Magnolia: spiegazione del film di Paul Thomas Anderson con Tom Cruise

Nonostante siano passati ormai più di vent’anni, Magnolia è uno di quei film che non perdono il loro fascino e che anzi, ad ogni visione, suscitano nuove domande e forniscono nuovi spunti. Premiato con l’Orso d’Oro al Festival di Berlino del 2000, il film scritto e diretto da Paul Thomas Anderson del 1999 intreccia le storie e le vite di nove personaggi prendendo il via da tre episodi: omicidio, omicidio colposo e suicidio. Intreccio che ha poco a che fare con la dimensione della coincidenza o del caso, pur ben presente nell’impianto narrativo. Un racconto sulla vita e sulla morte, un film denso di significati simbolici e metafora dell’esistenza e del mondo portata in scena attraverso le nove vite che si incrociano, coi loro vizi, a formare un complesso ritratto della società contemporanea.

Nel cast, accanto a Tom Cruise – in una delle sue migliori interpretazioni nel ruolo del motivatore cinico e corrotto Frank T.J. Mackie – anche Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, Jeremy Blackman e William H. Macy. Ma qual è il significato di Magnolia?

La pioggia di rane – Magnolia spiegazione finale

Difficile dare una spiegazione univoca: sarebbe più corretto parlare di interpretazione del significato simbolico del film di Paul Thomas Anderson. Magnolia vuol essere la rappresentazione di una discesa verso gli abissi più profondi dell’animo umano; abissi colmi di vizi, rappresentati attraverso la messa in scena di alcuni dei peccati capitali (personificati, potremmo dire, tramite i personaggi) di biblica memoria. Una discesa negli abissi che culmina con una – altrettanto simbolica – pioggia di rane che, semplicemente, succede.

I personaggi di Magnolia non sembrano più di tanto colpiti o impressionati da un evento che richiama la biblica invasione delle cavallette; sono troppo presi dalle loro miserie e dalle loro sofferenze per darvi peso. Troppo preda delle loro ambizioni tutte concentrate nella sfera della fama, dell’affermazione personale, del denaro, per dar peso a un evento che è sì straordinario, ma passeggero, come tanti altri. C’è tuttavia una spinta verso la redenzione, verso un tentativo di purificazione, verso una presa di coscienza che scuota tutti dal sentimento dell’odio, del rancore e del rimpianto. Piovono rane e i personaggi di Magnolia sono costretti a sottoporsi a un esame di coscienza sconvolgente ed ecco che clima si fa in qualche modo meno teso, il cielo più terso. Arriva la catarsi e, insieme ad essa, la spinta propulsiva per provare a liberarsi dalle proprie sofferenze.