John Wayne Gacy: l’inquietante storia vera dietro la miniserie Netflix Conversazioni con un killer – Il caso Gacy
Gli omicidi del Killer Clown - John Wayne Gacy, la storia vera dietro la miniserie Netflix
John Wayne Gacy è il protagonista della miniserie documentario disponibile su Netflix Conversazioni con un killer: Il caso Gacy. Diretta da Joe Berlinger, si articola in tre parti che raccontano appunto la vita e i crimini del serial killer conosciuto anche come Killer Clown. Nasce a Chicago il 17 marzo del 1942, secondogenito di John Stanley Gacy e Marion Elaine Robinson e sin da piccolissimo non ha una vita semplice. Alla ricerca costante di attenzione da parte del padre alcolizzato, subisce da lui violenze fisiche e psicologiche. A nove anni un amico di famiglia lo molesta sessualmente: episodio che John non racconta ai genitori per non scatenare le ire del padre. A 18 anni inizia ad interessarsi alla politica, nel 1964 si laurea in economia e commercio e inizia a frequentare colei che diventerà sua moglie, Marlynn Myers. Nello stesso anno ha la prima esperienza omosessuale con un collega di lavoro.
Gli omicidi del Killer Clown – John Wayne Gacy, la storia vera dietro la miniserie Netflix
Nel 1967 commette la sua prima aggressione a sfondo sessuale ai danni del giovane figlio di un conoscente, il quindicenne Donald Voorhees Jr. L’adolescente Voorhees non è l’unica vittima di Gacy in quel periodo, ma è il solo nei confronti di cui ammette di aver commesso reato. Nel 1968 viene condannato a 10 anni di carcere per sodomia e divorzia dalla moglie. Rilasciato nel 1970 con 12 mesi di libertà condizionata, commette altri reati nel 1971 e nel 1972 si sposa per la seconda volta con Carole Hoff. Diventa un membro molto attivo nella comunità in cui vive, fonda una sua impresa edile e si esibisce vestito da clown alle feste per bambini. Ed è sempre nel 1972 che inizia la sua “carriera” da serial killer, con l’omicidio di Timothy McCoy.
Tra il 1972 e il 1978 John Wayne Gacy ha rapito, molestato, torturato, sodomizzato e infine ucciso 33 vittime, tutte di sesso maschile. 28 delle sue vittime sono state seppellite sotto la sua abitazione o nascoste in cantina. L’arresto avviene in seguito a un errore nell’occultamento del cadavere della sua ultima vittima: Robert Peist. Processato e condannato, viene giustiziato tramite iniezione letale nel 1994. Con il soprannome di Pogo the Clown intratteneva i bambini alle feste, nessuno o quasi sapeva fosse bisessuale e il suo carattere socievole lo rendeva un membro apprezzato nella società. Molti i disturbi evidenziati durante le perizie psichiatriche: sadismo, disturbo istrionico di personalità, disturbo narcisistico e disturbo antisociale.