Non c’è bisogno di presentazioni: lo show di David Letterman su Netflix
Dopo soli due anni e mezzo dal suo ritiro dagli schermi televisivi torna il re del talk show americano David Letterman, con un programma prodotto e distribuito da Netflix: Non c’è bisogno di presentazioni. Lo show, dal nome quantomeno evocativo, sarà distribuito dalla piattaforma a cadenza mensile. Oggi parliamo del primo episodio.
Il ritorno del Re, David Letterman su Netflix!
Chi non conosce David Letterman dovrebbe passarsi una mano sulla coscienza, fare penitenza e rimediare immediatamente alla mancanza. Per quei pochi che non lo conoscessero, David Letterman è, da ormai quasi quarant’anni, uno dei volti più famosi ed acclamati della televisione americana. Definirlo il Re del talk show è quasi riduttivo.
Con il suo programma, il David Letterman Show, andato in onda dal 1980 fino al 2015, Letterman ha saputo perfezionare e far proprio un modo di fare tv che avrebbe cambiato la natura stessa della televisione. Il suo format, infatti, è stato prima acclamato e poi utilizzato dalle emittenti di tutto il mondo.
Accompagnato dalla musica della fida orchestra, capitanata dal leggendario Paul Shaffer, Letterman ha ricevuto nel suo salotto celebrità provenienti da qualunque campo, soprattutto dell’intrattenimento. Attori, cantanti, comici, spesso politici, sportivi: la varietà degli ospiti del conduttore occhialuto è infinita.
Il 20 Maggio 2015, infine, Letterman si ritira dopo l’ultimo appuntamento con l’ormai intramontabile David Letterman Show. Sembrava definitivamente. Ma dire no ad una proposta di Netflix è molto difficile.
Non c’è bisogno di presentazioni. È proprio questo il titolo che ha scelto Letterman per il suo nuovo programma, sulla piattaforma di Los Gatos. Ad una prima occhiata il format sembrerebbe lo stesso del precedente, con la differenza che, al posto di ricevere vari ospiti, questo show è caratterizzato dalla presenza di una sola celebrità. Nonostante l’idea di base sia quella classica, appena iniziata la visione il programma si rivela decisamente diverso.
Bentornato Presidente
Netflix decide di giocare le carte più pesanti sin dalla prima puntata. Pronti, via: il primo ospite è nientepopodimeno che l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. In un palco decisamente più minimalista e oscuro rispetto alla luminosa, colorata e festosa postazione del David Letterman Show, lo show procede su due binari: quello principale, composto dal botta e risposta fra il conduttore e l’ospite, e l’altro composto da reportage dello stesso Letterman. Reportage che, ovviamente, sono collegati alle tematiche affrontate durante la chiacchierata con l’ospite di turno. E, piccola, grande differenza, sul palco non c’è alcuna orchestra.
Quattro chiacchiere fra amici
Dopo aver visto la prima puntata di Non c’è bisogno di presentazioni, viene difficile non usare il termine chiacchierata. Letterman ha saputo scegliere un ospite con il quale risultano chiari la complicità e il feeling, complici le molteplici apparizioni di Obama al David Letterman Show, oltre che una sincera amicizia al di fuori dagli schermi.
Letterman, dal canto suo, conta su un ospite che, oltre alla sua aura di successo ed importanza che gli deriva dal suo precedente ruolo, si dimostra ancora una volta un eccellente intrattenitore. La puntata scorre decisamente fluida e in maniera ben equilibrata: in fase di scrittura si nota l’impegno di Letterman nel calibrare momenti divertenti e esilaranti a momenti riflessivi e socialmente rilevanti.
Fra passato e presente
È inutile negare che, da un punto di vista politico, la prima puntata dello show sia un evidente elogio postumo all’ormai ex presidente; e, indirettamente, una critica all’attuale numero uno degli Stati Uniti. E, sicuramente, lo show verrà apprezzato meno da chi non simpatizza politicamente con Obama.
Infatti il tema principale della chiacchierata è quello del passato, neanche tanto lontano, degli Stati Uniti d’America in cui gli afroamericani soffrivano il pesante razzismo che regnava nel paese. E che, oggi, sembra essere tornato ad essere un tema predominante.
Fra reportage e interviste a protagonisti di quei tempi, Letterman discute con l’ex presidente in maniera molto amichevole, e si fa notare il profondo rispetto che entrambi provano l’uno verso l’altro. Nonostante l’impegno dei temi trattati, la conversazione prende spesso piege che volgono verso aneddoti personali divertenti e interessanti. Aneddoti e racconti di due uomini che sicuramente ne hanno molti da raccontare.
Quella che si è respirata durante la prima puntata è l’aria che si respira quando due vecchi amici si rincontrano alla fine dei propri lunghi e importanti percorsi. Felici di rivedersi, ma anche malinconici per il tempo che scorre e ci pone davanti nuove difficoltà e nuove sfide.
Il primo episodio è dunque promosso. Vedremo quali saranno i risultati dei prossimi cinque episodi di Non c’è bisogno di presentazioni.