Giovanni Falcone, il primo film sul magistrato ucciso a Capaci il 23 maggio 1992: trama, cast e controversie
Trama, cast e controversie del film di Giuseppe Ferrara Giovanni Falcone
Giovanni Falcone, film del 1993 per la regia di Giuseppe Ferrara, è la prima pellicola realizzata sugli ultimi anni di vita e sulla morte del magistrato ucciso a Capaci il 23 maggio del 1992. Il 23 maggio 2022 ricorre il trentesimo anniversario della strage di Capaci, a seguito della quale persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta: Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. A luglio prossimo ricorrerà invece l’anniversario di un’altra strage di mafia, quella di Via D’Amelio, a seguito della quale a perdere la vita furono Paolo Borsellino – collega e caro amico di Falcone – insieme ai cinque agenti di scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Trama, cast e controversie del film di Giuseppe Ferrara Giovanni Falcone
Il film di Giuseppe Ferrara ha per protagonisti Michele Placido, che interpreta Giovanni Falcone, Anna Bonaiuto (Francesca Morvillo), Massimo Bonetti (Ninni Cassarà), Nello Riviè (Rocco Chinnici), Gianni Musy (Tommaso Buscetta), Marco Leto (Antonino Caponnetto) e Giancarlo Giannini (Paolo Borsellino). Il film si basa sulla storia vera del giudice Falcone e si concentra in particolare sugli ultimi anni di vita del magistrato (dal 1981 al 1992). Giovanni Falcone ha al centro gli episodi più importanti nella carriera del magistrato: l’uccisione del boss mafioso Salvatore Inzerillo, la seconda guerra di mafia che vede affermarsi il clan dei corleonesi, l’assassinio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la collaborazione con Rocco Chinnici. Ci sono gli interrogatori ai pentiti – tra cui quello a Tommaso Buscetta -, l’incarico al Ministero di Grazia e Giustizia come direttore generale per gli affari penali e ci sono infine le stragi di Capaci e Via D’Amelio.
Giuseppe Ferrara mescola nel film immagini di repertorio, spesso tratte dai telegiornali dell’epoca, e inserisce diverse brevi sequenze de Il settimo sigillo, opera di Ingmar Bergman che, per Falcone, rappresentava un’ossessione ricorrente. Il film divenne un vero e proprio caso, al centro di controversie e polemiche. La famiglia di Paolo Borsellino si oppose alla realizzazione, insieme ad altri parenti delle vittime delle stragi, accusando Ferrara di voler speculare sul dolore. Giovanni Falcone debuttò in anteprima in una proiezione riservata alla stampa l’8 ottobre del 1993. Successivamente Maria Falcone, sorella del giudice, ottenne da parte della produzione il taglio di alcune scene ritenute non veritiere. Il regista venne invece condannato per diffamazione ai danni dell’ex Commissario di Polizia e funzionario del SISDE Bruno Contrada. Contrada si sentì leso dalla rappresentazione del personaggio del Dottore, interpretato da Pietro Biondi e che a lui si ispirava. Il primo passaggio in televisione del film avvenne su Canale 5, in prima serata, il 20 maggio del 1996. Quella stessa sera venne arrestato il superlatitante Giovanni Brusca. Al momento dell’arresto, i fratelli Brusca, stavano proprio guardando in televisione il film di Giuseppe Ferrara.