Killers of the Flower Moon “violento” e “disumanizzante”: la dura critica dell’attrice nativa americana Devery Jacobs
"Questo film è doloroso, estenuante, spietato e inutilmente violento"
L’attrice nativa americana Devery Jacobs, conosciuta soprattutto per il ruolo di Elora nella serie Reservation Dogs, ha affidato a un lungo posto su X la sua dura critica rivolta a Killers of the Flower Moon. Un’articolata analisi in cui si scaglia contro l’ultimo film di Martin Scorsese per il ritratto “privo di onore o dignità” dei membri degli Osage e per la disumanizzazione acuita dalla rappresentazione delle loro morti. Come sappiamo, Killers of the Flower Moon è basato su una storia vera che ruota attorno al cosiddetto Regno del Terrore, termine utilizzato per identificare le decine di omicidi (più di 60) commessi ai danni degli Osage sul finire degli anni anni Venti. “Guardare questo film da Nativa è stato un vero e proprio inferno” scrive Jacobs su X. “Immaginate le peggiori atrocità commesse contro i vostri antenati e poi immaginate di dover star seduti per un intero film esplicitamente pieno di esse, con l’unico momento di tregua rappresentato da scene lunghe 30 minuti in cui assassini bianchi parlano e progettano gli omicidi”.
“Questo film è doloroso, estenuante, spietato e inutilmente violento”, il pensiero di Devery Jacobs sull’ultimo film di Martin Scorsese
Per Devery Jacobs Killers of the Flower Moon (qui la nostra recensione) soffre di una rappresentazione “dolorosamente approssimativa” dei personaggi Osage, mentre quelli bianchi godono di un maggior approfondimento. A restituire quella dignità che secondo l’attrice manca nella scrittura dei personaggi Osage vi sono le interpretazioni degli attori Nativi, tra cui spicca Lily Gladstone. “Bisogna notare che Lily Gladstone è una leggenda assoluta e ha interpretato Mollie con estrema grazia. Tutti gli incredibili attori Nativi sono l’unico fattore di redenzione di questo film. Date a Lily un Oscar”.
Devery Jacobs passa poi ad analizzare il modo in cui le morti dei Nativi sono mostrate nel film, un modo che a suo dire contribuisce a una normalizzazione di tali atrocità. “Non credo che a queste persone realmente esistite sia stato mostrato onore o dignità nella rappresentazione delle loro morti. Al contrario, credo che mostrando sullo schermo un maggior numero di donne native assassinate si normalizzi la violenza commessa contro di noi e si porti all’estremo la disumanizzazione del nostro popolo“.
I HAVE THOUGHTS. I HAVE STRONG FEELINGS.
— Devery Jacobs (@kdeveryjacobs) October 23, 2023
This film was painful, grueling, unrelenting and unnecessarily graphic.
A thread. 🧵 pic.twitter.com/THxucE9TkZ