Blake Lively vs. Justin Baldoni: nuovi sviluppi nella causa legale
Blake Lively chiede di essere eliminata dalla causa da 400 milioni di dollari intentata da Justin Baldoni sul NYT
Abbiamo assistito ad una breve pausa dal caso It Ends With Us, con uno spostamento di attenzione su Blake Lively e sul modo in cui ha gestito la recente première del suo film Un Altro Piccolo Favore al SXSW. Ora che quell’evento si è concluso, la causa è ripresa a pieno ritmo, con un nuovo sviluppo che riguarda il marito, Ryan Reynolds. Quest’ultimo sta cercando di essere escluso dalla causa per diffamazione da 400 milioni di dollari intentata da Justin Baldoni contro il New York Times.
Essendo una coppia che agisce sempre in sintonia, non è passato molto prima che anche Lively cercasse di ottenere lo stesso risultato, ma con un ulteriore elemento di novità.
Secondo Variety, Lively ha richiesto di essere estromessa dalla causa di Baldoni, che coinvolge anche la pubblicista Leslie Sloane e Vision PR. L’attrice sta facendo leva su una normativa californiana legata al movimento #MeToo, che protegge chi denuncia molestie sessuali. I suoi avvocati hanno dichiarato: “La Corte dovrebbe respingere tutte le accuse contro la Sig.ra Lively con pregiudizio, negare qualsiasi possibilità di modifica dell’accusa e concederle tutti i risarcimenti richiesti. La legge impedisce che le cause per diffamazione vengano usate come strumento di ritorsione contro coloro che hanno presentato denunce legali o parlato pubblicamente di molestie sessuali”.
Blake Lively utilizza una tattica legale intelligente

Blake Lively sta gestendo la sua richiesta di esclusione dalla causa con astuzia, basandosi su una denuncia per molestie sessuali e ritorsioni che ha presentato al Dipartimento per i diritti civili della California lo scorso dicembre. Poiché tutto è iniziato in quello stato, può appellarsi a una specifica normativa per chiedere il licenziamento dalla causa intentata da Justin Baldoni.
Quando Ryan Reynolds ha presentato la sua richiesta di esclusione dal caso, alcuni hanno pensato che stesse lasciando la moglie ad affrontare la questione da sola. Tuttavia, chi segue la coppia sa che ogni loro mossa è calcolata. Nonostante siano sposati, legalmente si stanno difendendo separatamente. Reynolds ha sostenuto che Baldoni non può citarlo in giudizio solo perché si è sentito offeso, facendo riferimento al personaggio di “Nicepool” in Deadpool & Wolverine, che secondo l’accusa prendeva in giro Baldoni e la sua immagine di “femminista consapevole”.
Gli avvocati di Reynolds non hanno negato che il personaggio fosse ispirato al regista, ma hanno affermato che la sua reazione fosse esagerata. Inoltre, hanno sostenuto che definire Baldoni un “predatore sessuale” non fosse diffamazione, poiché Reynolds credeva davvero che avesse molestato sua moglie.
Mentre alcuni ipotizzano che il caso possa concludersi con un accordo, sembra improbabile dato che entrambe le parti vogliono dimostrare le proprie ragioni. Lively accusa Baldoni di averla molestata durante la produzione di It Ends With Us e di aver orchestrato una campagna per screditarla durante la promozione del film. Baldoni, invece, ritiene che Lively e Reynolds abbiano usato il loro potere a Hollywood per ostacolare la sua carriera. Con posizioni così rigide, un compromesso appare lontano.