Anna Kendrick rivela di essere stata in una relazione tossica alla premiere di Alice, Darling
L'attrice, 37 anni, ha condiviso le sue esperienze personali con gli abusi prima della premiere del commovente dramma al TIFF
Prima della premiere del dramma Alice, Darling al Toronto International Film Festival, la star Anna Kendrick ha parlato delle sue esperienze personali con gli abusi. La Kendrick ha rivelato a People che un ex fidanzato, di cui non ha fatto il nome, l’ha abusata emotivamente e psicologicamente nel corso della loro relazione: “Mi trovavo in una situazione in cui amavo e mi fidavo di questa persona più di quanto mi fidassi di me stessa. Quando quella persona ti dice che hai un senso distorto della realtà, che sei impossibile e che tutte le cose che pensi stiano succedendo non stanno succedendo, la tua vita cambia molto rapidamente”.
Ha poi aggiunto: “Il mio corpo crede ancora che sia stata colpa mia. Il vero punto di partenza è stato uscire dalla storia con la consapevolezza di non essere pazza, il recupero è stato veramente faticoso”.
Anna Kendrick ha definito il suo ruolo in Alice, Darling “incredibilmente catartico”:
È stata una strada in salita verso la guarigione, infatti Anna Kendrick all’inizio era riluttante ad accettare il ruolo principale in Alice, Darling. Il film segue Alice, una donna bloccata in una relazione emotivamente violenta con il suo fidanzato di successo, Simon (Charlie Carrick), mentre inizia a districarsi a causa dei suoi giochi mentali.
Sebbene inizialmente non convinta, la Kendrick ha detto di essersi connessa con il personaggio quando il suo rappresentante le ha inviato la sceneggiatura: “Stavo uscendo da un’esperienza personale di abuso emotivo e psicologico. [Il mio rappresentante] sapeva con cosa avevo a che fare e me lo ha inviato. Ha pensato ‘Questo parla di tutto quello che hai passato anche tu'”. Realizzare questa pellicola è stato “catartico” e “terapeutico“.
Anna Kendrick ha ulterirmente aggiunto: “Questo film è veramente diverso, francamente, ho visto molti film su relazioni abusive o tossiche, e non sembrava davvero quello che mi stava succedendo. Mi ha aiutato a normalizzare e minimizzare la situazione, perché ho pensato: ‘Beh, se avessi una relazione violenta, sembrerebbe così. Penso che la parte più terapeutica sia stata costruire relazioni con i collaboratori e condividere le nostre storie personali, per poi creare il film insieme“.