Barbie: come Greta Gerwig ha criticato la Mattel nel suo film
Greta Gerwig ha avuto molto da dire, soprattutto per la casa madre di Barbie: la Mattel
Greta Gerwig è una scrittrice e regista di talento nota per i suoi film che mettono in risalto e celebrano le donne in tutte le loro complessità. I suoi primi successi sono stati i film Lady Bird (2017, con Saoirse Ronan) e Piccole donne (2019, con un cast impressionante). La regista ha mostrato più di ciò di cui è capace con il suo set divertente e luminoso, ottimista ma anche un po’ sinistro con messaggi sulla natura spaventosa del “pensiero di gruppo” e dove possono portare rabbia e insicurezza inespresse.
Greta Gerwig critica la Mattel in Barbie: ecco come
Mentre molte delle critiche al film di Barbie possono essere rivolte alla società nel suo insieme, incluso, sì, il patriarcato, ci sono anche critiche più mirate nientemeno che alla stessa Mattel. Mattel, l’azienda di giocattoli multimiliardaria, ha portato Barbie nel mondo e nelle case di molti. Con quest’enorme impatto, è arrivato anche un messaggio tutt’altro che eccezionale estremamente radicato nella nostra cultura. Ecco come Greta Gerwig è riuscita a criticare Mattel nel suo stesso film.
Il film ha subito affermato che non erano solo le aspettative di una “società” ambigua a mettere sotto pressione le bambine e le giovani donne, ma la stessa Mattel. Il film si apre con una voce fuori campo sul fascino delle bambine per le bambole. Tuttavia, questa voce sottolinea anche che fin da questa giovane età alle ragazze viene insegnato di comportarsi come piccole madri. Dal spazzolare i capelli delle loro bambole, stirare i vestiti, cucinare, pulire, ecc. Quando compare una Margot Robbie gigante nei panni di Barbie, le ragazze distruggono le loro bambole e la idolatrano, il che ovviamente ha le sue aspettative e i suoi standard.
La forma di critica più diretta arriva dalla bocca dell’apatica adolescente Sasha, interpretata da Ariana Greenblatt. Quando Barbie si avvicina a Sasha al tavolo dell’aula dedicata al pranzo, lei non si trattiene dal sparare “pugni verbali” a Barbie, dicendo che è la ragione per cui le ragazze e le donne si odiano. Certo, la sua angoscia adolescenziale forse esagera nel pensare che Barbie sia la causa principale, ma l’intero film non esita a riconoscere come l’enorme marchio abbia contribuito a ciò.