David Harbour sul cast di Stranger Things: “Sono solo dei bambini inondati di fama, adulazione e soldi”
David Harbour sul rapporto coi giovani colleghi: "Mi sono sempre preoccupato per loro, sono stato un mentore"
David Harbour, negli scorsi giorni, ha rilasciato una lunga e dettagliata intervista a Indiewire su Stranger Things, in occasione dell’imminente rilascio degli episodi del secondo volume, in uscita il prossimo 1º luglio. Nel corso dell’intervista, Harbour ha parlato di cosa abbia significato per lui interpretare il personaggio di Hopper nella serie tv. “Probabilmente interpretare un personaggio così ben scritto è uno dei privilegi maggiori della mia vita. Ma oltre a questo anche il fatto che questo personaggio sia così amato è un privilegio”. L’attore ha proseguito sottolineando come la fama derivata dal prestare il volto a un personaggio così chiave in una serie così amata sia stata – e continui ad essere – una continua sorpresa. Un ruolo “paterno” quello di Hopper che, a detta dello stesso Harbour, poco si addice a lui come persona: “Sono sempre stato un single, un artista stravagante dell’East Village, che non ha mai avuto alcun interesse per il matrimonio o la paternità”.
David Harbour sul rapporto coi giovani colleghi: “Mi sono sempre preoccupato per loro, sono stato un mentore”
Nel corso dell’intervista con Indiewire, David Harbour ha avuto modo di riflettere e dire la sua anche per quanto riguarda il rapporto con i giovanissimi attori del cast. Rapporto che Harbour ha analizzato anche nel dietro le quinte della serie. “Mi sono sempre preoccupato per loro. Ho provato, per quanto possibile, a continuare a mettermi nella posizione di mentore. La mia paura principale riguarda la giovane età. Se qualcuno ti dice che sei un genio, diventa difficile imparare ad andare avanti. Io ho provato a ritagliarmi uno spazio, coi giovani membri del cast, per trattarli come ragazzini. Pensavo: siete solo dei bambini, avete 11 anni e ancora un sacco di cose da imparare. Tutto questo mentre il resto del mondo diceva loro che erano dei geni, li ricopriva di soldi, adulazione, fama e popolarità“. Per quanto riguarda invece l’attesissimo finale di stagione, l’interprete di Hopper ha tenuto a specificare come tutti abbiano letteralmente dato il massimo. A cominciare dai fratelli Duffer in fase di sceneggiatura, per proseguire con gli attori, protagonisti di quelle che Harbour ha definito “sequenze d’azione davvero epiche”.