È stata la mano di Dio e la scena di sesso tra Fabietto e la baronessa Focale: “È un’azione di volontariato”
È stata la mano di Dio, Paolo Sorrentino spiega che la scena di sesso tra la baronessa e Fabietto è "un'azione di volontariato"
È stata la mano di Dio è l’ultimo film di successo di Paolo Sorrentino, vincitore del Leone d’Argento alla scorsa edizione della Mostra del cinema di Venezia e in lista per una possibile candidatura ai prossimi Oscar. Disponibile su Netflix dal 15 di dicembre, il film racconta in maniera romanzata la storia del regista, la cui vita è stata segnata dall’arrivo di Maradona al Napoli, la morte dei suoi genitori e l’incontro fortuito con il mondo del cinema, che lo ha portato a essere il regista oggi conosciuto in tutto il mondo. Una delle scene più discusse della pellicola vede il protagonista Filippo Scotti – Fabietto – perdere la propria verginità con Betty Pedrazzi, che nel film interpreta la baronessa Focale.
È stata la mano di Dio e la scena di sesso tra Fabietto e la baronessa: cosa è successo?
Nel film, il giovane Fabietto – che ha da poco perso entrambi i genitori per un incidente domestico – ha il suo primo rapporto sessuale con l’anziana baronessa Focale. L’attore ha rivelato in un’intervista con Elle, che durante questa scena “non ero imbarazzato. È tra le prima scene che ho letto e sono rimasto molto colpito e non ci ho messo la mia consueta pesantezza. Mi è parsa necessaria, così leggera dopo tutto quel dolore”. Anche il regista Paolo Sorrentino ha espresso la propria opinione a riguardo, dicendo che “L’attrice Betty Pedrazzi ha fatto una scelta molto coraggiosa mettendosi così in gioco alla sua età, perché molte sue colleghe avevano rifiutato il ruolo. Lei invece ha capito subito che il sesso non c’entra nulla, la protagonista fa un’azione di volontariato. È meraviglioso e generoso che la baronessa offra il proprio corpo per lenire il lutto. Fabietto è addolorato e lei sa trovare il modo non banale per aiutarlo. È una cosa che solo una donna può fare, questa sensibilità nel capire l’altro non appartiene al maschio”.