sua volta agli umani. Un giorno Prometeo decise di rubare dalla casa di Atena uno scrigno con dentro intelligenza e memoria, donandoli agli uomini. Scoperto l’inganno, Zeus decide di eliminare gli esseri umani, costretti già precedentemente a vivere nell’oscurità della notte, senza il dono del fuoco.

Fu Prometeo quindi a prendere una torcia col fuoco del carro di Elio, che era il dio del Sole e fuggì. Quando Zeus seppe del tradimento di Prometeo, lo fece incatenare a una roccia sulla vetta di un monte (come vediamo anche nella serie tv). Prometeo fu costretto da allora a vivere per l’eternità incatenato, squarciato nel fegato durante il giorno da un’aquila, mentre durante la notte il ventre gli sarebbe ricresciuto per fare da cibo per l’aquila il giorno successivo.

Nella serie, tranne nella parte finale dove il personaggio incatenato per magia si libera dalle catene e si ritrova sull’Olimpo, vediamo Prometeo costantemente legato alla cima della montagna, mentre interagisce direttamente con il pubblico o con Zeus, suo vecchio amico, che in questo caso chiede aiuto e consiglio proprio al suo prigioniero.

Il mito di Orfeo ed Euridice

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Il personaggio di Dioniso è direttamente collegato al mito di Arianna e indirettamente, qui all’interno della serie tv, a quello di Orfeo ed Euridice. Quest’ultimo in particolare è ricco di amore e dolore, un mito che ha fatto sognare generazioni di uomini e donne, speranzosi di avere al proprio fianco qualcuno che sfidasse l’Ade pur di stare insieme. In Kaos, Orfeo è un famoso cantante pop, sposato felicemente con Euridice detta Riddy, che però recentemente non ricambia appieno l’amore smisurato di suo marito.

In un momento di sconforto, Riddy esce in strada e viene travolta da un pullman, ritrovandosi troppo giovane nell’Ade, in attesa di trapassare la cornice e reincarnarsi in qualcun altro o qualcos’altro. Le cose però non vanno come sperato, dato che suo marito non ha lasciato per lei l’obolo necessario per essere traghettata nell’aldilà. L’Orfeo disperato si rimette nelle mani di Dioniso per attraversare l’Ade e portare con sé la tanto amata moglie.

Molto simile inizialmente e poi diverso nella parte finale è il mito dal quale prende spunto una delle sottotrame di Kaos. Nella mitologia Orfeo fu un poeta e musicista di grande rilievo, figlio del re della Tracia e della musa Calliope (nella serie tv manager del personaggio). Un giorno riceve in dono dal dio Apollo una lira. Prima del mito che tutti conosciamo, Orfeo partecipò alla spedizione degli Argonauti e grazie a lui e alla sua cetra i suoi compagni riuscirono a non cedere alle insidie delle sirene.

Nonostante Orfeo conquistasse donne e creature con la sua cetra, in realtà l’uomo amava una sola donna: Euridice, figlia di Nereo e di Doride. Poco dopo il loro matrimonio, Euridice fu costretta a scappare dalle molestie di Aristeo, che si innamorò di lei. Correndo nei boschi la bella Euridice calpestò un serpente nascosta nell’erba, che la morse e la uccise all’istante.

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Questa morte improvvisa della donna provocò in Orfeo un dolore così lancinante da impazzire. L’uomo non riusciva a vedere una vita senza la sua sposa. Fu così che decise di scendere nell’Ade per strappare via la donna dal regno dei morti e riportarla con sé di nuovo sulla Terra. Il suo grande strumento divenne anche la sua arma migliore: fu infatti grazie alla lira che convinse Caronte a traghettarlo dall’altra parte dello Stige.

Riuscì a raggiungere Ade e Persefone (nella serie interpretati rispettivamente da David Thewlis e Rakie Ayola). Anche al cospetto del re degli Inferi e sua moglie, Orfeo iniziò a cantare la sua disperazione, commuovendo i due spettatori. Fu concesso all’uomo di ricondurre sua moglie nel regno dei vivi, ma a una condizione: durante il viaggio verso la terra, Orfeo non poteva girarsi a guardare Euridice fino a quando non avrebbero raggiunto la luce del sole.

Orfeo, mano nella mano con la sua Euridice, iniziò il suo cammino a ritroso verso la Terra. Sospettando durante il viaggio di star portando con sé un’ombra e non la sua Euridice, Orfeo spezzò la promessa fatta e si girò indietro. Nello stesso momento in cui guardò negli occhi Euridice, quest’ultima svanì, morendo per la seconda volta d’avanti ai suoi occhi. Costretto a vivere una vita senza amore, Orfeo si ritirò sul monte Rodope, da solo e disperato.

In questa chiave moderna della mitologia greca antica, Orfeo riporta con sé Euridice, non più innamorata di suo marito. Una volta sulla terra quest’ultimo compie l’ultimo gesto di amore incondizionato: lascia andare la sua donna, libera di compiere il proprio destino e amare chi vuole davvero.

Il mito di Arianna

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In Kaos è presente anche un altro mito molto famoso, che in questo caso è rivisitato più di tutti gli altri. Cerchiamo di rispolverare la storia originale e cercare di capire quali sono le differenze con la sua variante televisiva. Stiamo parlando in questo caso del mito di Arianna e Teseo, che si intreccia con quello di Dedalo, del Minotauro e del re Minosse di Creta.

