Joker: Folie à Deux, il regista Todd Phillips cambia le carte in tavola: la verità su Arthur Fleck
Il sequel svela il segreto dietro il celebre antagonista di Batman
Il finale di Joker: Folie à Deux ha confermato un sospetto che molti fan avevano già avuto: Arthur Fleck, interpretato da Joaquin Phoenix, non è l’iconico clown di Gotham. Il regista Todd Phillips aveva già accennato a questa possibilità nel primo film, ma ora, con Folie à Deux, è stato reso esplicito. In un’intervista a IGN, Phillips ha chiarito che Arthur non doveva mai essere il criminale che tutti conoscono. “Forse questo non è IL Joker. Forse questa è solo l’ispirazione per il vero personaggio” ha spiegato.
Già nel primo film del 2019, c’era un indizio fondamentale: la scena in cui Arthur incontra un giovanissimo Bruce Wayne. Questo dettaglio ha fatto pensare a molti fan che Fleck fosse troppo vecchio per diventare il futuro avversario di Batman. Phillips ha spiegato: “La gente si chiedeva, ‘Come può Arthur combattere un Bruce Wayne così giovane in futuro? Sarebbe geriatrico!'”. Questo distacco di età ha sollevato dubbi sulla vera identità di Arthur.
Phillips ha poi rivelato che il titolo stesso era un indizio: “Joker” e non “The Joker“. Nella sceneggiatura del primo film era sempre indicato come “Una storia sulle origini”, mai “La storia sulle origini”, il che lascia spazio all’interpretazione su chi sia il vero clown.
Alla fine di Folie à Deux, Arthur viene ucciso da un altro detenuto ad Arkham, che si è autolesionato in maniera simile al Joker di Heath Ledger. Questo colpo di scena lascia i fan a chiedersi: chi è davvero il Joker? Phillips ha voluto mantenere il mistero, dicendo che Arthur non era una “mente criminale”, ma piuttosto una persona fragile e danneggiata. La morte di Arthur non conclude la storia del Joker, ma sottolinea che il suo personaggio non diventerà mai l’iconico cattivo che abbiamo imparato a conoscere.