Crimes of the Future rifiutato da Netflix, David Cronenberg: “Troppo conservatrice”
Il regista voleva collaborare con la piattaforma per il suo nuovo film
Crimes of the Future di David Cronenberg è uno dei film più attesi al Festival di Cannes, ma in una recente intervista, il regista ha raccontato di aver inizialmente presentato il progetto a Netflix, che però ha scelto di rifiutare la collaborazione. Il regista ha raccontato a Variety, che, nonostante il suo interesse a lavorare con una piattaforma di streaming, Netflix non è disposta a perseguire qualcosa di così estremo. Insomma, niente di nuovo per un regista da sempre costretto a essere indipendente per riuscire a mantenere la sua libertà artistica, sia pure al costo di sacrificare la certezza di avere una produzione grossa alle spalle.
Penso che Netflix sia ancora molto conservatrice. Voglio dire, penso che siano ancora come uno studio di Hollywood. Ho pensato che forse sarebbero stati diversi. La differenza è che Netflix può mostrare serie in streaming molto interessanti dalla Corea, dalla Finlandia, e dire che è un originale Netflix, anche se non lo è davvero. È qualcosa che hanno acquisito. Ma quando si tratta della loro produzione effettiva, sono molto conservatori. Pensano in termini tradizionali, almeno questa è la mia esperienza con loro.
Netflix rifiutò Crimes of the Future, David Cronenberg: “Troppo conservatrice”
Durante l’intervista, Cronenberg ha dichiarato di aver parlato anche con Amazon, che come Netflix, ha rifiutato la proposta. Il regista ha continuato, raccontando di un’altra esperienza sempre con la piattaforma di Reed Hastings. Cronenberg ha infatti precedentemente lavorato con Netflix su una serie che è entrata ulteriormente nel processo di sviluppo. Ma alla fine anche quel progetto è stato scartato, portando il regista a cambiare direzione.
Ho provato e siamo arrivati a due episodi, e poi hanno deciso di non farlo. E sono rimasto deluso perché ero interessato allo streaming in termini cinematografici. Ho pensato che sarebbe stata un’esperienza molto interessante per me come scrittore, come creatore e poi anche come regista. E forse avrò quell’esperienza un giorno, ma al momento per l’industria si tratta di fare film, non cinema.