Nella serie tv Arianna è la figlia del presidente Minosse, un uomo timorato dagli dèi che non riesce a prendere una propria decisione se non sotto il controllo del dio Poseidone o perché influenzato dalla sua profezia. Se torniamo indietro nel tempo, Minosse era il re di Creta, figlio dello stesso Zeus e della mortale Europa. Quando salì sul trono della città, Minosse chiese la benevolenza di Poseidone chiedendogli di far uscire dalle acque del mare qualcosa, con la promessa di offrirlo poi successivamente in sacrificio.

Poseidone fece uscire così dalle acque un bellissimo toro bianco. Il re infranse la sua promessa, tanto era bello il toro, lasciando in sacrificio un altro toro. L’offeso dio del mare decise di vendicarsi facendo nascere in Pasifae – la moglie di Minosse – una passione morbosa per il toro, tanto da desiderare ardentemente di accoppiarsi con lui.

Dall’unione della moglie di Minosse e del toro bianco nacque il Minotauro, una creatura con il corpo di un uomo e la testa di toro, che preferiva mangiare solo carne umana. Il re chiese così al suo consigliere e architetto, nonché prigioniero, Dedalo di costruire un labirinto dentro il quale rinchiudere il mostro. Nel frattempo, per saziare la fame del Minotauro, ogni anno venivano sacrificati sette giovani e sette fanciulle ateniesi, lasciate nel labirinto alla mercé del mostro.

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Dopo tre anni dall’istituzione di questo malsano sacrificio, arrivò a Creta Teseo, sovrano di Atene, che finse di essere uno dei giovani da sacrificare. L’uomo voleva porre fine alla morte di tutti quei giovani, uccidendo egli stesso il Minotauro. Purtroppo però, una volta entrati nel labirinto, era impossibile uscirne. Teseo chiese quindi aiuto ad Arianna, figlia di Minosse, sorellastra del Minotauro e ingenuamente innamorata del giovane. Diede al suo innamorato un filo da dipanare man mano che si addentrava nel labirinto, così da lasciare traccia del suo percorso.

Grazie al filo, Teseo riuscì a uccidere il Minotauro, salvare se stesso e altri futuri giovani sacrificati. Uscito dal labirinto, Teseo fuggì insieme ad Arianna, approdando a Dia, città oggi conosciuta come Nasso. Felice, ma ingannata, il mattino successivo agli eventi appena raccontati, Arianna si ritrovò sull’isola sola e abbandonata. A ritrovarla fu Dioniso – che nella serie tv guarda caso si innamora proprio della giovane Arianna vedendola in tv – che la sposò e le donò una corona d’alloro piena di rubini. I due vissero una vita felice ed ebbero molti figli.

Il mito di Ceneo

Oltre ai miti più conosciuti, all’interno di Kaos si ritrova anche un mito particolarmente attuale, che forse non tutti conoscono e che coinvolge uno dei personaggi più particolari della serie tv: Ceneo. Nella mitologia in origine Ceneo era una fanciulla nobile che – a differenza delle sue coetanee – preferiva essere forte e libera. Quando Poseidone si innamorò perdutamente di lei decise che era il momento giusto per chiedere ciò che veramente desiderava: essere un uomo, e non un semplice uomo, ma dotato di una forza straordinaria e di essere invulnerabile. Diventando così un grande condottiero, tanto da essere scelto per partecipare con gli Argonauti per la conquista del vello d’oro.

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Il successo sul campo di battaglia divenne ben presto per Ceneo una vera droga, tanto da perdere la testa e diventare troppo arrogante, suscitando così fastidi e odi negli dèi. In uno dei suoi momenti di follia, in cui pretendeva che il popolo lo venerasse come un dio, gli dèi decisero di punirlo.

L’occasione avvenne durante il suo matrimonio con Ippodamia, durante il quale si accese una fervente lotta tra lui e il centauro Euritione, che voleva violentare la sposa. Durante la loro battaglia, Zeus aizzò i centauri che si accanirono su Ceneo. Grazie all’invulnerabilità dell’uomo, questo riuscì a sconfiggere molti dei suoi nemici. I centauri quindi, stanchi e decisi a ucciderlo, lo seppellirono tra i tronchi e lo murarono poi vivo sotto le pietre, facendolo soffocare e – sottoforma di uccello dalle grandi ali – volò verso l’Ade.

Nella serie tv, Ceneo era una donna appartenente alla tribù delle Amazzoni, tribù composta da sole donne. La sua dedizione per la propria tribù, però, non combaciava con ciò che lei sentiva di essere davvero. Decisa a cambiare il proprio sesso, scappò via dalle Amazzoni e visse la sua vita tranquillo, fino a quando non fu ucciso stesso dalle sue vecchie compagne. Seppellito senza obolo, l’uomo fu costretto a vivere nell’Ade e compiere lì la propria missione.

Conclusioni

I personaggi di Kaos, quindi, per quanto siano trascritti in chiave moderna, mantengono l’essenza della mitologia. La loro anima non viene deturpata e messa in scena per compiacere il pubblico, ma anzi rappresentano un modo per conoscere bene ciò che sono stati attraverso ciò che sono nel corso degli otto episodi. Ecco perché Kaos ha ottenuto tutto questo successo con la sua sola prima stagione. Ecco perché è da vedere.

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