Baby Reindeer: la storia vera dietro la miniserie Netflix
La storia vera di Richard Gadd e della stalker che lo ha perseguitato per oltre tre anni
È disponibile su Netflix da giovedì 11 aprile Baby Reindeer, miniserie in 7 episodi ideata, scritta e interpretata dal comico Richard Gadd e basata sull’omonimo spettacolo teatrale da lui stesso portato in scena. La storia è quella di Donny Dunn (Richard Gadd), un comico in cerca di successo che lavora come barista in un pub e che viene perseguitato da una stalker seriale di nome Martha (Jessica Gunning). Quella dietro Baby Reindeer è una storia vera, con alcune modifiche per meglio adattarla al mezzo seriale e proteggere l’identità di alcune delle persone coinvolte nella realtà. Una storia agghiacciante ed emotivamente coinvolgente, spesso difficile da mandar giù, ma dal grande impatto. Richard Gadd sceglie di raccontare la sua storia affidandosi ad una commistione tra generi, tra commedia, thriller e dramma: una formula che ben rispecchia la percezione che Gadd ha della vita stessa. «Credo che la vita sia una tragicommedia» ha raccontato a Tudum, «Nelle situazioni più disperate ho sempre trovato un lato comico, così come i più posti più divertenti, come ad esempio i backstage degli spettacoli comici, possono essere davvero deprimenti. La vita è un’insieme di luci ed ombre e così ho voluto che Baby Reindeer contenesse entrambe le sfumature». Attenzione: da qui in poi seguono spoiler.
La storia vera di Baby Reindeer e le differenze con la serie
Richard Gadd incontra per la prima volta la sua stalker, che in Baby Reindeer ha voluto chiamare Martha, durante un turno di lavoro al pub. Le offre una tazza di tè, come atto di pura gentilezza, senza sapere che quel gesto avrebbe dato vita a una vera e propria ossessione di quella donna nei suoi confronti. Nel corso di tre anni la stalker invia a Gadd più di 41.000 e-mail, messaggi in segreteria per la durata di oltre 350 ore, gli scrive 744 post su quello che all’epoca era Twitter, 46 messaggi su Facebook e lettere per un totale di 106 pagine. Non solo, “Martha” si presentava regolarmente agli spettacoli di Gadd e si faceva trovare sotto casa sua. Nessuno di questi comportanti era considerato contrario alla legge, perché non rappresentava una minaccia a livello fisico. «C’erano momenti in cui tutto era talmente insopportabile che non riuscivo a capire come fosse possibile che fosse tollerato da una prospettiva legale» dichiara Gadd a Time Out nel 2019.
Dopo circa due anni e mezzo dall’inizio dell’incubo, Gadd riesce ad ottenere un ordine restrittivo nei confronti della sua stalker, che era arrivata a tormentare anche la sua famiglia e i suoi amici. L’ordine restrittivo arriva dopo lunghe trafile con la polizia, che Gadd ha definito una vera e propria odissea burocratica. In Baby Reindeer (qui il trailer) la vicenda dello stalking si intreccia ad un altro evento traumatico della vita di Richard Gadd: ripetuti abusi sessuali subiti da uno sceneggiatore più grande di lui, che lo ha manipolato e adescato. Un evento che ha avuto un peso enorme nella vita di Gadd e che ha finito per avere ripercussioni psicologiche influenti anche nella vicenda legata allo stalking. Nella serie Martha viene condannata a nove mesi di carcere e le viene imposto un ordine restrittivo di cinque anni, mentre nella realtà le cose sono andate diversamente. La stalker, di cui Gadd non ha mai rivelato il nome, non è finita in carcere, perché lo stesso Gadd non ha voluto infierire su una persona così mentalmente disturbata, e sappiamo solo che la faccenda si è risolta.