Il CTS nega la riapertura di cinema e teatri
Il Comitato Tecnico Scientifico si è espresso negativamente su una possibile riapertura di cinema e teatri
Per il Comitato Tecnico Scientifico cinema e teatri dovranno rimanere chiusi. Il tema è stato affrontato nella riunione di ieri, dove gli esperti si sono espressi negativamente dopo aver analizzato il documento presentato dagli esercenti che richiedevano di prendere in esame la possibilità di riaprire i cinema: “Il tema è stato affrontato nella riunione di oggi [ieri, ndr.] del Comitato tecnico-scientifico: i tecnici hanno analizzato il documento presentato dagli esercenti con le proposte di ulteriori misure di sicurezza da adottare, ma la decisione è stata di non avallare l’apertura a causa della delicata situazione epidemiologica“. La decisione avviene a seguito della diffusione delle varianti del nuovo Coronavirus; si legge:
Circa un caso positivo su cinque è portatore della variante inglese, cioè il 17,8%. Le Regioni hanno inviato al ministero e all’Istituto superiore di sanità i risultati del controllo straordinario fatto il 3 e il 4 febbraio. In quei due giorni hanno approfondito un campione dei test risultati positivi per capire appunto in quanti sono stati colpiti dalla variante inglese del coronavirus […] La variante infatti circola soprattutto nel centro del Paese, come in parte era già noto, è cioè tra Umbria, Marche, Abruzzo, Emilia che hanno percentuali superiori alla media.
Cinema e teatri continueranno a rimanere chiusi
Ha dichiarato Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità:
La variante inglese del virus SarsCov2 è probabilmente destinata – secondo gli studi dell’Istituto superiore di sanità – a diventare quella prevalente in poco tempo. “In 5-6 settimane la variante inglese potrebbe sostituire il virus SarsCov2 ora circolante”, aggiungendo poi che comunque risponde al vaccino.
La situazione viene vista ora con più preoccupazione soprattutto a causa delle varianti sempre più diffuse, tanto che secondo gli esperti in questa fase le misure in vigore vanno rigorosamente rispettate, se non addirittura inasprite. Chi potranno riaprire sono invece gli impianti sciistici nelle Regioni in zona gialla dal 15 febbraio, sempre con la dovuta cautela.