La Zona d’Interesse, il film premio Oscar torna al cinema per la Giornata della Memoria
Il dramma dell’Olocausto torna nelle sale italiane con La Zona d'Interesse
La zona d’interesse, diretto da Jonathan Glazer e tratto dal romanzo omonimo di Martin Amis, torna nelle sale italiane il 26, 27, 28 e 29 gennaio in occasione della Giornata della Memoria. Dopo aver ottenuto ben 171 nomination e conquistato 61 premi – tra cui il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes, due Premi Oscar e tre BAFTA – il film sarà nuovamente proiettato per raccontare con sconcertante intensità la banalità del male, come già fecero capolavori del calibro di Schindler’s List, Il Pianista, Train de Vie e La Vita è Bella.
Il dramma dell’Olocausto torna nelle sale italiane con La Zona d’Interesse
La storia ruota attorno alla famiglia Höss: Rudolf Höss (interpretato da Christian Friedel), comandante del campo di concentramento di Auschwitz, sua moglie Hedwig (Sandra Hüller) e i loro figli vivono immersi in una realtà bucolica. Giornate trascorse a prendere il tè, a pescare o a curare il giardino sembrano la rappresentazione idilliaca della normalità. Tuttavia, a pochi passi dalla loro villa, si consuma il genocidio di milioni di persone, mentre i rumori dei treni, le urla e il fumo dei forni crematori s’insinuano come un’eco costante. La regia di Glazer fa emergere la tragedia senza mostrarla, affidandosi a un’evocazione che lascia il dramma al di là del muro, in un silenzio visivo che amplifica l’orrore.
Attraverso un’estetica iperrealistica e l’uso di tecnologie innovative come videocamere termiche, Glazer racconta il male con uno sguardo distaccato e oggettivo. Le riprese, ottenute grazie a telecamere installate nella villa, accentuano l’atmosfera claustrofobica di una quotidianità assuefatta alla violenza. Le scelte visive e sonore – dall’assenza di musiche emozionali agli onnipresenti rumori del campo – costringono lo spettatore a percepire ciò che viene celato, ribaltando la gerarchia sensoriale del cinema tradizionale.
L’opera non si limita a esplorare l’indicibile orrore dell’Olocausto, ma indaga profondamente la complicità e l’indifferenza umana. Come osserva il produttore James Wilson, “non siamo nazisti, ma alcuni comportamenti della famiglia Höss risuonano ancora oggi”. La zona d’interesse è un film che lascia il pubblico a riflettere sulla fragile linea tra la banalizzazione del male e la responsabilità collettiva, chiedendosi fino a che punto siamo davvero immuni dall’indifferenza.