Dragonheart 5 – Intervista esclusiva al regista Ivan Silvestrini
Parliamo del nuovo progetto dell'italiano Ivan Silvestrini, ovvero il quinto capitolo dell'amatissima saga di Dragonheart
Quando ormai in pochi ci credevano ecco l’annuncio di Dragonheart 5. La saga di Dragonheart è certamente una delle più amate serie di film fantasy degli ultimi anni, nonostante gli alti e bassi. La prima e iconica pellicola (consigliata già qui) uscì nel lontano 1996 diretta da Rob Cohen e interpretata da Dennis Quaid. Tutti in passato abbiamo versato qualche lacrime vedendo questo fantastico racconto ma la storia non si è fermata lì. Negli anni successivi ci sono stati ben tre seguiti: Dragonheart 2 – Una nuova avventura (2000), Dragonheart 3 – La maledizione dello stregone (2015) e il recente Dragonheart 4 – La battaglia per l’Heartfire (2017).
A causa di problemi di produzione, scarso interesse ed errori, però, questi film non hanno ricevuto grande fama ne apprezzamento. Tra film usciti solamente per l’home video, prequel e storie stravolte si è persa un po’ quella magia che aveva caratterizzato soprattutto il primo capitolo. Dopo quattro film di produzione (più o meno esclusiva) americana tra non molto uscirà un nuovo capitolo di questo franchise diretto dall’acclamato regista italiano Ivan Silvestrini e prodotto da Raffaella DeLaurentiis in collaborazione con Universal Studios Entertainment. Andiamo a parlare del progetto grazie anche a un intervista esclusiva che il regista ci ha gentilmente concesso.
Dragonheart 5 e Ivan Silvestrini: orgoglio italiano
Nonostante l’immagine presente poco sopra (comparsa sul profilo facebook del regista) è lo stesso Ivan ad affermare che il titolo non è ancora certo. Il film di cui andremo a parlare è, almeno per ora, Dragonheart 5. Grazie all’estrema disponibilità di Ivan Silvestrini abbiamo potuto porgli alcune domande sul film, sulle sue idee e aspettative e sull’idea che ha del cinema.
Ivan Silvestrini è infatti uno dei più promettenti registi e sceneggiatori italiani. Classe 1982 nasce a Roma e si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia con il cortometraggio Avevamo vent’anni. Negli anni seguenti si è occupato della direzione di alcune web series fino al 2012, anno in cui esce il suo primo lungometraggio: Come non detto. In seguito dirige Monolith nel 2016 (con produzione in parte americana), 2night (2016) e il recente Arrivano i prof con Claudio Bisio nel 2018.
Dragonheart 5: intervista esclusiva a Ivan Silvestrini
Ivan, hai diretto già diversi film a partire dal 2010 con “Avevamo vent’anni” passando per “Monolith”, “2night” e il recente “Arrivano i prof”. L’attuale progetto (Dragonheart 5) è però il primo fantasy. Cosa ti porta a sperimentare questi generi molto diversi tra loro e come ti approcci a essi?
Io credo nei sentimenti, e i sentimenti trascendono il genere. È quello che cerco al cinema da spettatore e mi ci confronto da narratore. I film che ho fatto mi sono stati proposti, ma in ognuno ho cercato un cuore che sentissi vicino, e che mi spingesse a raccontare quella storia a modo mio. Affrontare nuovi generi rende il mio lavoro sempre diverso, mi porta a studiare, a evolvermi, e la cosa è avvincente.
Questo è il quinto capitolo della saga di Dragonheart che, soprattutto grazie al primo indimenticabile capitolo, ha fans in tutto il mondo. Conosci e hai visto tutti e 4 i film precedenti prima di approcciarti a questo progetto? Cosa pensi di questa saga?
Certo, li ho visti e studiati, ma è una serie piuttosto antologica, ogni film ha una trama a sé, l’unico elemento che sopravvive di storia in storia è la scelta che questi draghi possono fare nel condividere il proprio nobile cuore con un umano meritevole. Vidi il primo con mio padre da bambino, è un onore per me essere entrato in questo mondo.
Intervista esclusiva a Ivan Silvestrini
Quale è stato il tuo approccio registico per questo film? Cosa hai messo al primo posto e quali erano (e sono) le tue intenzioni?
Ho cercato di fare un film dinamico e trascinante. Ho appena cominciato il montaggio e non sta a me valutarne gli esiti, ma posso dirti che le riprese in Romania, a -9°, sono state un’esperienza memorabile che mi ha permesso di mettere in pratica tutta una serie di cose che fino a quel momento conoscevo solo in teoria. Ogni inquadratura di questo film è stata qualcosa che non avevo mai fatto prima. Il cast, la squadra e la produzione mi hanno supportato e spalleggiato in ogni azzardo. Ora sta a me ripagarli di tanta fiducia.
In molti spesso criticano il cinema italiano soprattutto per quanto riguarda produzioni di generi come fantasy e fantascienza. Tu che hai girato ormai pellicole di diversi generi (tra cui questi due) cosa pensi di queste critiche? In Italia è possibile lavorare a progetti del genere con risultati soddisfacenti?
Non vedo l’ora di vedere Il Primo Re di Matteo Rovere, spero che ci sorprenda tutti. La mia generazione sta cercando di riconquistare i generi, ma non è una sfida facile. Anche se ci sono nuovi produttori che ricominciano ad investire nel genere, rendere un film credibile (o incredibile) nel nostro idioma non è scontato né semplice. Forse è un problema profondo legato alla percezione di sé dell’Italiano, come se sia difficile immaginarsi astronauti, argonauti, elfi, protagonisti di grandi avventure… Una storia alla volta cercheremo di invertire la rotta.
Ci sono stati film che ti hanno influenzato particolarmente nella creazione di questo nuovo capitolo di Dragonheart?
Mi piacciono molto i fantasy, ma quando faccio un film non parto mai da un altro film, non mi dico mai: “Adesso farò il mio Signore degli Anelli”, cerco da subito di seguire il mio gusto e il mio istinto (che ovviamente sono il frutto della sedimentazione più o meno subconscia di tutti i film che mi hanno segnato). Questo Dragonheart è un road movie con atmosfere a tratti western, un cocktail che ha sorpreso me per primo.
Dragonheart 5: intervista esclusiva a Ivan Silvestrini
Per concludere sei soddisfatto del lavoro svolto con questa pellicola? Ritieni che possa essere un modo di rilanciare una serie di film che con gli anni hanno avuto meno risonanza rispetto a prima? Quali sono i tuoi intenti e progetti nell’immediato futuro?
Il film non è finito, quindi posso solo dirti che sono soddisfattissimo del lavoro svolto finora. Questo è il mio primo film americano, è un film che verrà distribuito presumibilmente in tutto il mondo sulle piattaforme di streaming e in home video, la risonanza è un concetto relativo, questa è una saga che ha sempre avuto un grande pubblico e si è rinnovata con gli anni. Spero di aver rispettato la leggenda con personalità. “Del futur non v’è certezza”, ma spero presto di far partire un progetto a cui sto lavorando da 10 anni, un film italiano, epico e in costume.
Ringraziamo ancora una volta Ivan Silvestrini per la sua gentilezza e disponibilità e gli facciamo i nostri più sentiti auguri per questo progetto che non vediamo l’ora di poter gustare anche noi!