Memorie di una geisha: la storia vera di Mineko Iwasaki che ha ispirato il film di Rob Marshall
Mineko Iwasaki: la storia della donna che ha ispirato Memorie di una geisha e le controversie con Arthur Golden
Memorie di una geisha è da poco disponibile nel catalogo Netflix e, al momento in cui scriviamo, ha già scalato la classifica dei film più visti arrivano al terzo posto dopo Blonde e Morbius. Basato sull’omonimo romanzo di Arthur Golden è diretto da Rob Marshall e prodotto dalla Amblin Entertainment di Steven Spielberg. Il romanzo del 1997 ha catturato milioni di lettori in tutto il mondo e il film, uscito nel 2005, ha fatto altrettanto con gli spettatori. Nel 2006 il film di Marshall conquista tre premi Oscar a fronte di sei candidature: Miglior fotografia, scenografia e costumi. Sono parecchie le differenze tra il romanzo di Arthur Golden e il suo adattamento, ma Memorie di una geisha è una storia vera in senso stretto?
Non proprio, ma vi è una figura che ha ispirato e influenzato sia il romanzo che il film. Quella di Mineko Iwasaki, al secolo Masako Tanaka, la più famosa geisha della sua epoca. Né il libro né il film sono dunque fedeli alla vera storia della geisha ed entrambi sono stati al centro di controversie. Non solo, Golden ha avuto addirittura problemi giudiziari dopo che Masako Tanaka lo ha denunciato per aver violato l’accordo che i due avevano stretto mentre il libro era ancora in fase di scrittura e per diffamazione. Protagonisti di Memorie di una geisha sono Zhang Ziyi, Ken Watanabe e Gong Li. Qui di seguito la vera storia di Mineko Iwasaki e qui il trailer del film.
Mineko Iwasaki: la storia della donna che ha ispirato Memorie di una geisha
Mineko Iwasaki – all’agrafe Masako Tanaka – la donna che ha ispirato Memorie di una geisha, nasce a Kyoto il 2 novembre del 1949. A soli cinque anni lascia la casa dov’è nata per trasferirsi nel quartiere di Gion e studiare la danza tradizionale giapponese alla casa della geisha, l’okiya Iwasaki. Lì viene adottata da Madame Oima, la padrona della casa e ne prende il cognome. Diventa l’erede dell’okiya e comincia, già piccolissima, il suo lungo percorso di formazione come geisha. Un percorso faticoso fatto di ore di studio e pratica nelle arti dell’intrattenimento, della danza, dell’etichetta. A quindici anni diventa maiko (apprendista geisha) e a ventuno, dopo essere stata riconosciuta come la miglior danzatrice del Giappone, diventa geisha e acquisisce enorme notorietà. Nel corso della sua carriera incontra e intrattiene numerose personalità di spicco, come politici e celebrità internazionali.
La fama porta con sé successo e riconoscimenti, ma anche sofferenze, invidia e addirittura aggressioni fisiche ampiamente documentate nel suo libro di memorie. Decide di ritirarsi a soli 29 anni, stanca di un mondo troppo rigido e tradizionale che Mineko vede come una grave limitazione alla sua educazione personale e a quella delle altre geishe. Con il suo ritiro spera di mandare un messaggio forte, una spinta verso la modernizzazione di quel mondo. Il messaggio arriva ad altre settanta geishe che, come lei, si ritirano.
La controversia legale tra Mineko Iwasaki e Arthur Golden
Per il suo romanzo Arthur Golden intervista diverse geishe ma la storia che più lo colpisce e ispira e proprio quella di Mineko Iwasaki. Iwasaki sostiene di aver acconsentito a riferire informazioni e aneddoti in via del tutto confidenziale e di aver preso accordi con Golden affinché il suo nome non comparisse mai all’interno del progetto. Golden rende invece pubblico il suo nome, citando apertamente Iwasaki in numerose interviste nonché nei ringraziamenti del suo romanzo. Quando Memorie di una geisha viene pubblicato, Iwasaki riceve pesanti critiche – e addirittura minacce di morte – per aver violato il codice di segretezza attorno al mondo delle geishe e per aver contribuito ad alimentare un alone negativo attorno alla figura delle stesse. La donna si sente tradita dalla violazione dell’accordo di confidenzialità e dall’uso fatto da Golden di informazioni che, rielaborate, hanno dato vita a un ritratto inaccurato e svilente della figura della geisha. Mineko Iwasaki decide di denunciare Arthur Golden nel 2001 per violazione di contratto e diffamazione. Nel 2003 i due stipulano un accordo privato e la casa editrice di Golden versa a Iwasaki una somma, mai resa pubblica, come risarcimento dei danni subiti.