Giurato numero 2: la spiegazione del finale del film di Clint Eastwood

Cosa succede a Justin Kemp nel finale del nuovo film di Clint Eastwood?

Se avete visto Giurato numero 2, ultimo film diretto da Clint Eastwood al cinema dal 14 novembre, vi starete sicuramente domandando quale sia il significato di un finale così volutamente ambiguo. La storia, che Eastwood porta sullo schermo da una sceneggiatura di Jonathan A. Abrams, ha per protagonista Justin (Nicholas Hoult), chiamato a far parte della giuria di un processo per omicidio il cui imputato, James, è accusato di aver ucciso la sua fidanzata Kendall. Justin si trova alle prese con un dilemma morale quando si rende conto di essere direttamente coinvolto nel caso. Tra colpi di scena e una forte critica al sistema giudiziario statunitense, il film arriva a un finale che lascia aperte diverse domande e possibili interpretazioni. Analizziamolo nella nostra spiegazione: ATTENZIONE, da qui in poi seguono SPOILER sul finale di Giurato numero 2.

giurato numero 2 spiegazione del finale

Giurato numero 2. Dichotomy Films, Gotham Group, Malpaso Productions

Cosa succede a Justin alla fine del film – Giurato numero 2 spiegazione del finale

Giurato numero 2 spiegazione

Giurato numero 2. Dichotomy Films, Gotham Group, Malpaso Productions

In Giurato numero 2 i dettagli attorno alla notte della morte di Kendall sono volutamente vaghi, in modo che lo spettatore possa mantenere una sorta di ragionevole dubbio attorno a quel che è successo. Justin si rende conto che potrebbe essere direttamente coinvolto e ha dei flashback di quella serata: si trovava nello stesso bar in cui James e Kendall avevano litigato furiosamente, presumibilmente non aveva bevuto e, lasciato il locale a bordo della sua macchina, aveva investito quel che credeva essere un cervo. Nel corso del film nella memoria di Justin affiorano ricordi che lo portano a credere che potrebbe aver investito e ucciso Kendall e non un cervo. Inizia così una battaglia morale interiore tra la necessità di non essere coinvolto come possibile colpevole per la morte di Kendall e l’urgenza di non lasciare che un innocente venga condannato. Quando il verdetto della giuria condanna James all’ergastolo Faith (Toni Collette), ex avvocato dell’accusa e ora procuratore distrettuale, è presente. Sospettando che possa essere responsabile della morte di Kendall, Faith affronta Justin fuori dal tribunale.

Justin lascia intendere che potrebbe essere lui il responsabile di quella morte e rivolge a Faith quella che ha tutta l’aria di essere una minaccia. Qualora Faith dovesse far riaprire il caso con un nuovo processo, la sua credibilità ne uscirebbe completamente minata visto quanto si era battuta per dimostrare la colpevolezza di James. Qualche tempo dopo Faith si presenta alla porta di Justin, che nel frattempo ha venduto la macchina, si sente libero dal peso di quel caso – pur provando ancora senso di colpa – ed è intenzionato a vivere una vita tranquilla con la moglie e il figlio appena nato. Quando Faith arriva alla porta di Justin non dice una parola, è da sola e tra i due c’è solo uno sguardo, ma il finale di Giurato numero 2 lascia intendere che il caso possa essere tutt’altro che chiuso. Faith potrebbe trovarsi lì per convincere Justin a costituirsi o per comunicargli la riapertura del caso: il finale è volutamente ambiguo e aperto ma quel che è certo è che Justin si trova in una posizione vulnerabile. In un modo o nell’altro Justin dovrà continuare a confrontarsi con quel che è accaduto quella notte. Giurato numero 2 è al cinema: trovate qui la nostra recensione e qui il trailer.

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Giurato numero 2. Dichotomy Films, Gotham Group, Malpaso Productions

 

 

 

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