Natalie Portman, l’amata attrice riflette sulle critiche ai prequel di Star Wars: “È stata dura”

Natalie Portman ha parlato apertamente della sua reazione alle prime critiche dei fan ai prequel di Star Wars. Portman ha interpretato Padmé Amidala, ex regina e senatrice di Naboo, nei prequel di Star Wars, apparendo in tutti e tre i film. Il suo personaggio diventa l’interesse amoroso di Anakin Skywalker, interpretato da Hayden Christensen, prima che lui si trasformi in Darth Vader. Nonostante il recente riconoscimento come una parte amata della crescente saga di Star Wars, la trilogia prequel fu criticata dai fan al momento della sua uscita tra il 1999 e il 2005.

Natalie Portman riflette sulle reazioni iniziali ai prequel di Star Wars, riconoscente per l’apprezzamento da parte dei fan nel corso del tempo

Parlando con Total Film, Portman ha discusso i suoi sentimenti riguardo alle critiche ricevute dai film quando furono pubblicati. L’attrice ha confessato di aver trovato difficile affrontare le opinioni negative subito dopo l’uscita della trilogia, dicendo:

Quando la trilogia prequel fu rilasciata alla fine degli anni ’90 e all’inizio degli anni 2000, era fortemente criticata dai fan. Ovviamente, col tempo hanno guadagnato più apprezzamento, il che è stato bello, sentire sempre il balsamo del tempo. Ma, sì, mi sento molto fortunata ad aver fatto parte di tutto questo, in quel momento della mia vita.

Natalie Portman recita sin da quando era bambina, con il suo primo ruolo accreditato nel film del 1994 Léon: The Professional. Tuttavia, il suo ruolo da protagonista in Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma cinque anni dopo ha contribuito a consolidare il suo posto a Hollywood. Durante l’intervista, Portman ha riflettuto sull’eredità di Star Wars, sulla fortuna di far parte del franchise e su come venga ancora contattata dai fan che hanno appena introdotto i loro figli alla saga per la prima volta. Portman ha detto:

La vedo come una cosa straordinariamente fortunata di cui aver fatto parte. So quanto sia significativo per le persone. E, ogni giorno, ancora, le persone sono tipo, ‘L’ho appena guardato con i miei figli.’ Essere parte di qualcosa del genere che fa parte di quella mitologia culturale, e parte dell’infanzia delle persone, in un modo così vibrante, è così, così bello.